Generation X
#1
The last generation
di Sergio Gambitt
Una settimana
fa.
Massachusets Academy, Boston.
Dappertutto ci
sono operai che, sotto la supervisione di Tom Corsi e Sean Cassidy, stanno caricando diversi oggetti su camion
per trasferirli a Westchester. Tra le casse delle attrezzature dell’infermeria
ne spicca una particolarmente grossa, costituita da un grosso parallelepipedo
di legno. Dentro di essa giace in sospensione statica il corpo di Emplate. Gli
operai lo caricano rudemente sul camion, e Tom e Sean si scambiano un’occhiata
preoccupata. Poi Tom dice:
“Li accompagno,
non si sa mai.”
Sean annuisce e
Tom sale sul camion, che immediatamente parte.
Il viaggio
procede tranquillo, finché l’autista non scorge un corpo disteso sull’asfalto e
frena bruscamente. Tom scende dal camion e va a controllare. E’ una ragazza dai
lunghi capelli rossi, che giace svenuta a faccia in giù. Tom le dà qualche
colpetto, poi le prende la spalla e delicatamente la gira. Appena la vede in
faccia quasi trasale: la ragazza ha gli occhi di un rosso fiammante!
“Mio cavaliere!
Vieni a dare un bel bacio alla tua dama!!” e detto questo la ragazza mette una
mano dietro la nuca di Tom e lo spinge contro di sé con forza, premendo le
proprie labbra contro le sue. L’uomo comincia a sentire un caldo
intollerabile…cerca di dimenarsi ma la stretta della ragazza è troppo forte,
mentre sente che le proprie forze lo abbandonano sempre di più. Grosse gocce di
sudore cominciano a colargli lungo la faccia e alzando gli occhi al cielo sviene.
“Mmm…sei rovente
mio eroe, ma non quanto Hotgirl!”
Contemporaneamente
vicino al camion si materializzano Benda e Bulwark, che neutralizzano l’autista
e gli operai. In pochi secondi il camion è alla loro mercé. In un guizzo di
luce compare anche D.O.A. che fa cenno a Bulwark di aprire il camion. Bulwark
distrugge il portello posteriore, e tira fuori la cassa in cui si trova
Emplate. Poi la scoperchia e D.O.A. collega il suo minicomputer portatile alla
camera statica, aprendola. Emplate si risveglia ed esce fuori frastornato:
“Dove…dove
sono?”
“Tra amici…sir”
risponde D.O.A. ghignando.
Oggi.
Primo mattino
Quartier
Generale dei Fantastici 4
Qualcuno bussa
alla porta. Susan Storm va ad aprire la porta, indirizzando meccanicamente un
“Chi è?” assonnato al citofono. Con la coda dell’occhio sbircia nel
videocitofono e rimane di stucco: alla porta degli F4 stanno bussando il Dottor
Destino e Wizard! Istintivamente preme il pulsante dell’allarme e attiva il suo
campo di forza invisibile. Quindi apre di scatto la porta e si trova di
fronte…Banshee che tiene per le orecchie Artie e Pulce e dice imbarazzato:
“Scusali, da
quando hanno gli induttori d’immagine è impossibile stargli dietro…” e poi,
vedendo l’espressione ancora attonita della Donna Invisibile, “…potremmo…ehm…entrare?”
Westchester.
Chamber e Skin
sono nel parco della scuola. Spirali di energia psionica circondano il corpo
del primo mutante, mentre il secondo guarda interessato le fluttuazioni di
energia che vanno dilatandosi sempre più. Improvvisamente Chamber si illumina
intensamente e richiama in sé tutta l’energia. Immediatamente dopo la emette
tutta in un’unica scarica rivolta ad un grosso albero davanti a lui. L’albero
risplende per un istante e poi esplode in minutissimi frammenti di segatura,
che scendono giù sui due ragazzi come neve gialla.
“Hey! Jono uno,
Madre Natura zero! E’ uno sfogo isolato o devo chiamare Greenpeace?”
*Volevo solo
dimostrare a me stesso di saper fare qualcosa di speciale con questi poteri.
Ero stufo del fatto che Ev li sapesse usare meglio di me.*
“Ah si? E da
quando in qua distruggere un albero è speciale?! Hai distrutto anche oggetti
più grandi e resistenti!”
*Ma mai così. Ho
concentrato l’energia non in un solo colpo, ma in una miriade di scariche a
livello microscopico, che hanno separato le singole molecole l’una dall’altra
in modo tale da disintegrare l’albero* poi Jono si gira verso Angelo e lo
guarda con uno sguardo seccato *E per cosa dovrei sfogarmi poi?*
Angelo alza gli
occhi al cielo e impreca: “Madre de Dios, ma chi mi ha eletto psicologo
personale di questo testone?!” poi torna a guardare Jono e dice “Forse perché
adesso che non c’è più la minaccia di Tristan e che Paige è libera sei
combattuto tra il tentare di riconquistarla e quello stupido orgoglio per cui
sei qua fuori con l’unico ispanico grigio al mondo piuttosto che essere dentro
con lei!!”
*Ma che idiozie!
Con Paige ormai è finita! Se ha preferito quello spocchioso miliardario a me
non vedo perché dovrei farmi avanti ancora una volta!*
“Forse perché
eri stato tu il primo a farti indietro quando ti eri reso conto che la faccenda
si stava facendo troppo seria” dice Angelo tornando verso la scuola
“Riflettici.”
Jono resta fuori
con lo sguardo fisso a terra, al centro di una grossa spirale di polvere gialla.
Quartier
Generale dei Fantastici Quattro.
Banshee è in
cucina e sta prendendo un caffè assieme a Sue Storm e a Reed Richards.
“Mi scuso ancora
per lo scherzo di prima…i ragazzini a volte sono imprevedibili, e loro non sono
certo ragazzi normali…”
Reed sorride e
dice:
“Non
preoccuparti Sean, so bene quanto deve essere difficile occuparsi di tutti
loro. Ma vedo che comunque state facendo un ottimo lavoro. Franklin era
entusiasta del periodo passato assieme ad Artie e Pulce.”
“Ed è proprio di
questo che vi volevo parlare. Ultimamente l’Istituto Xavier è tornato alle sue
antiche funzioni: rendere in grado i giovani mutanti di capire e gestire i
propri poteri. Abbiamo corsi per tutte le età, e pensavamo che forse anche a
Franklin sarebbe piaciuto parteciparvi. Del resto è un mutante anche lui, uno
dei più potenti. E’ necessario non solo che qualcuno gli insegni a sfruttare al
meglio il suo potere, ma anche che qualcuno lo sorvegli giorno per giorno.
Affidandolo all’Istituto Xavier non avreste più questa grossa responsabilità su
di voi…”
“Una
responsabilità che ho deciso di prendere il giorno in cui ho detto sì
sull’altare” lo interrompe Susan. Poi, parlando con dolce determinazione,
aggiunge “Sono convinta che un bambino debba crescere con i suoi genitori. Per
quanto impegnati essi siano devono sempre trovare il tempo per il proprio
figlio: per accudirlo e per istruirlo sulla vita. Inoltre voglio che Franklin
viva una vita più normale possibile, e mi spaventa il fatto che in futuro
riesca a legare solo con persone dotate di poteri come lui. Non credo che
sarebbe una buona idea iscriverlo alla scuola Xavier, ma ti ringrazio lo stesso
per l’invito.”
“E terremo
presente la tua proposta ogni volta che ci servirà un posto sicuro in cui
lasciare Franklin” aggiunge Reed.
“Mi fa piacere”
dice Sean, e poi, guardando le volute del suo caffè che stanno diventando
sempre più ampie e viola impreca “Ma che…!” ma non finisce la frase a causa del
fumo, che ha già occupato tutta la stanza. Pochi istanti dopo Sean e Reed giacciono
svenuti a terra. L’unica ancora in piedi è Sue, che è riuscita ad innalzare un
campo di forza al primo segno di pericolo. Tuttavia quel poco gas che ha
respirato le ha prodotto qualche istante di disorientamento, di cui approfitta
una figura simile ad una mummia che è comparsa dal fumo.
“ ’ove credi di
andare, bella?” e prima che la Donna Invisibile possa reagire la mummia apre
due piccoli dischi di teletrasporto davanti al campo invisibile, in cui infila
le braccia. Queste ricompaiono dall’altro lato del campo di forza, strangolando
Susan Storm fino a farla svenire. Accanto a lui il fumo si materializza in
Vincente, che dice, rivolto ad una figura nell’ombra, “Che ne facciamo ora di
questi?”
“Vincente,
Murmur, voi legate i due Fantastici Quattro in modo tale che non possano usare
i loro poteri” la figura esce dall’ombra…è Emplate! “D.O.A. tu occupati di Mr.
Cassidy. Portalo al faro ed immobilizzalo, giusto nel caso mi venisse fame più
tardi...”
Palestra dei
Fantastici Quattro.
La Cosa sta
sollevando un paio di grossi pesi metallici, quando dalle sue spalle giunge una
voce:
“Sempre lì a
fare lo sbruffone su quanto sei forte eh?”
E poi un’altra,
dal forte accento tedesco: “Ora lo vedremo!”
Un pugno
colpisce Ben alle spalle e lo scaraventa all’altro lato della palestra. La Cosa
si rialza e vede Benda e Bulwark avvicinarsi minacciosi. Prova a colpire
Bulwark ma questo assorbe il colpo senza mostrare il minimo danno, mentre Benda
spara un raggio ottico al fianco destro della Cosa, lasciato scoperto nell’attacco
a Bulwark. Ben cade nuovamente, ma stavolta trova molto più difficile
rialzarsi.
“Forse ti sei
battuto alla pari con Hulk,” dice Benda, “ma contro due come noi non hai la
minima possibilità”
E detto questo
lo colpiscono all’unisono con due diretti, atterrandolo definitivamente.
Stanza privata
della Torcia Umana.
Johnny sta
facendo un po’ di zapping in TV. Girando per i canali trova Baywatch e decide
di lasciare per qualche minuto, quando dalla porta retrostante la televisione
esce Hotgirl, con due occhialetti rotondi rossi che le coprono gli occhi. Con
fare provocante, la ragazza gli dice:
“Sempre così voi
uomini. Sempre a guardare le playmate mentre sotto il vostro naso passano donne
infinitamente migliori. E tu? Sei pronto a cogliere l’occasione?”
“Puoi
scommetterci rossa, sono tutto un bollore!”
Hotgirl abbassa
gli occhialetti e gli occhi le si accendono di un rosso brillante, mentre dice:
“Oh, non sai
nemmeno quanto…”
Johnny sente il
proprio calore corporeo crescere, ma dopo i primi attimi di panico si infiamma
neutralizzando il potere della ragazza.
“Mi sa che hai
trovato la persona sbagliata per provare questo trucchetto…”
“E’ per questo
che ha portato me…” dice una roca voce femminile dietro di lui, e subito dopo
dei tentacoli metallici circondano il collo di Johnny, togliendogli il respiro.
In breve anche lui è a terra esanime.
“Dovevi solo
distrarlo…avrei dovuto attaccarlo io…erano queste le istruzioni…” la seconda
ragazza avanza verso la luce. E’ vestita completamente di nero, anche sul viso
che è coperto da una maschera alla cui sommità spuntano due corna. Dai polsi
escono due fruste metalliche, una delle quali ancora circonda il collo della
Torcia.
“Rilassati
Sheva, impara a goderti la vita. Mi stavo solo divertendo! Dovresti imparare
anche tu a farlo.”
Sheva guarda
Hotgirl con odio dalle scure fessure per gli occhi, poi dice:
“Andiamo…Emplate
ci sta aspettando…”
In cucina adesso
ci sono tutti gli F4 svenuti e legati e la banda di Emplate al completo.
“Ottimo lavoro miei adepti. Abbiamo ciò per cui siamo venuti.”
D.O.A. si
avvicina ad Emplate: “E i piccoli, sir?”
“Andranno bene
per uno spuntino. Ora andate, penserò io a loro.”
D.O.A. annuisce
e dopo aver digitato qualcosa sul suo minicomputer scompare assieme al resto
della squadra. Emplate avanza minaccioso e con un sorriso maligno dice:
“Ucci,
ucci…sento odor di mutantucci…”
Westchester.
Jubilee ha
appena ricevuto il biglietto con il numero della stanza a cui è stata
assegnata, ed è al settimo cielo perché è la stessa che aveva quando abitava
all’Istituto Xavier. Raggiante di felicità raggiunge la camera, ma prima di
entrare nota subito che qualcuno l’ha preceduta. Sul pavimento ci sono della
valigie aperte, e vestiti e biancheria femminile sono adagiati con ordine sul
letto, mentre una ragazza ne sistema altri nell’armadio. Un altro passo e la
curiosità di Jube si trasforma in orrore: la ragazza è Monet St Croix, la sua
più odiata compagna di squadra!
“Hey, Miss Perfezione! Hai toppato
finalmente! Questa è la mia stanza!!”
Monet si gira e lancia
appena uno sguardo a Jubilee. Poi con aria di sufficienza, senza smettere di
riporre i vestiti nell’armadio, dice:
“Ancora una
volta hai dimostrato la tua inettitudine, Lee. Alle elementari non ti hanno
insegnato a leggere i numeri?”
Jube, su tutte
le furie, blocca il braccio di Monet e guardandola fissa negli occhi dice:
“Ti do tre
secondi…”
Monet ricambia
lo sguardo duro, poi risponde:
“Sei così
ansiosa di prenderle di nuovo, Lee?”
“Problemi?”
Le due ragazze
si girano di scatto verso la direzione da cui è venuta l’ultima domanda. Ororo
è appoggiata all’uscio da non si sa quanto tempo, e osserva con disapprovazione
la tensione evidente tra le due.
Jubilee è la
prima a parlare:
“Ci deve essere
stato un errore, a quanto pare siamo state assegnate alla stessa stanza” e poi,
lanciando un’occhiataccia verso Monet, aggiunge “La MIA stanza…”
“Non c’è stato
nessun errore” replica Ororo, e nel dirlo scosta la porta d’ingresso alla
stanza quel tanto che basta per lasciare intravedere una brandina. Le due ragazze
capiscono tutto nello stesso momento. Si guardano in faccia inebetite ed
impallidiscono.
“Ora vi lascio,
credo che abbiate molto di cui discutere”
“Ma…ma…”
“Niente ma,”
risponde Ororo uscendo “vi farà bene passare un po’ di tempo assieme…” e poi,
con un sorrisetto sulle labbra “…compagne.”
Quartier
generale dei Fantastici Quattro.
Franklin, Artie
e Pulce stanno giocherellando con una palla blu, mentre si scambiano le proprie
esperienze di vita, non del tutto ordinarie.
“…e poi c’è
Logan. E’ il più basso di tutti, peloso e puzza di sigaro. Bobbino ci ha detto
che quando è arrabbiato gli escono artigli dalle mani e comincia a sbatterli in
aria e a gridare parole senza senso finché non arriva Fenice e lo fa calmare…”
mentre Pulce parla, Artie proietta delle immagini in rapida successione di una
caricatura di Wolverine che fa a pezzi un coniglietto bianco “Ti dico un
segreto” dice Artie portando la mano accanto alla bocca e avvicinandosi
all’orecchio di Franklin “A Logan piace Fenice, ma Bobbino ha detto che lei non
lo vorrà nemmeno quando arriverà l’Apocalisse…!”
I tre ragazzini
cominciano a ridacchiare sotto i baffi, come se condividessero chissà quale
segreto che rende così speciale la loro amicizia. Poi Franklin dice:
“Anche al mio
zio Ben piace una ragazza. Ma lei preferisce quella brutta copia di un Oscar di
Silver Surfer, per questo è andata con lui. Secondo me zio Ben doveva dare il
fatto suo a Surfer, così si vedeva chi era il più forte. Zio Ben è il più forte
di tutti, quando c’è lui non ho paura di niente.”
“E’ per questo
che adesso devi cominciare ad avere terrore, ragazzino!”
I tre si voltano
e vedono sull’uscio Emplate, che protende verso di loro le bocche fameliche
sulle palme delle sue mani.
“E’ il mostro
mangiamutanti!” grida Pulce, e istintivamente usa il suo potere mutante per
spegnere quello di Emplate. Il mostro urla e si piega in due, e questo dà il
tempo ai ragazzi di scappare nel corridoio. Quando Emplate si rialza non ha più
le bocche sulle mani, ma conserva ancora l’aspetto orribile di prima.
“Così volete il
gioco pesante, eh mocciosi? Bene, l’avrete!”
Emplate torna
nel corridoio e vede che Artie, Pulce e Franklin sono rimasti bloccati alla
fine di esso. In pochi istanti è su di loro e con gli artigli lancia un
fendente alla testa di Pulce. L’immagine del ragazzo si dissolve immediatamente
davanti a lui, e contemporaneamente tre corpicini sbucano dal nulla e spingono
Emplate nella palestra. Quindi Franklin chiude ermeticamente la porta e avvia
la sequenza di riconoscimento e abbattimento intrusi della stanza.
-ANALISI
BIOFIRMA IN STANZA <PALESTRA> ATTIVATA…BIOFIRMA MUTANTE NON
IDENTIFICATA…PROCEDERE CON L’ELIMINAZIONE-
Dagli angoli
della palestra fuoriescono laser che cominciano a bersagliare Emplate. Al di
fuori della stanza i tre mutanti si danno il cinque.
“Grande Artie!”
grida Franklin entusiasta “Quell’ologramma sembrava davvero noi!”
Ma la gioia dura
per poco. Dopo qualche minuto infatti qualcosa comincia a spingere la porta
della palestra. Le artigliate di Emplate lasciano profondi solchi nel metallo
della porta e con uno schianto definitivo questa è a terra. Dal fumo della
palestra esce il mostro, con i vestiti a brandelli ma con la pelle sottostante
intatta.
“Ora sono
DAVVERO arrabbiato!!”
Spaventati i tre
ragazzini tornano nella stanza di Franklin. Emplate implacabile li insegue,
riuscendo a bloccarli contro un muro.
“Vi avrei
lasciato vivere dopo essermi cibato, piccoli mostriciattoli, ma adesso credo
proprio che state per lasciare questo mondo.”
“No!” grida
Franklin “Ancora non hanno conosciuto il mio amico!”
“Chi?!” chiede
Pulce, mentre Artie proietta un grosso punto interrogativo rosso.
“Mr. Palla!”
Artie e Pulce
guardano confusi Franklin, ma si accorgono immediatamente che questo sta
sorridendo ed indicando con gli occhi la palla blu con cui stavano giocando
prima. Anche Emplate, incuriosito, si volta per osservare l’oggetto
dell’attenzione dei ragazzi.
Un bambino ha bisogno di amici. Non solo di
guide come possono essere i genitori o i maestri, o di modelli di vita come zii
e cugini più grandi. Il fattore essenziale per un bambino è avere attorno dei
coetanei, con cui parlare dei propri interessi e condividere la grande magia
del crescere insieme. Quando non si ha questa possibilità, non di rado succede
che il bambino sublima questo bisogno con degli amici immaginari, frutto del
suo stesso subconscio ma fatti in modo tale da risultare esterni alla sua
stessa coscienza. Ma cosa può succedere quando il bambino possiede il potere
inconscio di alterare la realtà?
La palla
comincia a cambiare. Dai fianchi e dal basso cominciano a fuoriuscire delle
piccole appendici, mentre su una facciata si vanno delineando due occhioni e
una gran bocca sorridente. In breve la palla è diventata una specie di Pac Man
blu che, con una vocina da cartone animato grida ad Emplate:
“Ehy mostro,
lascia stare i miei amici!!” e prima che Emplate possa reagire Mr. Palla si
ricompatta e comincia a bersagliarlo da tutte le direzioni, ad una velocità
tale da sfuggire ai suoi artigli. I ragazzini scappano di nuovo dalla stanza,
lasciando Emplate alle prese con Mr. Palla per qualche minuto. Poi, così come
era apparso, Mr. Palla ritorna un semplice pallone. Nello stesso momento però
in stanza irrompono i Fantastici Quattro, con Artie, Pulce e Franklin al
seguito.
“Vediamo cosa
sai fare quando non colpisci alle spalle, vigliacco!” grida Reed Richards.
“Sarà per
un’altra volta…D.O.A.!”
Il servitore di
Emplate compare in un lampo abbagliante e teleporta via il suo padrone.
Reed guarda
Artie, Pulce e Franklin e dice:
“Ma come avete
fatto a bloccarlo qui tutti soli?”
I tre si
scambiano un’occhiata ridendo, poi Franklin risponde:
“Mi ha aiutato
uno spiritello blu”
Note:
Tom Corsi è stato allenatore di Generation X per un bel periodo. I
membri del gruppo di Emplate sono comparsi quasi tutti su Wiz 21, tranne Benda
(comparso su X Men Universe 64) e Hotgirl e Sheva che sono di mia creazione.
#2
Biopsia di un’adolescenza
di Sergio
Gambitt
Xavier Institute.
Everett, Angelo e Adam Berman, altresì
conosciuto come Primal, stanno discutendo nel parco della villa.
“...non sto tentando di giustificare
quel che è successo," sta dicendo Everett "dico solo che un errore
può capitare a tutti.”
“A causa di quell'errore quattro mutanti
sono morti, Ev, senza contare che Paige per ora è sul tavolo operatorio e non
si sa se la cura dall'infezione della Covata avrà effetto oppure no.” ribatte
un Angelo Espinosa piuttosto irritato.
“Ma chi avrebbe potuto sapere che Lila
Cheney fosse stata infettata? Gli alieni della Covata possono mantenere le
sembianze dei corpi che occupano e a prima vista non si può stabilire chi sia
stato infettato o meno...”
“Ma è proprio questo il punto!” sbotta
Angelo “Viviamo nell'Istituto Xavier, nella base stessa degli X Men, e molti
dei loro nemici sanno di questo posto. Senza un adeguato sistema di sicurezza
cosa impedisce a Mystica, o a Sinistro, di introdursi di nascosto?!”
“Bhe, sì, hai ragione...” risponde
Everett in difficoltà, poi si volta verso Adam e gli chiede “E tu, come la
pensi?”
“Io...” risponde il ragazzo, un po' a
disagio “...io non conoscevo gli altri, ad alcuni di loro non ho neanche avuto
il tempo di rivolgere la parola. Certo, mi spiace, ma se la Covata agisce così
non c'erano molti modi di prevedere questo disastro. Piuttosto...” e qui la voce
si fa più decisa “...piuttosto mi è sembrato che le loro morti siano state
abbastanza inutili. Cioè, il modo per guarirli dall'infezione c'era. Se solo
fossero stati un po' meno precipitosi nel gestire la faccenda...”
“Ecco!” esclama Angelo “Se Paige è viva
lo dobbiamo solo ad un gigantesco colpo de
trasero! Ero con gli X Men durante questa faccenda, e posso dire che fin
dall'inizio sono stati troppo frettolosi nel gestirla. E pensare che quando ho
provato a farglielo notare quel vecchio cabron
di Cable mi ha zittito malamente! Dovevano lavorare, loro, ed ecco quel che è
successo!”
“Sei ingiusto, Angelo...” dice solo
Everett.
“No, sono loro a dichiararsi X Men. Sono
loro quelli che non ci ritengono abbastanza in gamba per risolvere i nostri
problemi. Hanno voluto loro questa responsabilità, e ora ne subiscono le
conseguenze!”
“Sono sicuro che stiano soffrendo più di
quanto immagini...”
“Peccato che il loro rammarico non
riporterà in vita gli altri.” dice secco Angelo, concludendo il discorso. I tre
continuano a passeggiare in silenzio per un po', poi un grido li fa voltare
verso la villa.
“Ragazzi!” Jubilee è ad una finestra a
sbracciarsi per attirare la loro attenzione “Venite presto! Cassidy è stato
rapito!”
I tre si guardano in faccia, poi Adam
rompe il silenzio:
“Ma è sempre così movimentato da queste
parti?”
Sala mensa dello Xavier Institute.
Attorno ad un tavolo rettangolare sono
seduti, procedendo in senso orario, Adam, Angelo, Jubilee, Everett (a
capotavola), Monet e Jono. Jubilee ha appena finito di raccontare come Sean
Cassidy, ex tutore di Generation X, sia scomparso.
“Prima Paige e adesso Sean...sicuri che
l'Istituto Xavier non sia stato costruito sopra un cimitero indiano?” dice con
tono sarcastico Angelo.
“No, ma nel parco c'è un portale dimensionale
per un mondo popolato da demoni, se t'interessa.” risponde Monet. Poi,
ignorando l’esasperato “Ah! Perfetto!” di Angelo, continua “Comunque se Emplate
si è limitato a rapire Mr. Cassidy avrà sicuramente qualcosa in mente.”
“Brava cervellona!” risponde Jubilee “Ci
sei arrivata da sola o hai frugato nel mio cassetto della biancheria?!”
“Ti assicuro che non ne avrei alcun
interesse, Lee. Non mi piacciono gli abiti troppo stretti...”
Jube incassa il colpo trattenendo a
stento la rabbia. Quindi, ignorando la bella algerina, dice:
“Oggi ho incontrato Artie e Pulce. Mi
hanno dato questo...” Jubilee si guarda intorno con circospezione per qualche
attimo, per assicurarsi che non ci siano altri nella stanza, poi tira fuori un
biglietto e lo poggia sul tavolo. Everett lo prende e lo legge ad alta voce:
“Ho il vostro capo. Se lo volete
rivedere vivo presentatevi domani a mezzanotte al faro di Dellys. E portate con
voi Penance.”
Monet prende il biglietto e, dopo averlo
guardato per un istante, dice:
“La scrittura è sicuramente la sua, e
Dellys è la località marittima algerina in cui passavamo le vacanze quando
eravamo piccoli. Ed è anche lì che mio fratello riuscì ad aprire il primo
portale mistico per altre dimensioni.”
Il silenzio cala tra i ragazzi, finché
Jubilee non pone la fatidica domanda:
“Allora...che facciamo?”
“Bhe...mi sembra logico darlo agli X Men
e...” fa per dire Everett, ma viene interrotto da Angelo.
“...e stare a guardare un altro
massacro. Mi spiace ma non mi fido molto dei loro metodi. E a quanto pare
nemmeno Artie e Pulce...”
“Sono d’accordo.” interviene Monet “Del
resto abbiamo più volte dimostrato di essere in grado di sconfiggere mio
fratello e i suoi mutanti. Possiamo rifarlo.”
*Senza contare che Mr. Cassidy darebbe
anche la propria vita per noi.* continua Jonothon *Glielo dobbiamo.*
“E' vero.” dice Jubilee “E poi siamo una
squadra, e ogni squadra che si rispetti pensa ai propri membri!”
Tutti si girano verso Everett.
“Se la mettete così...” dice il giovane
mutante “...bhe, siamo una squadra, no?”
“A proposito di squadre,” interviene
Angelo “io non vengo.”
I ragazzi si voltano verso di lui,
sbalorditi dalle sue parole.
“C'è bisogno di qualcuno che vada con
Paige a Muir,” continua Angelo “che sia con lei quando si risveglia per
tranquillizzarla. Andrò io.”
Tutti annuiscono in segno di
approvazione. Angelo guarda Jono e scorge una silenziosa approvazione nei suoi
occhi, mentre all'interno della sua mente risuona un sussurrato *Grazie*.
“Ok, ora che abbiamo deciso resta il
problema del viaggio.” dice Jubilee “Cosa diciamo agli altri? E come arriviamo
in Algeria?”
*Possiamo chiedere un permesso per
andare in città una sera.* dice telepaticamente Jono *Ma non saprei proprio
come arrivare fino in Africa*
“Potrei pagarvi i biglietti aerei se non
avete i soldi, non sarebbe un problema per me.” risponde Monet.
“Riecco l'arrogante riccona che crede
che tutti gli altri siano dei poveracci senza risorse perché non possiedono
denaro!” scatta Jubilee.
“Ragazze...” tenta di calmarle Everett.
“Veramente volevo solo essere gentile,
ma non credo che nelle strade in cui sei cresciuta ti abbiano insegnato in
concetto di gentilezza...” risponde Monet.
“Di sicuro ho imparato a cavarmela da
sola anche con poco! E a non credere che tutti siano inferiori solo perché ho
ricevuto la prima carta di credito al mio dodicesimo compleanno!”
“Ragazze...” ci riprova Everett, senza
risultato.
“Io almeno l'ho festeggiato a casa il
mio compleanno, e non avevo bisogno di rubare in un grande magazzino per
potermi sentire importante!”
“Ragazze...”
“Zitto!” urlano all'unisono Jubilee e
Monet in direzione di Everett.
“Ma io so come raggiungere l'Algeria...”
dice con un filo di voce il giovane mutante.
*Smettetela voi due.* tuona Jono
direttamente nelle loro menti, poi, rivolto ad Everett *Cosa hai in mente?*
“Vi ricordate Gaia? Se ne andò qualche
tempo fa con la sua astronave per poter visitare l’universo. Bene, quel che non
sapete è che quando partì mi lasciò questo ciondolo.” Everett mostra agli altri
un oggettino metallico a forma di goccia, poi con uno scatto lo apre in due
facciate: sulla prima c'è una foto di Gaia, mentre sull'altra un piccolo
pulsante “Premendo questo bottone posso chiamarla, in qualsiasi parte dello
spazio si trovi. Me lo ha dato nel caso ci fosse stata la necessità di
contattarla.”
Sia Jubilee che Monet lanciano
un'occhiata di gelosia prima verso la mutante che sorride dalla foto, e poi
l'una verso l'altra.
*Ottimo, chiamala e chiedile se domani
può venire con noi.* dice Jono *Ci sono altre domande?*
Adam, che fino ad adesso era stato
zitto, alza timidamente la mano.
*Sì?*
“State davvero progettando di contattare
con un aggeggio piccolo quanto quel ciondolo una ragazza la cui astronave
potrebbe essere anche ai confini del cosmo per raggiungere un mutante malvagio
in un'altra dimensione?”
*Sì*
“Oh, non me lo perderò per niente al
mondo!”
Interludio
Notte.
Times Square, New York.
Sette figure avvolte nell’ombra scrutano
l’entrata della metropolitana.
“Il posto è questo.” dice la prima, con
tono autoritario “Fire-fly, manda le tue sfere a perlustrare la zona.
Traveller, Flamebird, andate a prendere la donna.” un disco luminoso si apre
alle sue spalle e due figure vi scompaiono dentro “Fra poco avremo la nostra
vendetta!”
Il giorno dopo.
In un boschetto vicino Westchester
atterra una piccola astronave. Il portello si apre e facendosi strada tra i
fumi e le luci dell'atterraggio esce una ragazza dai capelli viola in un
costume attillato fucsia.
“Salve ragazzi!” esordisce Gaia “Da
quanto tempo!”
“Sempre troppo...” risponde Synch,
chiaramente colpito dall'aspetto della giovane mutante “Ti trovo in splendida
forma!”
Jubilee e Monet sbuffano all'unisono, e
la prima esclama:
“Sì, sì...lieti di rivederti...come
stai...ecc...ecc...Vogliamo saltare i convenevoli e procedere con le cose
importanti?”
Gaia rimane un po' interdetta per quelle
parole, ma poi, interpretandole come dettate dalla preoccupazione per il loro
capo, sfodera di nuovo il suo splendido sorriso e dice:
“Ma certo! Accomodatevi su Krylok One”
“Hai dato un nome alla tua astronave?”
le chiede Synch.
“Sì, Krylok era il nome del mio pianeta
prima che venisse distrutto per costringermi ad attivare l'Amalgamatore
Cosmico. E'...un modo per non dimenticare”
“Capisco...” risponde Synch, ormai a
pochi centimetri dal viso di Gaia “...affascinante.”
“Okkeeeeeeiii!! Avete sentito il pilota
no?! Tutti a bordo!!”
Le parole di Jubilee danno una scossa a
Synch, che entra nell'astronave nascondendo a stento un certo imbarazzo. Dopo
di lui salgono Jubilee, Monet, Chamber (vestiti con l'uniforme rossa originale
per evitare che gli X Men si accorgessero della mancanza delle uniformi
ufficiali dagli armadietti), Penance, e per ultimo Primal, profondamente
affascinato dalla tecnologia aliena della nave.
“Ti piace il mio umile mezzo di trasporto?”
gli chiede Gaia, sempre sorridendo.
“E'...è incredibile!” risponde Primal
“Mi piacerebbe avere l'occasione di studiarla a fondo, prima o poi...”
“A tua disposizione, mutante del
mistero!” ribatte Gaia, sistemandosi al posto di guida “E complimenti per
l'abbigliamento!”
Primal si guarda dall'alto in basso.
Indossa solamente un gilet aperto sul davanti e dei pantaloncini aderenti
rossi.
“Oh questi...” risponde un po'
imbarazzato Primal “...me li ha prestati Angelo, visto che mi servono abiti
piuttosto elastici per le mie trasformazioni in rettile. A proposito, mi chiamo
Ad...cioè Primal!” e poi, pentendosi di quella impulsiva diffidenza “Ma tu puoi
anche chiamarmi Adam.”
“Ok! Allora Adam, ti consiglio di
sederti e allacciarti bene le cinture, a meno che tu non abbia anche i poteri
di Angelo.” dice Gaia, mentre Synch si siede nel posto da copilota e i motori
cominciano a rombare “3...2...1...partenza!”
L'astronave si alza in volo e sfreccia
verso l'Oceano Atlantico.
Durante il viaggio le parole sono poche.
-Gaia diventa più bella ogni volta che
la vedo, sta pensando Everett, chissà cosa avrà fatto in tutto questo tempo.
Che posti avrà visto, con chi sarà stata...Se solo potessi leggerle la mente...
-Dieci minuti che sono con loro e già mi
sento fuori posto, pensa Gaia, è inutile, sono rimasta troppo tempo fuori dal
mondo per potermi trovare bene con gli altri. Ho provato ad essere estroversa e
socievole, ma come mai non riesco a trovare il coraggio di dire qualcosa per
rompere questo fastidioso silenzio? Se solo ci fosse qualcuno in grado di
capirmi... Qualcuno che si trovi nella mia stessa situazione, e che provi il
mio stesso disagio a stare con gli altri. Qualcuno come...Jonothon?! La mia
telepatia non è abbastanza forte da sapere cosa pensa, ma avverto una forte
preoccupazione proveniente da lui. Proverò a parlargli, prima o poi...
-Dio, spero che Paige si rimetta in
fretta, pensa Jono, so di non poter fare niente per aiutarla ora come ora, ma
questa attesa mi distrugge. Tutta questa vicenda mi ha costretto ad affrontare
per la prima volta i miei sentimenti per lei, e non sopporterei di perderla ora
che sono deciso a chiarirmi. Sono già troppi i misteri all'interno del gruppo.
Per esempio, chi è questa nuova Penance? Da quando le gemelle di Monet sono uscite
dal suo corpo si è trasformata da gattino in tigre, e chi può dire che prima o
poi non ci si rivolga contro? Del resto, non sappiamo niente di lei. Le sue
difese psichiche hanno contrastato perfino i poteri della Regina Bianca, quindi
che speranze ho io di sapere cosa pensa?
E che speranza volete che abbia io,
povero narratore senza stipendio? Basti dire che non è Jono l'unico ad essere
preccupato per Penance...
-Questa faccenda mi puzza, pensa Monet,
fin dalle prime volte Emplate è sembrato interessato più alla cattura di
Penance che a nutrirsi del nostro DNA mutante. Sarà solo per il potere che
assimila quando si nutre di lei, o c'è un interesse più profondo? Dovrò
costringerlo a dirmi la verità stavolt.…oh, ma guarda come Everett sta facendo
gli occhi dolci a quella ossigenata di Gaia. Idiota. Pensare che potrebbe avere
me...
In quel momento il suo sguardo si
incrocia con quello di Jubilee, seduta davanti a lei e occupata come lei a
fissare Everett. Monet si affretta a voltarsi da un'altra parte, e Jubilee
risponde con una smorfia.
-Sì, sì, miss. perfettina, pensa Jube,
fai pure finta che non mi sia accorta di come guardi Ev ultimamente! Credi che
il mondo ti debba tutto perché sei bella, ricca ed intelligente, ma ti brucia
il fatto che Ev guardi un'altra al posto tuo! Sarei quasi contenta...se non
fosse che anche a me dà fastidio. Cioè, non è per Gaia, non ho motivo per
avercela con lei (o sì?), è solo che Ev è il solito stupido, sempre pronto ad
aiutare gli altri ma un vero zuccone quando si tratta di capire i sentimenti
altrui. Sigh...assolutamente adorabile... Capisco come mai ci sia così tanta
concorrenza. Magari...Adam è libero! Potrei indirizzarlo verso le altre. Mmm,
Jube Hari parte all'attacco! Da come parlava con Gaia prima sembrava esserci un
certo feeling. Sono sicura che stia pensando a lei in questo momento!
-Anni e anni di studio e bastava
sfruttare uno stupido fattore X nel DNA per poter ammirare questa avanzatissima
tecnologia, pensa Adam, e pensare che nemmeno volevo iscrivermi alla scuola
Xavier! Cavolo, qui la Scienza ha fatto passi da gigante! La fisica e la
tecnica sono unite in maniera così perfetta da farmi vergognare per essermi
vantato della mia <cultura> in tutti questi anni. Tutto ciò è...stupendo!
“Ragazzi basta stare a rimuginare, siamo
arrivati!” dice con un sorriso un po' forzato Gaia “Tutti a terra!”
I sette mutanti scendono dall’astronave.
Una tonda luna piena illumina la notte algerina, e fa risaltare il faro ormai
in disuso da anni, che ancora domina testardo il mare sottostante.
“Sono le 23.54” dice Synch,
avvicinandosi come tutti alla torre vecchia ma ancora imponente. La prima a
raggiungerla è Monet.
“Quando avevo cinque anni scappai dalla
nostra casa di villeggiatura, non molto lontana da qui, per esplorare questo posto.
Riuscii ad aprire la porta e cominciai a salire le scale vecchie e pericolanti.
Arrivata a metà un gradino cedette, e in un attimo mi ritrovai a precipitare
nel vuoto. Sembra assurdo, ma sul momento non capii cosa stavo rischiando.
Sentii solo una forte presa sul mio braccio e poi mi ritrovai di nuovo sui
gradini, tra le braccia di mio fratello Marius. Si era accorto della mia
assenza, e mi aveva raggiunto nel posto in cui sapeva che sarei andata. E
quando le prime lacrime cominciarono a bagnare i miei occhi, mi ricordo solo
che mi strinse a sé forte forte, sussurrandomi che andava tutto bene per
tranquillizzarmi.” Monet abbassa lo sguardo a terra, “Non c’erano poteri
allora, non c’erano mutanti, non c’era Emplate. Avevo una famiglia. Era tutto
più facile…”
Synch si avvicina a Monet e le poggia un
braccio sulle spalle:
“Hai noi adesso. Generation X è la tua
famiglia. Sei al sicuro con noi.”
“Grazie…” sussurra Monet, e
istintivamente poggia una mano sul faro.
Una luce accecante avvolge Generation X.
Quando si attenua tutti si guardano attorno cercando di capire cosa possa
essere successo. Il cielo sembra più o meno lo stesso di prima, ma al posto del
faro è comparso un gigantesco castello medievale avvolto nella nebbia. La prima
a riprendersi dal teletrasporto è Penance. Si alza in piedi e comincia a
fiutare l’aria, come se avesse sentito qualcosa, poi scatta verso il fianco del
castello e si perde nella foschia. Senza pensarci due volte Chamber grida:
*La seguo io!* e corre nella direzione
in cui è scomparsa.
I restanti cinque mutanti rimangono
davanti al portone del castello.
“E ora?” dice timidamente Primal.
“Bhe, penso che dovremmo entrare, no?”
risponde altrettanto timidamente Gaia.
“Certo!” erompe Jubilee, avanzando verso
la porta e prendendo in mano il grosso anello di ferro ad essa attaccato “Come
se bastasse avvicinarsi alla porta e sbattere questo per aprir…”
La porta si apre.
“Brava Jube!” dice sorridendo Synch.
“Oh…ehm…come vedi i miei scoppiettanti
fuochi artificiali non sono la mia unica risorsa!” risponde la ragazza.
“Già, c’è anche una forte dose di
fortuna a quanto pare.” aggiunge Monet sarcastica, mentre si introduce nel
castello “Allora, entrate?”
“Se fossi stata con gli X Men avresti
capito che molto spesso la fortuna è un fattore determinante!” risponde Jubilee
entrando nel castello, seguita dagli altri “Senza contare che…” un suo piede
poggia su una pietra del pavimento e si sente un impercettibile <clack>
“…non hai proprio l’esperienza per…”
“Shhh!” la zittisce Monet, e poi,
rivolta agli altri “Avete sentito?”
Tutti scuotono il capo perplessi, ma
capiscono quando improvvisamente la porta alle loro spalle si chiude di botto.
Subito dopo il pavimento sotto i loro piedi si apre e loro rotolano in una
botola, che li risputa in un ampio salone illuminato solo da candele.
“Vedo che avete ricevuto il mio invito a
cena.”
Ad aver parlato è Emplate. Alle sue
spalle sono schierati Bulwark, Benda, Vincente e Sheva.
“Metto il servizio buono, sir?” chiede
D.O.A., di fianco al malvagio mutante.
“Oh, sì certo!” risponde Emplate
guardando famelico i ragazzi “Stasera la specialità della casa è: pasticcio
mutante!”
Note: la prima parte del racconto è
ambientata subito dopo GIXM #3 MIT, mentre la seconda parte si colloca in
contemporanea con GIXM #4 MIT.
#3
3,2,1...
Azione!
di Sergio Gambitt
Mura. Scale, corridoi, ogni tanto una
vecchia porta di legno massiccio che con un concerto di scricchiolii introduce
in piccole e spoglie stanze. E poi pietre, ragnatele ed una buona dose di
polvere a coprire tutto, così spessa da far sprofondare per qualche centimetro
ad ogni passo i piedi di Jonothon Starsmore, alias Chamber, membro in carica di
Generation X e attualmente volontario per ritrovare Penance, l’enigmatica
mutante scappata verso il castello di Emplate subito dopo esservi stata
teleportata assieme al resto della squadra. Ma in tutti i corridoi e le scale
che Chamber ha percorso finora non solo non ha trovato anima viva, ma teme
anche di essersi…
“Perso, tesoro?”
Chamber si gira nella direzione da cui
proviene la voce. Una ragazza rossa e molto poco vestita è appoggiata ad un
muro in maniera decisamente provocante.
*Chi sei?*
“Uff, ma non sapete dire altro voi
uomini? Diciamo solo che sono…la tua più bollente fantasia!” e detto questo i
suoi occhi diventano rossi ed i vestiti di Chamber cominciano a prendere fuoco.
Jono li osserva per qualche istante, poi risponde:
*Mi spiace, non sento il calore. Provane
un’altra*
Sul volto di Hotgirl si diffonde
un’espressione di sorpresa, sostituita immediatamente dopo dallo stesso sorriso
malizioso di prima.
“E perché dovrei voler far del male ad
un fustacchione bello e potente come te?” dice avvicinandosi a Chamber “Sai
cosa potremmo fare noi due uniti? Nessuno potrà resisterci! Basta solo che tu
lo voglia…”la sua mano poggia delicatamente sul suo petto “So che mi desideri,
l’ho saputo dal primo istante in cui mi hai vista. Smetti di mentire a te
stesso. Devi solo dirmi di sì…”
Chamber osserva la ragazza a lungo, poi
risponde:
*Va bene…*
Il sorriso di Hotgirl si allarga ancora
di più. La sua mano scivola sul petto, sull’addome, in direzione dell’inguine.
Le sue dita slacciano la cintura ed aprono il primo bottone dei suoi jeans
neri. Poi la mano si insinua dentro, scivolando lentamente verso…
“Cosa c’è, non sei felice di vedermi?!”
Jono abbassa lo sguardo pieno di
tristezza, poi sussurra psionicamente:
*Lo sapevo…*
Quindi esplode in una scarica psionica
che scaraventa la ragazza contro il muro, tramortendola. Infine semplicemente
resta lì, al centro del corridoio, solo.
“Ridacci Sean, mostro!!!”
Jubilee, la prima ad essersi ripresa
dalla caduta in una botola preparata da Emplate, si trova di fronte al malvagio
mutante e ai suoi adepti, mentre alle sue spalle il resto di Generation X si
sta rialzando.
“L’antipasto protesta, sir” dice D.O.A.
con un ghigno malefico.
“No, no, niente antipasto. Quella è roba
indigesta, l’ho già assaggiata una volta.[1]” replica Emplate.
Per tutta risposta Jubilee si prepara a
lanciare i suoi fuochi d’artificio, ma viene distratta da qualcosa che sfreccia
velocemente al suo fianco diretta verso Emplate.
“Sono stanca dei tuoi giochi perversi,
Marius! Tutto questo dovrà finire stasera!!”
L’attacco volante di Monet viene
respinto da un potente raggio ottico di Benda, che le fa perdere la concentrazione
abbastanza da farla schiantare per terra.
“Quante volte devo ripeterti che Marius
è morto, <sorellina>? Ora c’è solo Emplate!”
“Ed è per questo che Generation X non
avrà alcun riguardo nell’infilarti le tue minacce lì dove non batte il sole!”
grida Jubilee.
“Sicura di non stare esagerando con i
termini, Jubes?” dice un Synch imbarazzato, accanto al quale si sono schierati
anche Gaia e Primal.
“Ho tutto sotto controllo Ev. I
criminali sono intimiditi da un comportamento così spavaldo.” risponde a bassa
voce Jubilee.
“Attaccateli!” grida Emplate al resto
dei suoi adepti. Synch guarda Jubilee, poi si prepara ad affrontare i mutanti
di Emplate.
Benda, Bulwark e Vincente si presentano
innanzi a Jubilee, Synch, Gaia ed M, ripresasi dal disastroso atterraggio di
prima.
“Ev, sincronizzati con me e facciamo
saltare in aria questi idioti!” grida Jubilee.
“Serve vera potenza, non inutili
petardi!” ribatte M “Sincronizzati con me!!”
Senza alcun preavviso dal terreno
sbucano fuori due enormi mani di pietra, che si richiudono ermeticamente su
Vincente, intrappolandolo. Jube ed M si girano stupite e vedono Everett, mano
nella mano con Gaia, che si sforza di controllare e reindirizzare l’enorme
potere della mutante. Le due ragazze si scambiano un’occhiata piena d’ira, poi
si voltano verso i loro avversari. Una devastante raffica di fuochi d’artificio
fa volare via l’imponente figura di Bulwark, mentre un potente pugno di M
sistema Benda.
Contemporaneamente.
Sheva è di fronte a Primal, studiandolo.
Improvvisamente estrae i due tentacoli metallici dai polsi e si lancia
all’attacco. Nello stesso tempo Primal assume la sua forma rettile e blocca con
le mani entrambi i tentacoli. Senza mostrare alcuna esitazione la sua
attaccante rotea in aria e piazza un calcio in faccia al giovane mutante.
Quindi atterra e con i piedi si dà la spinta per un nuovo attacco volante, che
Primal non riesce a bloccare. Due costole si incrinano sotto la forza delle
fruste di Sheva. Il mutante grida e si volta pieno d’ira verso la sua avversaria.
Il suo aspetto imponente, il suo volto rettile dominato da due occhi iniettati
di sangue, spaventerebbero anche il soldato più esperto, ma a Sheva sembrano
non fare nessun effetto.
“Dilettante…” dice solo con la sua voce
fastidiosamente roca, e con un salto è di nuovo su di lui. Primal, dominato da
una rabbia cieca, sferra due fendenti micidiali, che però Sheva riesce ad
evitare facilmente. Approfittando del suo furore, la malvagia mutante lo
colpisce ripetutamente con i suoi tentacoli. Infine uno di questi gli circonda
il collo, e lo costringe ad inginocchiarsi davanti alla proprietaria. Con la
coda dell’occhio Primal nota di sfuggita una piccola incisione sul tentacolo
che gli circonda il collo. C’è scritto Arma X.
“Emplate…ha detto che…possiamo nutrirci
di voi…” dice alzando il palmo della mano libera, in cui una bocca famelica si
apre e si chiude pregustando il pasto. Primal sembra essere spacciato, quando
un corpo esanime viene scagliato su Sheva, che perde la presa su Adam e va a
sbattere contro il muro. Tossendo per il tentativo di strangolamento, Primal
porta lo sguardo prima verso Sheva, sdraiata sotto il corpo pieno di tagli di
Murmur, poi verso il suo salvatore. O la sua salvatrice. Penance infatti si
trova accovacciata sopra un gargoyle che fuoriesce da un muro. Scruta
nervosamente la stanza e, una volta individuato Emplate, si scaglia verso di
lui con rabbia animale. Questi la vede arrivare, e ha solo il tempo di alzare
un braccio come difesa prima che lei sia sopra di lui.
“Y-Yvette…cosa stai facendo?…” chiede
pieno di terrore Emplate.
Gli artigli di Penance sfiorano il suo
volto, come se volessero accarezzarlo. Questo dà ad Emplate l’occasione per
calmare la sua assalitrice.
“Io…io ti amo ancora...”
Al sentire queste parole una nuova e più
inarrestabile furia si impadronisce di Penance. Alza violentemente una mano
sopra il volto di Emplate, ma prima di poterla calare questi grida:
“D.O.A.! Libera la preda!”
“Sì, sir.” risponde D.O.A., e una
raffica sonica colpisce in pieno petto Penance, scagliandola contro un muro.
Subito dopo un Banshee corrotto dal potere di Emplate volge la sua attenzione
al resto di Generation X. La prima ad attaccare è M, ma sbatte violentemente
contro il muro sonico eretto da Banshee. Subito dopo le mura della stanza diventano
come plastilina nelle mani di Synch e Gaia. Spuntoni di roccia emergenti dalle
pareti tentano di colpire ed imprigionare il nuovo avversario, che però con la
grazia di un angelo li schiva facilmente. Arrivato a distanza di tiro lancia un
urlo sonico verso i due, così potente da sgretolare il muro che hanno eretto a
loro difesa e tramortirli. A questo punto Banshee sente dei fischi provenire
dalle sue spalle, e una volta giratosi viene accecato dai plasmodi di Jubilee,
sparati direttamente nei suoi occhi. L’uomo perde il controllo del volo e
crolla a terra con un gran botto. Poi silenzio.
“Oddio, oddio, oddio, non sei morto,
vero?!?” dice Jubilee correndo verso Banshee “No, no, avrai solo un paio di
costole rotte. Una gamba magari! Così quando torni sano e salvo a casa con noi
potrai fare delle meravigliose gare di corsa in carrozzella con il prof. X!”
Jubilee è sul corpo di Banshee “Sei ancora vivo, vero?”
“Per tua sfortuna, sì!” e con un pugno
atterra la ragazza. Poi torna in piedi e la alza per il collo.
“Non potete sconfiggermi. So come
combattete. Non avete alcuna speranza di rimanere vivi con me!”
“Loro no, ma magari io si!” esclama
Primal, autocompiacendosi subito dopo per la battuta ad effetto proprio nel bel
mezzo di una battaglia. Con una mano ferisce il braccio di Banshee che teneva
Jubilee, mentre con l’altra gli piazza un pugno nell’addome. Sean cade a terra,
e guardando con odio il nuovo arrivato dice:
“Non sarà certo un novellino a
battermi!” ed emette un suono a bassa intensità che agendo direttamente sul
cervello lo fa svenire. Infine si erge vittorioso sul suo corpo e, osservando
gli altri membri di Generation X tramortiti ai suoi piedi, lancia un lugubre
ululato di vittoria verso il soffitto.
“Andrà tutto bene.”
E’ questa la frase che Angelo Espinosa
sta ripetendo da tutto il pomeriggio, stringendo fra le sue mani grigie quella
bianca di Paige Guthrie, ancora sotto l’effetto dell’anestesia dopo il lungo
intervento chirurgico per liberarla dall’infezione della Covata. Ma la cosa che
spaventa di più il giovane mutante ispanico è il non sapere se sta dicendo
queste parole per rassicurare la sua amica o per sé stesso. Gli ultimi
avvenimenti infatti lo hanno portato a riflettere seriamente sul suo posto
all’interno di Generation X. Quando aveva deciso di iscriversi alla Massachusetts
Academy si era detto che era una soluzione temporanea, che sarebbe rimasto solo
finché non avesse imparato a controllare i propri poteri. Poi però aveva legato
con gli altri ragazzi e aveva scelto di continuare a far parte della squadra.
Aveva perfino cominciato a rispettare Sean Cassidy ed Emma Frost, i suoi
<insegnanti>. Proprio lui che aveva sempre avuto problemi nell’accettare
il fatto che altri potessero comandarlo! Adesso invece con il trasferimento di
Generation X allo Xavier Institute le cose si erano fatte improvvisamente
serie. Non si studiava più solo per controllare i propri poteri, stavolta si
studiava per diventare X Men. E gli insegnanti non erano più quelli che aveva
imparato a conoscere e di cui era riuscito a fidarsi dopo tutto il tempo
passato con loro. Adesso avrebbero dovuto sottostare agli ordini di quegli
estranei le cui gesta grandiose venivano raccontate tra i corridoi della
Massachusetts Academy con stupore ed incredulità, quegli stessi senza i quali
il mondo avrebbe rischiato di finire una marea di volte. Con tipi come questi,
ovviamente, le aspettative sarebbero cresciute a dismisura. E Angelo non era
esattamente certo di poterle reggere.
Forse Generation X non era più il posto
per lui.
“Andrà tutto bene.”
“Bhe…mi sa che lassù ti hanno accontento
anche solo per farti stare zitto…”
“Paige! Sei sveglia! Grazie a Dio!”
esclama Angelo abbracciando la ragazza.
“Sì, e le mie ferite ringrazieranno te
se eviti di spingere così forte…” risponde Paige con una piccola smorfia di
dolore.
“Scusa, scusa, ma…sono così felice! La
cura era sperimentale e…”
“Shh…sono viva, e questo basta per il
momento…” risponde Paige con un sorriso sulle labbra “Ma.…sei rimasto tutto
questo tempo con me?”
“Sì, bhe, c’era bisogno di qualcuno che
vegliasse su di te mentre gli altri erano fuori…”
“Fuori dove?”
“Oh, a salvare Banshee da Emplate e i
suoi mutanti. Ordinaria routine. Immagino che al momento stiano già tornando
tutti sani e salvi…”
Banshee si erge vittorioso sopra i corpi
esanimi dei membri di Generation X.
Troppo occupato a godersi la vittoria,
si accorge troppo tardi del nuovo arrivato nel salone di Emplate. Una scarica
psionica lo colpisce alle spalle. Quando si gira per vedere chi è l’avversario,
scorge la figura di Chamber avanzare tra il fumo lasciato dalla raffica, una
sagoma nera con un piccolo sole splendente all’altezza della bocca.
*Lasciali andare* dice solo.
“Dovrai passare sul mio cadavere!” grida
un Banshee corrotto dal potere di Emplate.
*Con piacere* e un’altra scarica parte
in direzione dell’ex capo di Generation X, che la evita alzandosi in volo.
Subito dopo lancia un urlo al soffitto sopra Chamber, che crolla sul giovane
mutante, seppellendolo. Qualche istante di calma, poi il cumulo esplode e un
Chamber ancora più tenebroso ne fuoriesce.
“Dovevo ricordarmi che ci vuole di più
per farti fuori,” dice Banshee “non sarò di nuovo così gentile!”
*Non vedo l’ora* risponde Chamber, senza
alcuna espressione in volto. Banshee prende fiato e concentra tutto il suo
potere in un unico urlo sonico, di devastante potenza. A sua volta Chamber
lancia una scarica psionica con quanta più forza può. L’impatto tra le due
forse causa un’immane esplosione, che per un istante illumina a giorno l’oscuro
salone. Jubilee, Synch, Gaia, M e Primal si risvegliano appena in tempo per
ripararsi dietro una colonna, e quando l’esplosione è cessata vengono fuori per
soccorrere i due sfidanti. Da una parte c’è Chamber, sdraiato a terra ma in
procinto di risvegliarsi. Dall’altra Banshee, svenuto e libero dall’influsso di
Emplate. Nello stesso tempo granelli di polvere cominciano a scendere giù dal
soffitto.
“Sta crollando tutto!” grida Gaia
“Usciamo!!”
Primal prende in braccio Banshee, Synch
aiuta Chamber ad alzarsi, Gaia trasporta con i suoi poteri il cilindro di
pietra in cui lei e Synch avevano rinchiuso Vincente, mentre Jubilee recupera
il corpo svenuto di Penance.
*Seguitemi, conosco l’uscita* dice
psionicamente Chamber, e in breve sono tutti fuori. A metà percorso però
Jubilee si accorge che qualcosa non và.
“Dov’è M? Non è uscita con noi!”
Synch scuote la testa perplesso:
“Pensavo ci avesse preceduti!”
“Pensa tu a portar fuori Penance, io la
vado a cercare!”
“Ma, Jubilee!!” ma prima di poter fare
qualcosa la ragazza è di nuovo dentro al castello, e a Synch non rimane altra
scelta che portare in salvo Penance.
Sassi, pietre e polvere continuano a
venir giù da un soffitto che minaccia di crollare da un momento all’altro. M
vola non senza qualche problema tra questo inferno di sabbia, cercando di
evitare i massi più grossi e distruggendo con i pugni quelli più piccoli.
Dall’altro lato della stanza Emplate osserva divertito questa scena.
“Marius! Comportati da uomo per una
volta nella tua vita e affrontami direttamente, senza inganni!” grida M.
“Allora non vuoi sentire…Marius non
esiste più. Col senno di poi potrei dire che Marius non è mai esistito…”
“E il ragazzo che quando ero piccola si
prendeva cura di me? Che mi portava a cavalcare nel maneggio di famiglia e mi
medicava quando mi facevo male?! Non mi convincerai mai che era tutta una
messinscena!”
“Non lo era, ma questo è successo prima
che divenissi pienamente me. Io DOVEVO essere Emplate, era scritto nel mio DNA
quando sono nato, e niente avrebbe potuto cambiarlo!”
“E questo giustifica i tuoi crimini?!”
“Monet, io ho bisogno di nutrirmi di
altri mutanti per vivere, che loro lo vogliano o no. Marius non ne sarebbe mai
stato capace, Emplate sì. E’ per questo che nel mio DNA c’era scritto che avrei
dovuto diventarlo. Per sopravvivere.”
“Quel che vedo io è invece una persona
troppo vigliacca per affrontare sé stessa! Certo, convincendoti di questo
riesci a dormire bene la notte, ma la verità verrà a galla prima o poi, Marius,
e dovrai fare i conti con Emplate. E’ fin troppo facile nascondersi dietro un
io malvagio, piuttosto che riconoscere i propri limiti e cercare di adoperarsi
giorno dopo giorno per superarli.”
“In questo modo almeno riesco a dare un
senso alla morte di mamma…[2]” sussurra Emplate “Ma ora basta,
questa discussione mi ha stancato! D.O.A.!”
Il piccolo servo di Emplate aziona il
suo telecomando e teleporta il suo capo e il resto della banda via da lì.
Tentando il tutto per tutto Monet vola verso il fratello, ma lo raggiunge
subito dopo che è scomparso, andandosi a schiantare contro il muro retrostante.
Mentre ancora sta tentando di riprendersi per la botta, vede con la coda
dell’occhio una grossa colonna che le sta cadendo velocemente sopra.
“Attenta!” grida una Jubilee comparsa
dal nulla, che senza pensare si getta su Monet e la sposta dalla traiettoria
della colonna. Le ragazze rotolano per qualche metro, poi si fermano, l’una
nelle braccia dell’altra. Quando si accorgono di ciò si staccano abbastanza
frettolosamente, e Jubilee dice:
“Sono tutti fuori ad aspettare te che
fai l’eroina…andiamo.”
Monet prende tra le sue braccia Jubilee
e vola verso l’uscita.
“Lee…” tenta di dire la bella algerina.
“Sì?” dice Jubilee già sulle difensive.
“Bhe…ecco…grazie.”
Le due ragazze tornano fuori senza dire
altro, ma questa volta il silenzio non è pesante.
Fuori.
Gaia sta digitando su un minicomputer da
polso delle istruzioni in rapida successione, ma sembra senza risultato.
“Maledizione! Non riesco a richiamare
Krylok One! Non sembra riconoscere nessuno dei comandi che gli do!”
*Deve essere perché non siamo più nella
stessa dimensione di prima,* suggerisce Chamber *magari il segnale non riesce
ad arrivare alla navetta.*
“E cosa possiamo fare per raggiungerla?”
chiede Gaia.
“Ci vorrebbe una specie di…ponte?”
risponde Synch, non molto certo delle proprie parole “Qualcosa che appartenga
sia a questa che all’altra dimensione…”
“E dove lo troviamo?! Emplate e i suoi
sono scappati!” ribatte Gaia.
“Bhe magari…” prova a dire timidamente
Primal, e una volta accortosi che gli altri lo stanno ascoltando continua
“…magari potremmo usare Penance come ponte. Cioè ho letto il suo file e a
quanto pare ha passato molto tempo in compagnia di Emplate, molto probabilmente
in questo posto. Senza contare che appena arrivati lei ha sembrato riconoscere il
castello.”
*Sì, è una buona idea, ma è tramortita
per ora, e anche da sveglia non potrebbe aiutarci molto* risponde Chamber.
“Allora è necessario che lo faccia tu al
posto suo.” dice Primal a Chamber “Penetra nella sua mente e stabilisci un
contatto tra il minicomputer di Gaia, Penance e la navetta.”
*Nemmeno Emma Frost è riuscita ad
entrare nella sua mente per più di qualche secondo, che speranze vuoi che abbia
io?* risponde Chamber.
“Synch può amplificare i tuoi poteri.
Inoltre Penance è svenuta, la sua mente dovrebbe essere più accessibile…no?”
I ragazzi guardano Primal per qualche
istante, poi Synch dice:
“A me sembra un’ottima idea, possiamo
tentare.”
*Ok, andiamo allora* risponde Chamber
avvicinandosi a Penance e appoggiandogli entrambe le mani sulla testa. In un
attimo l’ambiente circostante diventa brillante di energia psionica, mentre
Jono tenta di entrare nella mente della misteriosa mutante. Accanto a lui anche
Synch attiva la sua aurea, amplificando i poteri di Chamber.
*Sono…dentro!* dice il giovane mutante
reggendo a malapena lo sforzo, mentre frammenti della memoria di Penance
passano senza controllo nella sua mente. Primal fa un cenno a Gaia, che invia
un messaggio alla navetta madre. Tutti vengono avvolti da un flash, e in un
istante la navetta è davanti a loro.
“Tutti a bordo, si torna a casa!” dice
Gaia salendo per prima. Il resto di Generation X, comprese M e Jubilee che sono
appena tornate, sale sulla navicella, che con un altro balzo dimensionale è di
nuovo in Algeria. Gaia, Synch e Chamber esultano e corrono a complimentarsi con
Primal, il cui rossore sulle guance si nota anche sotto lo spesso strato di
pelle verde della sua forma rettile. Jubilee e Monet si scambiano un’occhiata
perplessa, poi la prima esclama:
“Ci siamo perse qualcosa?!”
Note:
[1] Come visto su Wiz 21 (ah, bei tempi…), in cui Jubilee
faceva infuriare Emplate così tanto da indurlo a nutrirsi di lei e ad
assorbirne i poteri, che però risultarono così instabili da causare una
gigantesca esplosione che liberò i membri di Generation X precedentemente
intrappolati dal malvagio mutante.
[2] La madre di Emplate e Monet fu uccisa da Emplate stesso
inavvertitamente il giorno in cui i suoi poteri si manifestarono per la prima
volta.
#4
Spaghetti
e alieni!
(GdM tie-in)
di Sergio Gambitt
Algeria.
Un varco dimensionale luminoso si apre
nel limpido cielo nordafricano. Da esso ne esce una piccola navicella rossa, a
bordo della quale si trova un improvvisato gruppo di Generation X composto da
Jubilee, M, Synch, Gaia, Chamber, Penance e Primal. A questi si aggiunge il
loro insegnante Sean Cassidy, altresì conosciuto come Banshee, che giace
svenuto in uno dei sedili posteriori accanto un cilindro di pietra contenente
il mutante chiamato Vincente[1].
“Casa dolce casa!” esclama Jubilee “E’
incredibile come passare qualche ora in un’altra realtà ti faccia sentire la
mancanza della tua piccola, tranquilla dimensione.”
In quel momento una gigantesca Sentinella sfreccia davanti alla Krylok One, l’astronave di Gaia, e comincia ad attaccarla con colpi concussivi emessi dai palmi delle mani.
“Ma che…!” impreca Monet, mentre Gaia
reagisce repentinamente e inizia a schivare i raggi della Sentinella.
“Qualcuno ha un’idea di quel che sta
succedendo?!” grida Synch aggrappandosi come può al sedile per non cadere
all’indietro.
“Quel puzzone di Bastion deve essere
tornato alla ribalta!” gli risponde Jube, “Bene, ho un conto in sospeso con
lui!”
“Bastion?” dice Primal “Ma non era
morto?”
*La morte è un concetto molto relativo
di questi tempi* ribatte Chamber, senza scomporsi più di tanto per le azzardate
manovre di Gaia.
“Bhe, qualunque cosa sia, ora lo
scopriremo. Tenetevi forte!” dice la ragazza dai capelli fucsia, portando
l’astronave dietro la testa della Sentinella e sparandole un congegno a ventosa
magnetica collegato con un filo alla navicella. Una volta attaccatosi alla
Sentinella una scarica elettrica percorre tutto il filo e sugli schermi della
Krylok One cominciano a scorrere una marea di dati.
“Vediamo…” dice Gaia osservandoli per
qualche istante, poi la sua faccia assume un tono preoccupato “Ragazzi, qui
dice che sono state programmate per respingere un’invasione aliena su scala
planetaria.”
“Una che?!” esclama Jubilee.
“Bhe, questo spiegherebbe almeno perché
ci ha attaccati.” dice Monet “In fondo la nave di Gaia è aliena.”
“Oh, meraviglioso! Manchiamo un paio di
giorni e il mondo va in rovina!” ribatte Jubilee.
“Non hai un modo per saperne di più?”
chiede Synch a Gaia.
“Il più semplice di tutti!” risponde lei
con un sorriso, poi alza la testa e dice a voce forte e chiara “Krylok One,
scan televisivo su frequenze satellitari. Cambio di canale ogni dieci secondi.”
Uno schermo si accende mostrando una
giornalista piuttosto preoccupata che commenta l’atterraggio di dischi volanti
argentei da sopra un elicottero[2]. Dopo dieci secondi il televisore
passa ad un altro canale, in cui si presenta una scena piuttosto simile, e poi
ad un altro, e ad un altro ancora.
“Prende tutti i canali satellitari?”
dice Synch.
“Sì.” Risponde Gaia.
“Proprio tutti?” fa eco Primal.
“Sì, perché?”
In quel momento la tv passa ad un nuovo
canale. Una donna bionda, procace e molto poco vestita sta guardando con fare
provocante la telecamera mentre le sue mani accarezzano posti innominabili in
un fumetto destinato ad un pubblico giovane. Dopo dieci secondi la tv cambia di
nuovo canale, ricominciando a mostrare telegiornali.
“TORNA INDIETRO!” dicono all’unisono
Primal e Synch.
Uomini, pensa Monet. Poi si concentra
sul TG, la cui giornalista sta parlando in lingua italiana:
“A quanto pare c’è stata una fuga di
notizie,” dice M “e il mondo si è preparato all’invasione aliena. A tutte le
zone della Terra è stata assegnata una copertura superumana, ma sembra che
l’Italia ne sia rimasta priva.”
“Parli anche Italiano adesso?” dice Jubilee
un po’ scettica.
“E anche il tedesco e lo spagnolo, se
proprio vuoi saperlo.”
“Ragazze…” le rabbonisce Synch. Poi,
rivolto agli altri, “Siamo in zona, possiamo andare a dare un’occhiata per
vedere come se la cavano, ed intervenire se è il caso.”
Tutti, Penance compresa, annuiscono.
Chamber copre con una mano l’altra stretta in un pugno e si scrocchia le dita.
Quindi dice psionicamente:
*Avevo proprio voglia di spaccare
qualcosa*
Los Angeles.
Nel quartiere ispanico, il Barrio, è
stata indetta un’assemblea eccezionale tra tutte le bande della città. A
presiederla, una ragazza con uno strano tatuaggio su un occhio, conosciuta da
tutti come Tores.
“Non c’è bisogno che vi dica perché
siete qui. Sicuramente avete tutti sentito alla radio o alla televisione dell’invasione,
o avete visto in aria quegli schifosi dischi che si avvicinano sempre di più.
Non possiamo permetterlo! Los Angeles è la nostra città, e la difenderemo come
difenderemmo un fratello della banda. Quegli sporchi alieni non ci avranno
senza lottare!”
All’improvviso l’invasione scatta, e
nella sala è lo scompiglio. Tores e i suoi cercano come possono di calmare i
presenti, ma quando ci stanno per riuscire attorno all’intera città compare una
gigantesca cupola di vetro[3].
“Madre de
Dios!” esclama uno dei teppisti “Siamo prigionieri con loro!!”
“No Carlos,” ribatte Tores con sguardo
duro “Loro sono prigionieri con noi!”
Dieci minuti dopo.
Krylock One sta sorvolando il tratto di
mare in cui è situata l’isoletta di Ustica. Ad un tratto appaiono due caccia
italiani e cominciano a bombardare la navicella.
“Ci risiamo…” dice Gaia, e prende a
schivare i loro razzi, che però continuano a seguire la navicella in tutti i
suoi movimenti.
“Sono missili a ricerca automatica.”
dice Synch “Li hanno programmati per seguire la fonte di calore più vicina.”
“Ah, allora è semplice.” replica Gaia, e
preme un pulsante della consolle. Un alone rosso si diffonde tutt’attorno la
nave. Come se avessero perso il loro bersaglio, i missili cadono in picchiata
ed esplodono una volta a contatto con l’acqua del Mar Mediterraneo.
“Ci ho schermati al calore e ai radar,”
dice Gaia sorridendo ad Everett “e per buona misura…” Il suo dito preme un
altro pulsante. Un cupo rumore si diffonde in tutta la navetta, e lo specchio
anteriore si scurisce un po’.
“Ecco, ora siamo schermati anche
all’occhio umano!” dice Gaia.
“Vuoi dire che siamo invisibili?”
ribatte Jubilee, abbastanza colpita.
“Già!”
Jube si blocca un attimo, poi con un
gigantesco sorriso esclama:
“Crepa di invidia, Wonder Sventola!”
Hawaii.
L’invasione è appena scattata. I tripodi
scendono giù con violenza e colpiscono ogni abitazione e veicolo che
incontrano, senza alcuna pietà. All’interno di una casa, rannicchiata nel punto
più nascosto della cantina, una ragazza con un occhio azzurro e l’altro castano
si sta nascondendo dai marziani. All’improvviso cominciano a bussare
violentemente alla porta.
“Vi prego, fateci entrare!” dice una
voce di donna terrorizzata “C’è il mio bambino con me, non riusciremo ad
arrivare a casa in tempo!!”
La ragazza resta immobile.
“Vi prego, aiutateci!!”
La ragazza cerca di non ascoltare le
urla della donna, accompagnate dal pianto dirotto del bimbo.
“Vi prego, vi…!”
La voce della donna si interrompe di
colpo, e con essa quella del bambino. Cordelia Frost seppellisce la testa tra
le ginocchia tentando di ignorare quel silenzio, più pesante di mille grida.
Roma.
Lo spazio aereo sopra la città è vuoto,
tranne per occasionali giri di pattugliamento di aerei militari. Ma a guardar
bene c’è un punto che manda strani bagliori, pur sembrando vuoto alla semplice
vista. Il punto procede dritto davanti a sé velocemente, evitando le
traiettorie degli aerei, e giunto nei pressi della zona storica della città
comincia ad abbassarsi di quota, fino a raggiungere il suolo. Una porta
metallica si apre dal nulla, rivelando l’interno di una navicella pieno di
ragazzi vestiti con massicce tute rosse. Una di loro scende in strada e si
guarda intorno piuttosto stupita.
“Non avrei mai creduto di poter vedere
Roma vuota.” dice Monet, “Non ci sono nemmeno giapponesi…”
“Devono essere tutti chiusi in casa ad
attendere l’invasione.” gli fa eco Synch, che osserva la desolazione della
città accanto ad M “Qui non è mai venuto nessun Onslaught o Galactus a
minacciare la popolazione. Non devono essere abituati a cose di questo genere…”
“Uh,” dice Primal scendendo
dall’astronave “credete che avremo il tempo di fare un giro? Ho sempre
desiderato visitare Roma.”
“Bhe, chiedilo a loro.” risponde Jubilee
indicando il cielo, che si sta riempiendo sempre più di dischi alieni in rapida
discesa.
*Andiamo a dare loro il benvenuto* dice
psionicamente Chamber, guardandoli con rabbia.
“Bhe dai, magari l’esercito italiano
riesce a sconfiggerli anche da solo.” risponde Primal. I primi caccia si lanciano
contro i tripodi, ma in pochi istanti di loro non è rimasto che una carcassa
fiammeggiante che precipita contro i tetti delle abitazioni “O magari no…”
Monet guarda Synch e dice:
“Ev, in volo. Andiamo a prendere quegli
aerei prima che causino qualche danno.” e decolla. Synch guarda gli altri
alzando le spalle, poi si sincronizza con i poteri di M e la segue.
“Ok, piano d’azione!” dice Jubilee
“Chamber e Gaia, andate lassù e cercate di abbatterne il più possibile. Io,
Primal e Penance penseremo a quelli che arrivano quaggiù. Resteremo in contatto
telepatico.”
Tutti annuiscono, quindi Jono e Gaia
salgono sulla navicella e prendono il volo.
Everett è occupato a recuperare i
relitti degli aerei distrutti, mentre M si lancia a tutta birra verso i
tripodi, trapassandoli da parte a parte e facendoli esplodere in aria.
“M?” dice Synch “Non credi di essere un
po’ troppo aggressiva?”
“Non meno…uff!” e con un pugno distrugge
la cabina di comando di un tripode “di quanto…mmf” e tira fuori i due alieni
facendo cozzare violentemente le teste fra di loro “potrebbero esserlo loro!” e
scaraventa il disco alieno contro altri due, che esplodono nell’aria “Qualcosa
da dire?!”
“Uh…no no.” risponde Synch
all’espressione dura sul viso di Monet “Solo, non allontanarti troppo, o non
potrò restare sincronizzato con i tuoi poteri.”
M si gira nuovamente ad affrontare un
nuovo disco alieno. Prende la rincorsa e con un pugno gigantesco lo scaraventa
giù verso la città. Come un gigantesco freebee il disco rotea nell’aria fino ad
andarsi a schiantare sulla cupola di San Pietro, restando conficcato lì per
metà.
“Ooops!” dice Monet, e l’attimo di
distrazione permette ad un raggio di colpirla in pieno. M comincia a
precipitare verso il suolo.
“Uh oh…” dice Synch, e un attimo dopo ha
perso i poteri e sta cadendo giù.
Contea Mayo, Irlanda.
Tre figure si stanno opponendo con tutte
le loro forze ai tripodi marziani. Quello che sembra essere il capo sta
gridando al cielo:
“Non avrete questa terra, mi sentite?!
L’Irlanda ha conquistato la sua indipendenza con guerre troppo lunghe per poter
cedere la propria libertà a dei ripugnanti alieni!! Tornatevene da dove siete
venuti!!”
Accanto a lui un omone imponente,
vestito con una tuta metallica rossa e con una grossa cupola in testa dice
all’altro uomo:
“Non sprecare il fiato, Tom. Questi
ammassi di lardo marrone capiscono solo la violenza.” e si lancia con forza
straordinaria verso il cielo, abbattendo una mezza dozzina di dischi.
“Il Fenomeno ha fatto il suo lavoro.”
dice Black Tom Cassidy ad un ragazzo alle sue spalle “Ora tocca a noi!” e corre
in una foresta. Aggrappandosi a due alberi imponenti raccoglie quanta più
energia può e la trasforma in una bioscarica di potenza devastante, che abbatte
gran parte dei tripodi che volavano sopra di lui. Quindi, esausto, grida al
ragazzo:
“Fa come ti ho insegnato, Mondo!”
Il ragazzo sprofonda nel terreno,
fondendosi con esso. Arrivato a circa dieci metri di profondità comincia ad
espandere la sua mente e il suo corpo nel tentativo di raggiungere ogni punto
dell’Irlanda. Nell’intera isola cominciano a fuoriuscire spuntoni di roccia dal
terreno, che distruggono ogni disco trapassandolo da parte a parte. Anche oggi,
l’Irlanda ha ribadito la propria autonomia.
L’asfalto delle strade di Roma si fa sempre
più vicino per una Monet semi-svenuta a causa di un raggio marziano. E’ un urlo
telepatico che la fa risvegliare un attimo prima che tocchi il suolo, ed M fa
solo in tempo a raddrizzare la traiettoria prima di schiantarsi sull’asfalto
lasciando su di esso una scia lunga circa dieci metri. Cos’è…cos’è stato?,
pensa Monet tentando di riprendersi. Era un avvertimento telepatico del tutto
inaspettato, ma stranamente familiare. Mentre sta cercando di capire chi possa
averla salvata, la sua attenzione viene catturata da un negozio di
elettrodomestici di fianco a lei, nelle cui vetrine vari televisori accesi
mostrano su ogni rete un omino basso e calvo che parla da un leggio ad una
folla di giornalisti sotto di lui:
“…l’Italia vuole la pace,” sta dicendo
con voce melensa “per questo è necessario che porti guerra agli alieni! Certo,
il governo statunitense ha rifiutato il nostro appoggio militare, ma dobbiamo
impegnarci ugualmente a combattere i marziani, perché la loro è una razza
inferiore, e noi…!” un improvviso rumore causa scompiglio nell’aula. La
telecamera si gira verso il luogo da cui è venuto il rumore. Tra il fumo e il
caos generale si vede una breccia in un muro e dei grossi marziani marroni che
stanno entrando sparando raggi a chiunque si muova. Poi un flash diretto verso
la telecamera, e la trasmissione si interrompe.
Bhe, pensa Monet, non tutto il male vien
per nuocere…
“MONEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEET!!!!!!!!!!!!”
l’urlo di Synch la costringe a tornare a pensare all’invasione. Immediatamente
si alza e prende il volo. Raggiunge Everett poco prima che si schianti per
terra, e prendendolo per le ascelle lo riporta in alto.
“Gentile ad esserti fatta viva, M…” dice
Synch tirando un sospiro di sollievo. Monet guarda in alto esasperata e pensa:
Uomini…
Chamber e Gaia:
La Krylok One ha raggiunto la quota
delle altre navi. Con uno scatto, dalla base della navicella escono due
proiettori a concussione Shi-ArmyTM che cominciano a far fuoco sulle navi aliene.
Un paio vengono abbattute facilmente, ma le altre schivano facilmente i raggi
successivi.
“Nnng,” dice Gaia, evidentemente
sottoposta ad un notevole sforzo “hanno una rete telepatica piuttosto potente,
non posso prevedere le loro mosse. E sembrano essersi adattati al mio schema di
combattimento.”
Chamber resta a guardare per un po’ i
tripodi, poi dice nella mente di Gaia:
*Ci penso io. Tu tenta solo di mantenere
dritta la nave* e si avvia verso l’uscita. Gaia non fa in tempo a fermarlo che
è fuori, sul tetto della Krylok One.
*Questa nave è dotata di schermi
psionici?* fa risuonare Chamber nella mente della giovane mutante, mentre il
forte vento gli scompiglia i capelli.
*Sì certo, ma…*
*Attivali*
Gaia, perplessa, attiva gli schermi
della nave quel tanto che basta da difenderla da forti attacchi e contemporaneamente
da mantenere il contatto telepatico con Jono.
*Fatto!*
Chamber annuisce e comincia a
risucchiare tutti i residui psionici dei dintorni per caricarsi. Quindi dalla
sua bocca esplode una bolla di energia gialla, che si espande rapidamente
inglobando l’intera navicella fino a raggiungere il diametro di circa venti
metri. L’energia psionica comincia a fluttuare con un rumore sinistro
tutt’intorno a lui.
*Cosa…?* fa per dire Gaia, ma Chamber la
interrompe:
*E’ una bolla sensoriale disturbante. Mi
permette di accorgermi di qualsiasi cosa passi attraverso di essa, da qualunque
direzione provenga. Inoltre confonde i telepati quel tanto che basta da
prenderli alla sprovvista e…* una navicella penetra all’interno della bolla
esattamente alle spalle di Chamber. Questo si gira fulmineamente e con una
scarica psionica la manda in frantumi.
*…e distruggerli* conclude il mutante.
Altri tripodi cominciano ad avvicinarsi, ma vengono tutti distrutti da Chamber
e dai raggi di Gaia nel momento in cui penetrano la bolla. Improvvisamente però
quattro tripodi entrano contemporaneamente nella bolla. Uno di essi viene
immediatamente fermato da un raggio concussivo di Gaia, e altri due da
altrettanti colpi psionici di Chamber. L’ultimo però si fionda sul giovane
mutante, fermamente intenzionato a neutralizzarlo. A pochi metri da Jono però
il tripode comincia a tremare, e con un’esplosione bianca si dissolve
nell’aria. Al suo posto, una cascata di polvere bianca sommerge Chamber.
*Ma che…?!* impreca il mutante, ed è la
voce psichica di Gaia a rispondergli:
*Stava per ucciderti, così l’ho
trasformata in Cloruro di Sodio*
*Hai trasformato un’intera astronave
aliena in sale?!* esclama Jono sbalordito. La voce psichica di Gaia gli
risponde piuttosto perplessa:
*Preferivi dello zucchero?*
Jubilee, Primal e Penance:
Da quando è cominciata l’invasione
Penance è schizzata con furia animale contro gli alieni marroni che venivano
giù sulle piattaforme volanti. Arrampicandosi sui palazzi grazie ai suoi
affilati artigli si scaglia su ognuna di esse e ne trucida l’occupante, per poi
passare ad un’altra piattaforma e massacrare un altro marziano, in una spirale
di violenza sempre più grande. Sembra quasi che stia sfogando adesso anni e
anni di frustrazioni e di sofferenze sui “poveri” alieni che le capitano a
tiro. Dal canto loro, nemmeno Jubilee e Primal si stanno trattenendo. La prima
usa i suoi fuochi d’artificio per disorientare i marziani e farli schiantare a
terra, mentre il secondo tenta come può di schivare i raggi e portare a segno
qualche buona artigliata.
“Jube?” chiede Primal togliendosi dalla
traiettoria di un raggio “Come fate a mantenere il sangue freddo in una
situazione simile?!”
“Siamo la MTV generation, Adam!”
risponde Jubes scagliando i suoi plasmodi contro gli alieni stupiti “Siamo
insensibili a questo tipo di cose, ormai!”
“Oh” risponde Primal piazzando un calcio
in faccia all’alieno che gli stava sparando. All’improvviso uno di loro cala
velocemente su di lui con la sua piattaforma. Primal ha solo il tempo di
lanciarsi in aria, ma l’alieno lo intercetta e lo colpisce violentemente con un
tentacolo. All’ultimo istante Adam riesce ad aggrapparsi con un artiglio alla
piattaforma e vi sale sopra, mentre l’alieno la porta sempre più in alto. In
preda ad una rabbia feroce alza la mano e la conficca nel petto del marziano,
che con un paio di rantoli si accascia inerte. La piattaforma comincia a
perdere potenza, e Primal perde l’equilibrio e cade giù, verso morte certa.
Penance, non molto lontana da lì, lo nota con la coda dell’occhio, e saltando
da una piattaforma ad un'altra riesce a raggiungerlo poco prima che tocchi
terra. Subito prima dell’impatto lo abbraccia, stando attenta a non ferirlo con
le sue dita affilate. Entrambi crollano violentemente sull’asfalto, su cui si
aprono numerose crepe. Primal si alza barcollando e guardandosi intorno stenta
a credere chi lo abbia salvato.
“Uh…Penance…graz…” ma l’enigmatica
mutante scatta nuovamente verso gli alieni lasciandolo lì da solo. Primal si
guarda le mani e nota il nero sangue del marziano. L’ho…l’ho ucciso?, pensa.
Poi la consapevolezza lo raggiunge, ed un sorriso si apre sulla sua bocca:
“Figo!” dice.
Jubilee intanto se la sta vedendo con
tutti gli alieni che sono così stupidi da capitare sulla sua traiettoria. I
suoi fuochi d’artificio sono sempre più forti, sempre più potenti, ma questo
non basta a fermare l’avanzata inarrestabile di una miriade di marziani.
“E così credevate di poter venire qui a
fare i vostri porci comodi, e vi aspettavate che vi avremmo ceduto tranquillamente
il nostro pianeta?! Bhe, siete cascati male! Preparatevi ad una accoglienza in
pieno stile Generation X!!” e spara un plasmoide dritto dritto nel volto di un
marziano, che esplode in pieno schizzando sangue nero ovunque. Jubes guarda la
scena ed esclama:
“Eeeyuch, che orrore! Siete quasi peggio
degli schifoidi[4]!!”
L’attimo di distrazione però permette ad
un marziano di raggiungerla e di colpirla con un tentacolo. Jubilee cade a
terra tra molteplici carcasse aliene.
“Ohhhh, questo non lo dovevi fare…” dice
pulendosi con il dorso della mano il sangue nero dal viso. Poi si rialza e
comincia a caricare l’energia nei palmi delle mani unite davanti a sé. Un
fischio si fa sempre più intenso, e quello che prima era un piccolo bagliore
tra le sue mani deflagra con un boato terrificante. L’esplosione si alza per
almeno una ventina di metri nel cielo, ardendo vivi tutti i marziani che si
trovano nel suo raggio d’azione. Il cielo torna di nuovo limpido, ma in pochi
attimi si riempie ancora una volta di marziani.
No, così non va, pensa Jubilee ansimando
pesantemente per lo sforzo appena compiuto. Mentre recupera le forze, scruta
attentamente i marziani e il loro modo di comportarsi fra di loro. Forse ha
un’idea.
*Gaia!* urla telepaticamente alla
mutante con cui ha stretto un legame telepatico.
*Ehy, Jube, non c’è bisogno che urli
così!* risponde Gaia.
*Sì, sì, ripasserò l’etichetta
telepatica dopo! Ora ascoltami: riusciresti a collegarmi ai cervelli dei
marziani?! Vorrei scambiarvi quattro paroline.*
*Con tutti loro?! Credo proprio che sia
impossibile per me. Inoltre le loro difese psichiche me lo impedirebbero…*
*Difese psichiche?*
*Sì, sono telepati di basso livello.
Usano la telepatia per comunicare da quanto sono riuscita a percepire.*
Jubilee si ferma a pensare all’ultima
frase. Forse non è proprio un male…
*Ok, Gaia, cambio di programma. Guarda
nella mia mente il mio piano. Pensi si possa fare?*
*Io…uh…posso provarci! Almeno con uno
penso di riuscirci.*
*Ok, chiama gli altri allora!*
Il richiamo telepatico raggiunge M e
Synch ancora in volo, che scendono verso il punto in cui si sta riparando
Jubilee. Primal sente nella propria testa la voce di Gaia e facendo cenno a
Penance di seguirla si avvicina agli altri. Gli ultimi ad arrivare sono Chamber
e Gaia, sulla sua astronave.
“Ok, Synch ed M con me, gli altri sulla
navicella con Gaia!” dice Jubilee, “Non c’è un attimo da perdere!”
Tutti restano un po’ perplessi, ma
l’espressione rassicurante sul volto di Gaia li convince a muoversi. La Krylok
One riparte verso il cielo, in direzione dei tripodi. A terra Jubilee si
rivolge a Monet:
“Ok, M, ti vanti tanto dei tuoi poteri.
Oggi dovrai dimostrare quello che dici. Voglio che tu stabilisca un contatto
telepatico con tutta la gente di questa città…”
“Ma è un’impresa che va oltre le mie
possibilità!”
“Fammi finire. Non devi captare tutti i
loro pensieri, ma particolari emozioni. Paura, angoscia e sofferenza andranno
benissimo. Inoltre Synch può sincronizzarsi con te e aiutarti a controllare il
flusso. Everett!”
“Sì?”
“Il tuo compito, oltre ad aiutare Monet,
sarà di stabilire un collegamento telepatico tra lei e Gaia. Dovrai mandarle
tutto il flusso psichico catturato da Monet più…un mio piccolo incentivo.”
conclude la ragazza “Pensate di farcela?”
Monet e Synch si guardano con un’espressione
interrogativa. Cosa ha in mente?
Su.
“Il nostro compito è quello di entrare
dentro un tripode e bloccare un alieno!” dice Gaia facendo sfrecciare Krylok
One nel limpido cielo romano “Quando saremo in posizione io, Chamber e Penance
scenderemo su un loro tripode, mentre a Primal andrà il compito di controllare
la navetta e di impedire agli altri tripodi di farci saltare in aria!”
“I-Io?” dice titubante Adam.
“Sì, ho visto come osservi Krylok One da
quando sei a bordo. Probabilmente non vedi l’ora di far volare questo
gioiellino!”
“Ma io…non la so portare!”
“Hai visto quanto basta per sapere le
basi...” risponde Gaia avvicinandosi a lui “Quanto al resto…” le sue dita
poggiano sulla fronte di Adam. Con un flash telepatico le informazioni su come
pilotare la navicella si scaricano nella sua psiche.
“Oh…whoa!” esclama Primal portando una
mano alla fronte.
“Ok, bello, hai superato lo scritto.”
dice Gaia sorridendo “E’ ora di passare alla prova di guida!” e lo porta
davanti ai comandi. Adam li osserva per qualche secondo disorientato, poi
improvvisamente sa cosa fare. Preme alcuni pulsanti e la navicella si avvicina
ad un tripode schivando tutti i suoi raggi. Adam sorride verso Gaia, e lei
ricambia il sorriso. Quindi la ragazza dice:
“Ok, tutti giù!” e buttandosi dalla
porta della navetta atterra sul tripode assieme a Penance e Chamber.
“Penance?” dice indicando il metallo ai
loro piedi. La mutante intuisce al volo e con un paio di artigliate ha creato
uno squarcio abbastanza grande da far entrare gli altri due.
“Ricorda, ce ne serve uno vivo!” grida
Gaia mentre la misteriosa mutante massacra uno dei due marziani.
*Ci serve per cosa?* chiede Chamber
*Cosa avete in mente tu e Jubilee?*
“Gli alieni comunicano telepaticamente,
quindi quel che pensa uno viene automaticamente trasmesso agli altri. Se
riusciamo a convincere uno di loro ad andarsene, probabilmente lo faranno anche
gli altri.” risponde Gaia avvicinandosi ad un marziano ancora vivo, ma immobile
davanti all’espressione minacciosa di Penance “Il tuo compito, Jono, è di
collegarti alla loro rete telepatica e vedere se li abbiamo convinti o no.”
Chamber annuisce e osserva Gaia
abbassarsi sull’alieno.
*Qui siamo pronti, Jubilee. Ora sta a
voi!*
*Ricevuto, Gaia!* risponde Jubes
telepaticamente, e poi, a voce alta “Ok, M, Synch, al lavoro!”
Monet si concentra ed espande la propria
mente a sfiorare tutte quelle dei romani. La paura è una delle sensazioni
predominanti, quindi non è difficile per la bella algerina riuscire a
concentrarla in una sorta di traccia telepatica collettiva da inviare a Synch.
A sua volta questo rimanda il messaggio a Gaia, che comincia a bombardare la
psiche del marziano con queste sensazioni. Sotto intanto Jubilee sta
raccogliendo tutto il proprio coraggio per fare quel che deve fare. Ok, tocca a
te adesso cocca:
“Ma guarda che nazione di codardi!
Arrivano degli alieni per conquistare il loro bel Paese, e loro se ne stanno
tutti chiusi in casa senza far niente per impedirlo! La verità è che sono dei
buoni a nulla!! Come schiavi non durerebbero cinque secondi, senza contare che
in questo Paese i problemi spuntano come funghi! La disoccupazione e
l’analfabetismo sono a livelli altissimi! Il sistema scolastico non funziona e
quando si riesce a raggiungere un accordo soddisfacente arriva un ministro dal
nulla e vuole cambiare di nuovo le carte in tavola!”
*Niente da fare, Jubes,* dice
psionicamente Chamber *non li stai convincendo*
“Uhm…la gente qui è orribile! Quelli che
hanno i soldi spadroneggiano su tutto e tutti e usano i media per manovrare
l’opinione pubblica e acquistare ancora più potere! Gli italiani sono solo una
massa di gente mediocre che va dove tira il vento, e si fa incantare da
promesse che non verranno mai esaudite! E nonostante sia già successo in
passato continuano a ricadere nell’errore! Continuano a credere a faccioni
ringiovaniti artificialmente che sorridono benevoli da giganteschi cartelloni
posti ad ogni angolo, sotto i quali campeggiano gli slogan più idioti che la
mente umana è mai riuscita a concepire! E non si ribellano neanche dopo le
innumerevoli gaffe che questi politici fanno fare loro in sede internazionale!”
*Non ci siamo ancora, Jube, credo anzi
che il tuo discorso li abbia interessati ancora di più. Si sentono affini a
questi politici, credo…*
Ok, cambiamo tattica, pensa Jubilee.
“E la malasanità! Gli ospedali sono
sporchi e sovraffollati, il personale è fatto da incompetenti raccomandati!!
Ogni anno migliaia di italiani muoiono nelle corsie perché non c’è posto per un
ricovero! E intanto le infezioni crescono! L’immondizia non viene raccolta e si
accumula agli angoli delle strade, e le discariche abusive ormai non si contano
più!!”
*Sembra succedere qualcosa. Continua su
questa strada, Jube*
“La sporcizia è ovunque e i netturbini
se ne fregano! I sindaci non hanno né il denaro né l’interesse di ripulire
tutto, così impegnati come sono a fare i loro porci comodi! E così la
spazzatura resta dov’è a marcire, e ogni giorno nuovi ceppi di virus si creano
da quelli vecchi! Ogni cassonetto abbandonato è un focolaio di infezioni! Ogni
discarica in disuso abbonda di batteri che infestano tutte le zone circostanti!
A intervalli regolari epidemie di febbre attaccano il Paese, ogni anno di virus
diverso e sempre più letale!”
I tripodi marziani interrompono la loro
discesa e restano immobili nell’aria.
“E a nessuno sembra importare! Fumare è
una specie di status symbol, e anche chi ha scelto di non toccare le sigarette
ha i polmoni neri a causa dello smog e del fumo passivo! Tutti buttano cicche,
cartaccie e rifiuti vari per terra! Per loro la raccolta differenziata è una
strana usanza di pochi eccentrici!! La verità è che gli italiani vivono nella
sporcizia, e a loro va bene così! Questa nazione non si dovrebbe chiamare
Italia, ma Sudicilandia!!!”
I tripodi cominciano a salire di nuovo
verso il cielo, in direzione di obiettivi più consoni alle loro esigenze.
Penseranno poi al pezzo di terra a forma di stivale che si estende nel centro
del Mar Mediterraneo.
“Ha…ha funzionato?” dice Jubilee,
abbastanza stupita.
*Sì, sei stata grande!* risponde nella
sua testa la voce entusiasta di Gaia.
“Oh, bhe,” dice Jubes sorridendo
spavalda a M e Synch “ne dubitavate?”
Più tardi, sull’astronave, ognuno si
complimenta per l’ottimo lavoro svolto. Ad un tratto dal retro proviene un rumore.
Tutti si girano e vedono Sean Cassidy che si sta alzando dal sedile su cui era
sdraiato, massaggiandosi il collo dolorante.
“Ragazzi…” tenta di dire mentre si
riprende “Cosa è successo?”
“Nell’ordine: uno scontro con Emplate e
i suoi mutanti in un’altra dimensione, il salvataggio del nostro ex capo che
voleva farci fuori tutti a causa dell’influsso del suddetto fratellino di Monet
e un’invasione marziana sventata brillantemente dalla sottoscritta!” esclama
Jubilee con un largo sorriso sulla bocca.
“Brillantemente, eh? Miss.
<Sudicilandia>…” risponde Monet. Tutti scattano a ridere all’espressione
leggermente contrariata di Jubilee. Poi però la ragazza riprende il sorriso e
dice alzando le spalle:
“Bhe, nessuno è perfetto!”
Note:
[1] Disorientati? Andate a leggere
Generation X 3!
[2] Come potete vedere sullo
speciale Powerless –piccola pubblicità (non tanto) occulta-!
[3] E’ successo nel tie-in di
Capitan Marvel.
[4] Ovvero gli alieni della Covata.
#5
Xavier Institute.
Jubilee, Synch, Monet, Skin, Chamber e
Primal si trovano davanti alla scrivania del preside della Scuola per Giovani
Dotati, che li guarda trattenendo a stento la rabbia:
“Siete
tutti in punizione!”
di Sergio
Gambitt
“Ma…” fa per interromperlo Jubilee,
quando Charles Xavier continua.
“Niente ma! Avete occultato la richiesta
di riscatto di Emplate, siete partiti senza alcun permesso -e non si è ancora
capito bene con che mezzo- per una rischiosa missione di salvataggio in una
dimensione da cui potevate anche non fare ritorno, e non paghi di ciò vi siete
anche fermati ad affrontare i marziani nei cieli italiani! [1]”
“Con tutto il rispetto, signore.”
interviene Monet “La nostra missione è stata un completo successo. Non solo
abbiamo liberato Sean Cassidy, abbiamo anche recuperato uno dei succubi di mio
fratello, da cui potremo ricavare preziose informazioni su come agisce il suo
potere. Inoltre siamo riusciti a salvare un’intera nazione dagli attacchi dei
marziani, senza alcuno spargimento inutile di sangue.” e terminando lancia un’occhiata
pregna di significati all’indirizzo di Xavier.
“Quello che avete fatto…” ribatte il più
potente telepate del mondo “…è stato solo mettere a rischio le vostre vite e
quelle di chiunque tenga a voi. Come pensavate che ci sentissimo sapendo che in
piena guerra molti di voi risultavano dispersi?! So che siete in grado di
cavarvela in molte situazioni estreme, so che ormai avete raggiunto una certa
abilità nell’uso dei vostri poteri mutanti, ma vi facevo più responsabili!
Ammetto che siete riusciti a gestire nel migliore dei modi una
situazione…difficile, ma non vi è nemmeno passato per la testa che tutti quelli
che vi volevano bene potevano essere in pena per voi? Non basta il potere per
essere chiamati eroi. Ci vuole sacrificio, umiltà, responsabilità. E voi avete
dimostrato di non avere queste qualità.”
Queste parole scuotono vigorosamente i
giovani mutanti. I loro pensieri sono così forti da risaltare come dei fari
nella stanza per un telepate del calibro del professor Xavier. Jubilee è
confusa, da un lato ama e rispetta Xavier e gli X Men, ma dall’altro è
fortemente convinta della validità delle ultime scelte del gruppo. Everett non
lo sta nemmeno ascoltando, da quando ha saputo come è stato risolto il
conflitto con i marziani non riesce a togliersi dalla mente il dubbio che
l’uomo che ha davanti, per quanto grande sia, possa essere in parte
responsabile della scelta finale[2]. Monet è semplicemente
indifferente, sa cosa è giusto e cosa no, e non le servono pareri altrui per
giudicare le proprie azioni. Adam è mortificato, è arrivato da pochissimo allo
Xavier Institute e già ha preso la prima ramanzina da uno degli uomini che più
lo ha influenzato nella vita con i suoi trattati scientifici. Jono è il più
accondiscente, capisce le motivazioni del professor Xavier e, per quanto questo
possa nuocergli, sa che a volte certe decisioni vanno prese. Angelo è furioso,
non ne ha passate così tante con gli altri per poi farsi mettere sotto da un
<preside> che non riconosce come tale. Xavier tira un lungo sospiro, è
finito il tempo delle parole. Se la barriera che i ragazzi hanno posto davanti
a sé non riesce ad essere scalfita dai suoi consigli, forse è il momento di
passare ai fatti.
“Non volevo arrivare a tanto, ma a
quanto pare sono costretto. I vostri permessi d’uscita sono revocati per una
settimana, e stasera accompagnerete il professor McCoy in una ricognizione
nelle fogne. Lo scorterete in quel che resta della base sotterranea della
Bestia Nera[3].”
“Di nuovo nelle fogne?! Eyuuch…!”
esclama Jubilee con una smorfia.
“Non può costringerci a farlo!” esplode
Skin.
“Sono il preside di questa scuola, e
finché sarete studenti qui sono tenuto a prendere provvedimenti disciplinari
ogni volta ritengo sia necessario.”
I due restano a fronteggiarsi in
silenzio per qualche secondo. L’atteggiamento di questo ragazzo è
intollerabile, pensa Xavier. Nonostante la sua lunga permanenza alla
Massachusets Academy non ha imparato un briciolo di disciplina. E tutti i
segreti sul suo passato… Ha fatto ricerche sul suo conto e ha scoperto che
Angelo Espinoza risulta effettivamente morto, con tanto di cadavere e tomba a
provarlo. Tutto questo potrebbe finire per danneggiare anche gli altri. Non può
permetterlo.
Con un piccolo sforzo la mente di
Charles Xavier si insinua non percepita in quella di Angelo Espinoza. Scavando
oltre il suo recente senso di inadeguatezza e il dolore provocato dalla sua
particolare mutazione, penetra in profondità, fino a raggiungere un’immagine,
un pensiero, che sembra aver segnato la vita del giovane mutante. A terra il
corpo di un uomo ispanico di circa trent’anni, vestito con una canottiera
bianca e dei larghi pantaloni militari. Al centro del suo petto, un foro di
proiettile da cui zampilla copioso sangue. Più vicino, la canna di una pistola
fumante. Ha appena sparato. A reggerla, delle dita…grigie?
*Ça suffit!*
L’urlo psionico di Monet interrompe la
scansione. Xavier si volta verso di lei, che ricambia il suo sguardo con
un’espressione dura. Quanto è davvero potente?
“Se permette,” dice la bella algerina “vorrei
parlarle. In privato.” e con un veloce sguardo indica gli altri ragazzi. Xavier
annuisce, poi, rivolto agli altri:
“Andate pure a prepararvi voi, partirete
alle 7.”
Tutti escono dalla stanza, meno Monet.
“Mi dica pure, miss St. Croix.”
“Volevo chiederle se potrei essere
esonerata dalla…missione di ricognizione di stasera. Avrei altri impegni…”
“Lei comprende bene, miss St. Croix, che
mantenere questo atteggiamento misterioso non farà bene alla sua posizione
all’interno di questa scuola, vero?”
“Le dirò quello che posso dirle,
professor Xavier. Quello che posso…[4]”
Più tardi.
Nella vasta rete fognaria di New York
City, Henry McCoy, nelle sembianze della sempre amabile Bestia, sta scortando
sei giovani studenti della scuola Xavier verso la direzione in cui a detta loro
si troverebbe la base della Bestia Nera. I primi due in ordine di vicinanza
sono Angelo e…Paige Guthrie?
“Non riesco ancora a capire perché hai
deciso di venire anche tu…” sta borbottando il primo.
“Faccio anche io parte del gruppo, e se
fossi stata nelle condizioni di andare a salvare Sean non avrei esitato un
attimo.” risponde a bassa voce la seconda.
“Sì, ma questo non ti obbliga a subire
una punizione che avresti potuto benissimo evitare. Nessuno ti avrebbe
biasimata.”
“Lo so, lo so. Il fatto è che anche se
tutti gli <adulti> alla scuola Xavier tentano di convincerci del
contrario, sono convinta che Generation X esisterà finché ognuno di noi
continuerà a badare all’altro, finché sapremo che in ogni caso ci difenderemo a
vicenda, finché noi stessi vorremo che esista. Questa è una cosa che non
possono toglierci. E in quanto membro di Generation X, ho sentito il dovere di
partecipare alla ricognizione. Inoltre…volevo sdebitarmi con te per essermi
stato vicino mentre ero in convalescenza…”
Angelo guarda Paige con ammirazione.
Quelle semplici parole bastano a dissipare tutti i suoi dubbi sul restare o
meno allo Xavier Institute. Non per imparare ad usare i propri poteri, non lo è
mai stato. E’ sempre rimasto per avere un posto da poter chiamare casa. Per
essere parte di qualcosa.
“Bhe, non ragionate poi così male, voi
topoline di campagna…”
Più indietro, Jubilee sta discutendo
piuttosto animatamente con Primal.
“…ed è anche una telepate! Cioè, non
solo è una ragazza in gamba e in grado di cavarsela in ogni situazione, ma è
anche una delle mutanti più potenti che abbia mai conosciuto! E poi guarda la
sua astronave! Sai quanto potrebbe insegnarci sull’universo in una sola
giornata?!”
“Ehm…” risponde un po’ imbarazzato Adam,
“…sì, non c’è dubbio che Gaia sia una ragazza eccezionale, ma…”
“Eccezionale?! Eccezionale?!!” lo
interrompe Jubilee “Quella ragazza è almeno…almeno…cosmica!” e ricomincia a
tesserne le lodi. Adam cala la testa sulla mano. Cosa ho fatto di male per
meritarmi questo?, pensa.
Ancora più dietro Everett sta usando la
propria aura sincronica per imitare i poteri di Jono e parlargli
telepaticamente senza essere scoperti.
*…un genocidio! Con una sola bomba hanno
massacrato un’intera razza, ti rendi conto?! Potevano esserci marziani
pacifisti, o madri con i loro bambini, o vegetariani su quel pianeta, per
quanto ne sapevano. E loro non ci hanno pensato due volte e hanno fatto fuori
tutti!*
*Già…* risponde distrattamente Jonothon
Starsmore.
*Ehy, ma mi stai ascoltando?*
*Uh…sì, certo*
*Pensi ancora a Paige, vero?*
*Vuoi scherzare?*
*Se ti manca così tanto perché non provi
almeno a parlarle? A volte basta poco…*
*Io…non me lo posso permettere. Subito
dopo l’attacco della Covata credevo che il fatto che fosse sopravvissuta fosse
un segno, un modo per dirmi che forse tra noi poteva ancora funzionare. Poi
però, al castello di Emplate, è successa una cosa… Mi ha fatto capire che non
sono un ragazzo normale, che non potrò mai esserlo, e che non potrò mai
garantirle una relazione stabile. E’ meglio così, per entrambi.*
A queste parole Everett risponde solo
con il silenzio, che si carica di tristezza e del sapore agrodolce delle
occasioni perse.
Qualche metro più avanti la Bestia sta
riflettendo tra sé e sé sulle mezze frasi degli studenti captate attraverso i
suoi sensi ipersviluppati. Beata gioventù, pensa, così sicuri di sé e delle
proprie abilità da credere di essere pronti per ogni eventualità. Eravamo anche
noi così alla loro età?, si chiede Hank McCoy. Poi sorridendo si dà mentalmente
la risposta. Sì, lo eravamo.
Quindi arrivato ad un bivio si gira e
dice:
“Ok, ragazzi, ora mostratemi come
raggiungere il laboratorio della mia brutta copia malvagia!”
“Da questa parte” dice Paige
incamminandosi in uno scuro condotto fognario. Tutti le vanno dietro. Alle loro
spalle, non vista, arriva una piccola sfera di luce, che comincia a seguirli.
Qualche ora prima.
Trish Tilby, accompagnata dal suo
cameraman Nick, è appena arrivata al suo appartamento di Manhattan. Entrambi
mostrano ancora i segni delle loro recenti disavventure[6]. La gamba
della giornalista è totalmente ingessata, come il braccio del ragazzo, mentre
cerotti e medicazioni fanno capolino da ogni parte del corpo. Fortunatamente
però la loro degenza non è durata molto. Con gli ospedali pieni di lavoro in
seguito alla guerra con i marziani erano stati dimessi non appena operati, e
così erano potuti subito tornare a New York. E, a dir la verità, Trish non
vedeva l’ora di distendersi sul proprio letto e di farsi una dormita di almeno
un paio di giorni.
“Bhe,” dice lei raggiungendo una porta
“sono arrivata. Grazie per avermi accompagnata.”
“Oh, dovere Trish.” risponde Nick con un
sorriso imbarazzato.
“Ora penso proprio che mi godrò il mio
meritato riposo. Ci si vede in studio.”
“Ok,” risponde lui allontanandosi “a
presto allora!”
Trish lo saluta prima che salga
sull’ascensore, poi tira fuori la chiave e la infila nel buco della serratura.
Bravo ragazzo, pensa girandola e aprendo la porta. Lo spettacolo che le si
presenta la lascia a bocca aperta. Il suo appartamento è stato messo
sottosopra. Mobili ribaltati, ante degli armadi spalancate con il contenuto
rovesciato per terra, piatti e tazzine in pezzi che ricoprono il pavimento.
Trish è così sorpresa da non accorgersi delle due figure dietro di lei.
“Finalmente…” dice una di esse, e alza
una mano che si illumina di cupo rosso. La giornalista non fa in tempo a
girarsi che un caldo intenso la assale, facendole mancare l’aria. Dopo pochi
istanti crolla a terra svenuta. Viene raccolta dalle forti braccia del
responsabile dell’attacco, mentre l’altra figura apre un portale dorato alle
loro spalle. Quindi i tre scompaiono al suo interno.
“Ecco, siamo arrivati” dice Paige
indicando l’ampia zona che un tempo ospitava un avanzatissimo laboratorio. Ora
invece l’acqua ne ha allagato gran parte, e i macchinari spuntano fuori da essa
come grossi scheletri di dinosauri, corrosi dall’aria mefitica delle fogne.
Tutti entrano attraverso le spesse porte metalliche poste all’ingresso, per
sparpagliarsi con cautela all’interno della stanza. Per quanto vedano come il
laboratorio sia in decadenza, il ricordo delle torture a cui la Bestia Nera li
aveva sottoposti è ancora fresco in loro. All’improvviso le porte d’acciaio si
richiudono con un boato. Tutti si girano da quella parte, ma una voce dalla
direzione opposta li fa nuovamente voltare.
“Hank McCoy, sei accusato di omicidio di
primo grado, come ti dichiari?”
Ad aver parlato è un ragazzo che
dimostra non più di 16 anni, alto, magro e vestito con una tuta azzurra che gli
copre anche la parte superiore del viso fino ai capelli, che sono ritti sopra
la fronte nonostante la loro lunghezza. Alle sue spalle una ragazza almeno
ventenne, in un aderente costume bianco con una maschera appuntita che le copre
il viso. Da essa scivola giù una lunga treccia bionda. In mano tiene un bastone
bo, con cui tiene alzato il volto imbavagliato ed impaurito di…Trish Tilby!
“Trish!” grida la Bestia, e senza
pensare si scaglia nella sua direzione.
“Scratch!” urla il ragazzo, e dal nulla
compare un ragazzino vestito solo con un perizoma e degli stivali, mentre il
resto del corpo è cosparso da tatuaggi e decorazioni tipici degli indios
amazzonici. Intercetta la Bestia al volo e lo colpisce con i suoi artigli
affilati. Hank tenta di contrattaccare, ma le sue unghia non riescono a
scalfire la pelle del suo assalitore. Contemporaneamente da quattro lati
diversi compaiono altrettanti ragazzi, tutti vestiti con tute simili ma di
colore diverso. Il primo, un ragazzo biondo in una tuta celeste, muove
velocemente il braccio, e l’onda d’urto prodotta si propaga fino a raggiungere
Husk e Skin, che colti di sorpresa ne vengono travolti. Quando Paige si rialza,
è il volto stesso della rabbia.
“E così vuoi la guerra! Ti
accontenterò!” e sbucciandosi in una forma demantoide si lancia verso
l’assalitore. Questo sta per scagliare un’altra onda d’urto, quando si accorge
di avere le gambe attorcigliate da qualcosa. Si abbassa e vede…un tentacolo
grigio? Skin tira con forza e il ragazzo crolla a terra. Subito dopo Husk è
sopra di lui, sfiorando il suo volto con i propri artigli. Quando lo vede bene
in faccia però, la sorpresa si diffonde sul suo volto.
“Gregor?! [6]”
“Ci conosciamo?” dice il mutante sotto
di lei, colpito almeno quanto Paige, poi un’energia bianca comincia a
scorrergli nelle mani “Comunque per te sono Shockwave!” e colpisce con i palmi
delle mani Husk, che viene scagliata su Skin, prima di atterrare nelle
pozzanghere della stanza.
Nello stesso tempo una ragazza dal
costume giallo e con una maschera che le copre interamente la faccia si è
avvicinata a Jubilee.
“E tu cosa sai fare?!” dice Jubes
facendo crepitare i propri fuochi d’artificio tutt’attorno a sé, pronta a
qualsiasi attacco frontale. La ragazza non risponde. Solo, dalle fessure degli
occhi, brilla una scintilla. Due sfere luminose attaccano alle spalle Jubilee,
che riesce ad evitarle in tempo con due piroette. Contemporaneamente però una
terza le arriva davanti, troppo veloce per essere evitata. Jubes viene colpita
alla mascella e cade a terra. Quando si rialza le sue mani crepitano di
energia.
“Ti piace giocare sporco, eh? Bhe,
vediamo che succede quando anche gli altri cominciano con i colpi bassi!” e
scaglia i suoi fuochi artificiali contro la ragazza. Istantaneamente le tre
sfere si dispongono a triangolo davanti a lei, e assorbono in sé tutta la
potenza dei plasmodi di Jubilee. Immediatamente dopo rilasciano l’energia
accumulata sottoforma di una luce intensissima, che prende in pieno la giovane
mutante. Non diventa cieca solo grazie al visore che porta sempre con sé, ma il
colpo è abbastanza potente da farla crollare nell’acqua. Fire-Fly rimane per un
istante ad osservare la sua avversaria sconfitta. Dalla maschera non trapela
nessuna delle molteplici sensazioni contrastanti che sta provando.
Più in là Primal e Synch stanno
affrontando un altro assalitore, che li bersaglia con una balestra restando
avvolto nell’ombra.
“Fatti vedere!” dice Primal distruggendo
le frecce con gli artigli della sua forma rettile. Con una lentezza studiata,
questo esce dall’ombra. E’ una ragazza orientale, vestita con una aderentissima
e scollatissima tuta viola, bellissima.
“Se proprio insisti…” dice guardandolo
intensamente negli occhi. Adam sente qualcosa dentro di sé cambiare. Una
ragazza così bella non può essere cattiva, sicuramente lei è dalla sua parte. E
forse i suoi veri nemici sono quelli che finora gli sono stati vicini.
“Sì,” dice la ragazza accarezzandogli il
petto con le dita “non è me che devi combattere… Su, fammi contenta e
sconfiggilo per me.” aggiunge indicando Synch. Primal si volta ringhiando verso
Everett.
“A-Adam…?” tenta di dire questo, ma
Primal lo attacca in preda ad una furia cieca. Everett si sincronizza
immediatamente con il suo potere, e comincia a crescere fino a raggiungere le
sembianze del suo sfidante, anche se di color marrone. I due iniziano a lottare
fra di loro, mentre Tease osserva compiaciuta il suo operato dalle retrovie.
Intanto lì vicino Chamber sta studiando
il ragazzo che gli si è parato davanti. Ha gli occhi infiammati di un rosso
vermiglio, così come le mani. Dalle spalle, due larghe ali di energia rossa si
schiudono nel laboratorio. Senza alcun preavviso il ragazzo spicca il volo e
attacca lanciando una raffica rossa contro Chamber.
*Calore?* dice questo psionicamente *Spiacente,
ci hanno già provato* e risponde alla raffica con la sua energia psionica, che
colpisce l’assalitore a mezz’aria e lo fa cadere. Da lì vicino la ragazza che
teneva Trish guarda il suo capo, il quale le dà un tacito assenso per andare ad
aiutare il compagno. Un disco luminoso si apre alle sue spalle, e lei vi
scivola dentro. Compare alle spalle di Jono, sfruttando l’inerzia del
teletrasporto per colpirlo con un calcio volante. Chamber cade a terra, ma fa
in tempo a contraccambiare al colpo con una raffica psichica. La ragazza viene
scagliata indietro, ma con una piroetta atterra in piedi sul pavimento del
laboratorio. Lancia un’occhiata al ragazzo con le ali, ed immediatamente
entrambi sanno cosa fare. Un disco giallo si apre sotto i piedi di Jono, che vi
cade dentro e ricompare proprio davanti all’altro ragazzo. Questo concentra
tutto il proprio potere nelle mani, e lo scarica con un solo colpo nel petto di
Chamber. L’esplosione di energia conseguente illumina a giorno quella parte
della stanza. Quando la luce torna normale, Flamebird e Traveller guardano
soddisfatti il corpo del giovane mutante riverso nell’acqua.
A questo punto il capo degli assalitori
grida:
“Via con il piano B!”
Tutti gli altri si ritirano dalla
battaglia, lasciando Generation X e la Bestia nelle pozzanghere del
laboratorio, confusi per l’improvviso cambiamento. Hank McCoy si volta verso il
loro capo. Si trova sospeso ad un paio di metri dal suolo, mentre energia
elettrica crepita attorno a sé copiosa. Hank guarda i propri piedi, a mollo
nell’acqua, e poi di nuovo il ragazzo. Oh no, pensa, ma non ha il tempo di
reagire perché la scarica elettrica emessa dal ragazzo avvolge in un attimo
tutto il laboratorio, tramortendo i membri di Generation X e il loro
insegnante.
“Immobilizzateli!” dice il ragazzo.
Traveller tira fuori delle catene da un portale e risponde:
“Sì, Charge.”
Bene, pensa lui. Non si aspettava di
trovare il bersaglio in compagnia di un gruppo di mutanti come loro, ma doveva
ammettere che il fatto che lui fosse venuto nelle fogne gli aveva semplificato
notevolmente il suo compito. Certo, anche questi mutanti sembravano in gamba,
ma certamente non all’altezza di… Mutant
Fight!
Note:
[1] praticamente un piccolo riassunto di quanto accaduto nei
numeri 1/4 di Generation X.
[2] vedi Guerra dei Mondi #2.
[3] nel crossover tra Generation X e X Man, su X Men Universe
58 e 59.
[4] vi ricorda niente questo piccolo scambio di parole?
[5] che conoscereste se aveste letto Powerless, lo speciale di
GdM.
[6] chi si ricorda ancora di X Men Deluxe 13 alzi la mano!
#6
Sotto accusa
di Sergio
Gambitt
Caldo. Un caldo insopportabile ti
opprime, mentre muovi gli occhi su e giù per la stanza cercando di capire dove
ti trovi. Le mura sono fatte di sporchi sassi legati l’uno all’altro da
calcestruzzo screpolato in più punti. Ragnatele e polvere si accumulano negli
angoli, mentre ciuffi di paglia ricoprono il pavimento. Tenti di muoverti, ma
le tue mani sono bloccate da catene. Istintivamente apri la bocca per chiedere
aiuto, ma da essa non esce alcun suono. E poi…da quando in qua hai una bocca?!
E gli artigli rossi che fuoriescono dalle dita di mani e piedi…
All’improvviso la porta della tua cella
si spalanca, e roteando un bolas nell’aria entra una figura minuta, un
aborigeno che avanza levitando a gambe incrociate e tenendo gli occhi chiusi.
Ma quello è…Gateway?!
Non fai in tempo a realizzare cosa sta
succedendo che un vortice di energia bianca ti risucchia, e tu precipiti verso
un prato verde che si avvicina velocemente. Più vicino, sempre più vicino,
sempre più…
Chamber spalanca gli occhi nella fredda
aria della fogna. Attorno a sé i suoi compagni, tutti imprigionati da spesse
catene d’acciaio. Più in alto, su quello che sembra una specie di podio, si
trovano la Bestia e Trish Tilby, legati a due alti pali al centro dei quali si
trova Traveller. Davanti a loro invece Charge aspetta paziente che Hank McCoy
si riprenda dalla scossa elettrica con cui lo aveva tramortito[1].
Shockwave, Fire-Fly, Tease, Scratch e Flamebird sono sparsi nella stanza dietro
ognuno dei ragazzi di Generation X, attenti ad impedire loro mosse azzardate.
Ma per Jonothon Starsmore ora come ora sarebbe troppo difficile agire. E’
ancora troppo scosso per la visione. La bocca, le mani artigliate, la
prigionia, niente di questo gli apparteneva. A meno che…non si trattasse di un
ricordo non suo…
In quel momento la Bestia comincia a
muovere lentamente la testa, dicendo debolmente:
“Qualcuno fermi la stanza, per amor
del…” poi vede Trish accanto a sé ed esclama “Trishy! Dimmi che tutto questo è
solo un nuovo gioco erotico con cui volevi farmi una sorpresa…!”
La giornalista alza gli occhi al cielo
esasperata. Non solo in quella settimana ha quasi rischiato di morire per colpa
dei marziani, non solo non appena tornata a casa è stata rapita da degli
sconosciuti che l’accusavano di omicidio, ma deve anche fare i conti con un
fidanzato con un fin troppo spiccato senso dell’umorismo…
“Se avete finito voi due…” dice Charge
“…possiamo cominciare con il processo.”
“Processo?!” esclamano all’unisono la
Bestia e molti dei ragazzi di Generation X.
“Hank McCoy, o meglio Bestia, e Trish
Tilby,” continua lui ignorandoli “siete entrambi accusati di omicidio di primo
grado.”
Charge si gode la sorpresa negli occhi
di tutti i presenti, poi dice ad alta voce:
“Portate la prova!”
“Certo, Chuckye!” esclama Shockwave
avanzando con un pipistrello meccanico tra le mani. Charge lo fulmina con
un’occhiata, poi quasi gli strappa il pipistrello dalle mani. Quindi armeggia
con qualche pulsante e punta i suoi occhi verso una parete della stanza, su cui
vengono proiettate delle immagini leggermente disturbate. All’inizio si
intravede una caverna piena di robot dalle sembianze animali. Al centro di
esse, quattro figure di spalle. La prima è una ragazzina bionda e vestita con
un costume di pelle animale. Poi un ragazzo dai capelli castani in una tuta
nera e grigia. Quindi una donna dai lunghi capelli castani vestita con
un’attillata tuta viola. Infine un altro ragazzo dai lunghi capelli bianchi e
dentro un costume fucsia e viola scuro.
“Ehy, ma quelli sono Gambit, Joseph e
Ro…!” esclama Jubilee.
“Silenzio!” urla Charge e Fire-Fly mette
una mano davanti alla bocca di una Jubilee infuriata. Quindi la registrazione
va avanti. Dall’oscurità emerge un robot aggraziato, che parla con la voce
flautata di Tata.
“Sono stata buona…” sta dicendo, mentre
il suo corpo meccanico muta e si ingrandisce “…gentile…paziente… Ma voi
volevate giocare, e ora…il gioco è finito!”
Nessuna delle quattro figure reagisce.
Sembrano aspettare il momento in cui Tata sferrerà il suo mortale attacco.
“Buonanotte…” comincia a dire questa, ma
viene interrotta da un colpo alla testa proveniente dalle sue spalle.
“X Men…Zzzztt…impossibile…” prende a
dire in pieno malfunzionamento “…stupidi… bambini… Zzzzt… ritardate…
l’inevitabile… Zzzztt… la prova è… Zzzztt… appena iniziata” e la sua testa cade
per terra. Subito dopo due dei quattro si alzano in volo, mentre un altro lancia
un oggetto caricato di energia rossa verso il luogo da cui prima Tata li
minacciava. Lì adesso vi è la giornalista Trish Tilby, che tiene in mano
un’asta metallica.
“Trish?!” esclama il ragazzo che aveva
lanciato l’oggetto luminoso.
“Ci crediate o no, ero io il braccio. Ed
ecco qua la mente.” e dalle sue spalle compare la pelliccia blu della sempre
amabile Bestia. Quindi la registrazione si interrompe.[2] Charge si
volta verso Hank McCoy, come aspettandosi qualche commento, ma dalla sua bocca
esce solo un confuso:
“Non…non capisco dove volete andare a
parare…”
“Non capisci?! NON CAPISCI?!” urla
Charge concentrando in un pugno quanta più energia elettrica può e
avvicinandola al volto della Bestia “Tata ci ha raccolti quando tutti gli atri
ci avevano abbandonato, o peggio ci volevano morti! Tata ci ha accuditi, ci ha
addestrati, ci ha insegnato a cavarcela in un mondo che ci teme e ci odia!! Ci
ha cresciuti al sicuro dall’odio degli esseri umani! Per molti di noi era come
una seconda madre!! Era…era l’unica a cui interessasse di noi… E a voi due è
bastata una stupidissima spranga per mettere definitivamente fine alla sua
esistenza e andarvene lasciandola lì a marcire!! No…così è troppo facile. Hank
McCoy, Trish Tilby, siete entrambi accusati di omicidio. Come vi dichiarate?”
“Stava…stava minacciando i miei
compagni.” comincia a dire la Bestia “Dovevamo fare qualcosa per aiutarli…”
“E poi, voglio dire, è un robot…”
continua Trish “Noi non pensavamo…”
“Allora ammettete la vostra
colpevolezza, bene.” la interrompe Charge senza neanche prestare ascolto alle
sue parole “Il verdetto è: morte!”
A questa dichiarazione Jubilee scatta e
morde le dita di Flamebird, che mollano la presa sulla sua bocca.
“Ehy brutto puzzone chi ti dà il diritto
di sputare sentenze così!”
“Diritto?” risponde Charge inarcando un
sopracciglio “Mi sembra piuttosto semplice. Questi due hanno ucciso a sangue
freddo qualcuno che ci stava a cuore. In questo Paese vige la pena di morte per
l’omicidio di primo grado. E sono appena stati riconosciuti colpevoli.”
“Omicidio?!? Da quando in qua uccidere
un robot è considerato omicidio?!” interviene Angelo Espinoza.
“Tata non era un semplice robot!” scatta
Fire-Fly. Sebbene la sua maschera non lasci intravedere il volto, la sua voce
risulta rotta da violenti singhiozzi “Era una madre, era un’amica, era…tutto
ciò che ci restava…”
“Ma cosa ve lo diciamo a fare?” dice
Shockwave avvicinandosi a Fire-Fly ed abbracciandola “Tata ci ha parlato di voi
X Men. Un gruppo di mutanti ipocriti che si mettono contro i loro stessi simili
in favore di un mondo che li farebbe volentieri tutti fuori. Non capirete mai
il dolore di perdere qualcuno di così importante…”
“I miei genitori…” risponde Jubilee con
uno sguardo glaciale negli occhi “…sono stati assassinati quando ero ancora una
ragazzina. Ho portato dentro di me il dolore a lungo, non riuscivo a dare un
senso alla loro morte. Finché, non ho scoperto chi era l’assassino. Sono
partita immediatamente per affrontarlo. Durante il viaggio pensavo alle
innumerevoli torture a cui lo avrei sottoposto. Doveva sperimentare sulla sua
pelle il male che mi aveva provocato in tutti questi anni. Doveva pagare. Ma
dopo averlo affrontato e sconfitto, mentre si trovava davanti a me supplicando
la mia pietà, mi sono resa conto che anche i miei genitori avrebbero potuto
trovarsi nella sua stessa situazione. E mi sono detta che non volevo diventare
come i loro carnefici.[3] Se lasci prendere alla morte il controllo,
nella tua vita non ci sarà altro che essa.”
Il silenzio si diffonde all’interno
dell’ex laboratorio della Bestia Nera, finché una voce dalla vaga intonazione
metallica e se possibile anche più dura di quella di Jubilee lo rompe.
“Belle parole, ragazzina, ma solo
parole.” dice Traveller “Il fatto che tu non sia riuscita a vendicarti dell’omicidio
dei tuoi genitori dimostra che sei una debole, e nel posto da cui io vengo i
deboli facevano una brutta fine. Quel che cerchiamo è giustizia, e giustizia
avremo.” e punta due affilatissimi stiletti alle gole della Bestia e di Trish
Tilby. Sta per tagliar loro la gola, quando un forte rumore accompagnato da
un’intensa luce e da un grido quasi animale la blocca.
Cinque minuti fa.
Everett Thomas è sveglio già da un po’,
ma tiene gli occhi chiusi e il capo chino per non farlo capire alla ragazza
alle sue spalle, la giovane mutante che lo ha precedentemente sconfitto e che
risponde al nome di Tease. Tenendo fede al suo nome di battaglia, Synch
comincia a sincronizzare la sua aura mutante con i poteri della bella
orientale, per scoprire come volgerli a proprio favore. Un aspetto secondario
del suo potere è infatti una innata conoscenza dei poteri dei mutanti con cui
si sincronizza, talvolta perfino più profonda di quella del possessore stesso.
Ed è per questo che una volta sincronizzatosi con la ragazza, Synch apre di
scatto gli occhi e immediatamente è consapevole di stare emanando nell’aria…
“…ferormoni?!” si lascia scappare.
“Si, mio bel mutante.” dice Tease
calandosi su di lui e sfiorandogli il collo con un coltello “E funzionano solo
con i ragazzi, quindi ti sarei grata se la smettessi con il tuo patetico
tentativo di rubarmeli e ti comportassi da schiavo ubbidiente.”
“S-Sì…” dice Synch mentre il suo sguardo
si perde nel vuoto. Poco più in là, Flamebird osserva i due con un’espressione
imperscrutabile.
Nello stesso tempo Jonothon Starsmore
sta cercando un modo per liberarsi. Quei maledetti ragazzi hanno pensato
proprio a tutto, considera tra sé e sè, mi hanno incatenato in modo tale da non
poter direzionare i miei colpi psionici in altra direzione che di fronte a me.
E se lo facessi, colpirei in pieno Primal. Senza l’energia psionica sono
praticamente inerme. La mia telepatia non è potentissima, ma forse può bastare
per…
*Adam!*
“Cosa…?” sussurra questo risvegliandosi
dal sonno <indotto> dalla scarica elettrica di Charge.
*Sono Jono. Non parlare. Sono davanti a
te*
Primal alza il volto rettiliforme quel
tanto che basta per poter scorgere Chamber senza far capire a Scratch, il
mutante incaricato di sorvegliarlo, che si è risvegliato.
*Oh, sì ti vedo*
*Ascoltami bene, non c’è un attimo da
perdere. Dobbiamo liberarci da queste catene, ma ci hanno legato in modo tale
da neutralizzare i nostri poteri. Qualche idea?*
Adam si guarda intorno. Flamebird
sorveglia attentamente Jubilee, le cui mani sono comunque strette da catene che
le impediscono di usare i suoi plasmoidi. Shockwave e Fire-Fly sono alle spalle
di Husk e Skin, i cui poteri sono inutili in questo frangente. Tease minaccia
Synch con un coltello, mentre ad occuparsi di Chamber e di sè stesso è il
taciturno Scratch, in piedi alle sue spalle. Con qualche mossettina Primal
tenta di liberarsi dalle catene, ma si accorge subito che sono troppo strette
per la sua forma rettile. Però…
*Jono, quando te lo dico libera una tua
scarica*
*Ma così rischio di ucciderti!*
*Fidati di me!*
Jono annuisce, e comincia a concentrare
energia psionica nel punto in cui un tempo aveva la bocca. Quindi torna a
guardare Primal.
*Ora!* grida questo psionicamente e
dalla bocca di Chamber parte un potente raggio luminoso. Nello stesso tempo
Primal torna nella sua forma umana, e grazie al rimpicciolimento delle sue
dimensioni riesce a liberarsi dalle catene quel tanto che basta per potersi
abbassare e schivare il colpo, che invece prende in pieno uno stupito Scratch e
lo scaraventa nell’oscurità. Subito dopo Adam si libera del tutto delle sue
catene e torna in forma rettile. Quindi si volta a guardare il resto dei membri
di Mutant Fight. Lo guardano tutti minacciosi.
“Uh oh…” dice, subito prima che Charge
gridi:
“Prendetelo!”
Flamebird si alza in volo nella sua
direzione, mentre Fire-Fly e Shockwave avanzano minacciosi. Adam comincia ad
evitare agilmente le raffiche dei tre, avvicinandosi a Jubilee quel tanto che
basta da afferrare le sue catene.
“E ora cosa hai intenzione di fare,
bestione?” chiede lei con uno sguardo preoccupato.
“Ehm…scusami Jubes ma è a fin di bene…”
e la scaraventa contro Tease.
“Adaaaaaaaaaaaaaaaaaaam!!!!” grida
Jubilee poco prima di centrare in pieno la ragazza e di crollare accanto a
Synch.
“Ciao Jube, che piacere vederti…” dice
questo sincronizzandosi con i suoi poteri. Subito dopo un’esplosione di fuochi
d’artificio li avvolge ed entrambi sono liberi.
“Questa me la paghi Adam!” grida Jubilee
all’indirizzo di Primal “Subito dopo averle suonate a questi buffoni,
ovviamente!” e la sala comincia a riempirsi di plasmodi. Una raffica di Jubilee
colpisce Traveller, mentre Synch fa esplodere i lucchetti che legano Husk e
Skin. La prima si strappa la pelle e al di sotto di essa compare una sostanza
elastica, con cui rimbalza addosso a Shockwave allontanandolo da Primal, mentre
dal corpo del secondo cominciano a fuoriuscire innumerevoli tentacoli grigi che
colpiscono come fruste Fire-Fly. Synch intanto sta bersagliando Charge con dei
plasmoidi, quando sente un rumore alle sue spalle e girandosi resta qausi
sbalordito da quello che vede. Flamebird è sospeso in aria per mezzo delle sue
imponenti ali di fuoco, e energia vermiglia fluttua attorno a lui conferendogli
un’aria allo stesso tempo maestosa e sinistra. Everett non riesce a muovere un
muscolo, quasi ipnotizzato da quell’apparizione che più tardi si renderà conto
di avere inconsciamente associato al modo in cui aveva sempre immaginato gli
angeli. Dal canto suo, lo sguardo minaccioso di Flamebird non fa presagire niente
di buono, ed è per questo che Synch si stupisce quando questo apre la bocca e
dice:
“Vai.”
Synch annuisce, e comincia ad
allontanarsi chiedendosi nello stesso tempo perché mai un avversario che
avrebbe potuto facilmente ucciderlo lo abbia invece lasciato andare indenne.
Contemporaneamente.
Primal si avvicina a Jono e scruta le
sue catene, poi grida:
“Paige vieni qui, non ce la faccio a
liberarlo da solo!”
Husk si blocca in piena battaglia e dice
sbalordita:
“I-Io?!”
“Ho detto qualcosa di male?” risponde
Adam notando gli sguardi imbarazzati di Paige e Jono. I due ragazzi si guardano
negli occhi, ed è Paige a rispondere:
“No, è…la cosa più logica.” e mutando in
acciaio si avvicina a Chamber. Primal però non ha il tempo di valutare il resto
della situazione che da un angolo buio compare Scratch, il quale lo assale
ringhiando con furia animale. Adam sfodera i suoi artigli e gli graffia
l’addome, ma il liquido che esce dalla ferita non sembra essere sangue. E’ più
denso, e verde, e una volta a contatto con la sua spessa pelle da rettile
comincia a sfrigolare e ad emanare fumo.
“Aaaaaaaaargh!” urla in preda al dolore,
e si getta in una pozzanghera per bagnare la ferita “Questo è…è acido,” dice
girandosi verso il suo assalitore che lo guarda minaccioso “cosa….cosa sei?!”
Per tutta risposta Scratch si lancia
nuovamente contro di lui, ma all’ultimo secondo Adam riesce a prenderlo per i
capelli, deviandone la traiettoria verso il caposquadra. I due collidono
violentemente e cadono a terra. Quando Charge si rialza, i suoi occhi ribollono
di energia elettrica.
“Pagherete per questo, ve lo assicuro!”
Di fronte a lui e a Mutant Fight adesso
è schierata Generation X al completo, a portavoce della quale si erge una
Jubilee che contraccambia lo sguardo di Charge con aria spavalda.
“Oh…che qua dentro qualcuno pagherà per
qualcosa è sicuro… Resta da vedere chi sarà!”
Intanto all’Istituto Xavier...
Una ragazza entra con circospezione
nell’infermeria, e dopo essersi assicurata di essere sola, chiude la porta alle
proprie spalle e si avvicina ad un grosso cilindro trasparente, apparentemente
vuoto.
“Fatti vedere, so che sei lì.”
All’interno del cilindro chiuso
ermeticamente comincia a volteggiare del fumo viola, che in breve assume le
sembianze del giovane adepto di Emplate chiamato Vincente.
“Ohhh, devo aggiungere anche la
telepatia ai molteplici doni della mutante più perfetta sulla faccia della
Terra? E come mai un tale miracolo della natura si abbassa a venire a parlare
con noi poveri scherzi della natura?”
Monet ignora volutamente il suo tono
derisorio, e tentando di mantenere il controllo risponde:
“I miei <doni> non sono affare
tuo, Vincente. E quanto alla seconda domanda, non ho mai detto di essere un
miracolo della natura.”
“Non direttamente, è vero, ma hai sempre
fatto pesare a tuo fratello il fatto che tu fossi più che perfetta mentre lui
con i suoi poteri era riuscito solo ad uccidere vostra madre. E’ quel genere di
atteggiamento che può cambiare la vita di una persona…”
“Cosa vorresti insinuare?”
“Niente, niente… Solo…sono stato con
Emplate a lungo, e ci parlava spesso di te. Troppo spesso, forse. Forse ha
fatto tutto quel che ha fatto solo per sentirsi all’altezza di una sorella
egocentrica e presuntuosa, la cocca di papà che ogni giorno lo superava e
umiliava in ogni tentativo di raggiungere i suoi livelli.”
“Stai mentendo. Io non ho niente a che
fare con le scelte di mio fratello.”
“Ma certo! Se ti fa comodo crederlo fa
pure, non sarò io a farti cambiare idea. Però, non ti sei mai chiesta perché
dopo che Emplate era divenuto il signore di una dimensione mistica e aveva
ottenuto il potere che cercava è tornato da te e ti ha proposto di unirti a
lui? E perché nonostante il tuo rifiuto e il tuo scherno non ti avesse
semplicemente ucciso ma ti avesse imprigionato nel corpo di Penance, in modo
tale che lo seguissi comunque?[4] Certo, potrebbe non significare
niente. Ma potrebbe anche significare tutto…”
“Non…non cercare di imbrogliarmi. Le
azioni di mio fratello non sono una mia responsabilità…”
“Oh, e cosa ne può sapere la figlia
prediletta di un senatore algerino di responsabilità? Parli della
responsabilità di trovare un vestito adatto per uscire la sera? O di quella di
ricordarti di mettere la benzina nel tuo scooter ultimo modello? No, tu non hai
MAI saputo cosa significa la parola responsabilità. Non hai mai saputo cosa
significhi vivere in uno sporco sobborgo italiano e dover crescere i tuoi tre
fratelli minori da solo, perché tuo padre era in carcere e tua madre era morta
in seguito al suo abbandono. Non sai cosa si prova a veder morire uno dopo
l’altro i restanti membri della famiglia per una stupidissima malattia, nella
più totale indifferenza del resto della città che sputava per terra quando ti
vedeva solo perché tuo padre aveva osato pentirsi per ridurre la propria pena
in modo tale da venire aiutarti il più presto possibile. Non sai quale sia il
dolore di venire a sapere che tuo padre è morto <accidentalmente> in
galera, quando sai benissimo che è stato giustiziato per impedirgli di parlare
troppo. Oh, no. Non lo sai. Tu sei sempre vissuta nella bambagia, in un posto
in cui ti bastava schioccare le dita per ottenere quello che volevi. Non ti è
mai importato di altri che non di te stessa. Viziata com’eri non hai mai saputo
accorgerti del dolore che causavi a chiunque ti stesse attorno semplicemente
ignorandolo e non offrendogli una spalla su cui piangere nel momento in cui
aveva bisogno. Puoi convincerti davvero di essere senza colpa, dormirai meglio
la notte. Ma dentro di te saprai sempre di essere una arrogante bambina viziata
che con la sua indifferenza ha spinto il fratello a diventare quel che è
adesso. E’ colpa tua Monet, è sempre stata colpa tua.”
Monet St. Croix aveva chiesto al Professor
Xavier di restare all’Istituto per poter parlare con Vincente. Credeva di fare
una buona azione con il suo tentativo di liberarlo dall’influsso del fratello e
contemporaneamente di acquisire informazioni sul suo conto in modo tale da
poterlo scovare e finalmente sconfiggere. Non si aspettava certo che la
discussione si impostasse su questi toni. Non si aspettava di essere messa
sotto accusa, non si aspettava di essere incolpata per i molteplici crimini del
fratello. Ma soprattutto, non si aspettava che nonostante la propria aria di
superiorità, nonostante fosse realmente convinta di essere migliore della
maggior parte della gente che aveva intorno, le parole di Vincente l’avessero
colpita così profondamente da farle perdere il controllo che da sempre aveva
sulle proprie emozioni, facendole stringere una mano a pugno e permettendole di
partire in direzione del cilindro di vetro dietro il quale l’adepto del
fratello la guardava con odio feroce.
“Eh no, mia cara, se liberi un
pericoloso criminale nessuno ti crederà più quando ti vanterai della tua
intelligenza…” dice una voce alle sue spalle, mentre un gigantesco pugno blocca
a mezz’aria quello di Monet prima che distrugga la prigione di Vincente. Monet
si gira e fulmina lo sguardo dell’uomo che l’ha appena bloccata, la rabbia più
cieca nei suoi occhi.
“Ehy, ehy, non guardarmi in questo modo!
Non sono poi così brutto!!” esclama Guido Carosella ricambiando con un sorriso
la furia della ragazza “Lo diceva anche Sean quando uscivamo insieme![5]”
Monet sbuffa violentemente, poi con una
bracciata si libera della sua mano e scostandolo sgarbatamente esce dalla
stanza. Guido si gira verso Vincente, che lo guarda con lo stesso odio con cui
lo guardava Monet. Quindi dice:
“Uh, ho per caso interrotto qualcosa?”
Fogne di New York.
Ex laboratorio della Bestia Nera.
Due gruppi rivali si stanno
fronteggiando, ciascuno cercando di captare le debolezze dell’altro e di
individuare il momento giusto per attaccare. La tensione è alle stelle,
l’energia di ognuno dei mutanti è quasi tangibile, mentre scaldano i propri
poteri come i piloti di Formula 1 fanno con i motori delle auto prima della
partenza, quando il semaforo è ancora giallo. E, tra pochi attimi, scatterà il
verde.
“Adesso BASTA!” grida una voce dietro
tutti, improvvisa come un bazooka che disintegra il semaforo e pone fine alla
gara “E’ veramente troppo! Avete parlato, ve le siete suonate, vi siete
scambiate le vostre adorabili battutine da battaglia coperte da copyright, ma a
tutto c’è un limite!”
“T-Trish? Che hai intenzione di…?”
sussurra la Bestia, quando la giornalista lo interrompe bruscamente.
“Mi sono semplicemente stancata di
trovarmi tra un mucchio di bambini che a stento capiscono quali sono le cose
serie della vita, Hank! Se non l’avete notato, c’è stata una guerra qui fuori.[6]
Non è morta solo una persona, o entità meccanica che dir si voglia, ma
migliaia, milioni! E credete che chiunque abbia perso qualcuno adesso se ne
vada in giro a stanare alieni da trucidare?! Credete che ogni vita abbia perso
di senso perché una persona cara è venuta a mancare?! No!!! Si piange, si soffre,
si lotta contro il dolore, e alla fine lo si accetta! Non siete i primi che
subiscono una perdita simile, e non sarete gli ultimi, ma che mondo sarebbe se
la morte portasse solo altra morte?! Quel che avete vissuto vi avrebbe dovuto
far capire quanto è preziosa la vita, e quanto sia sbagliato usare il vostro
dolore come scusa per diventare anche voi degli assassini! Il mondo non è un
bel posto, per nessuno, ma voi siete troppo giovani per abbandonarvi ai suoi
compromessi così!”
“Ma…ma voi avete ucciso…” fa per dire
Fire-Fly, quando Trish la interrompe.
“Oh, andiamo, sappiamo tutti benissimo
che se non l’avessimo fermata, Tata avrebbe fatto fuori Gambit, Rogue e
Magne…volevo dire Joseph. Ma quel che inte…”
“Aspetta!” la ferma Charge “Cosa hai
detto?!”
“Bhe, che Tata avrebbe ucciso Gambit,
Rogue e Joseph se noi…”
“No, non hai detto Joseph, hai detto
qualcos’altro prima.”
“Stavo per dire Magneto, ma non sarebbe
stato esatto visto che Joseph è solo un suo clone…”
“Un COSA?! E di CHI?!” grida sbalordito
Charge, poi, riprendendosi un attimo dalla sorpresa “Io…ho bisogno di
riflettere. Traveller, riportaci tutti a casa!”
La ragazza dal volto coperto da una
maschera annuisce e una serie di dischi gialli si aprono nella stanza,
risucchiando ognuno dei membri di Mutant Fight. L’ultimo rimasto è Charge
stesso, che prima di sparire ha il tempo di dire:
“Per questa volta ve la siete cavata, ma
presto sentirete di nuovo parlare di Mutant Fight!” ed entra nel disco di
Traveller. Quindi…silenzio. Tutti si guardano interdetti negli occhi. Solo
Trish pone la domanda che sta frullando nella testa di ognuno.
“Cosa…cosa è successo?”
Note:
[1] nel numero scorso.
[2] …ma se volete sapere come continua non dovete far altro che
rileggere X Men 99.
[3] questa la versione “intimistica”di quanto successo
nell’annual di Generation X del 1999, pubblicato su X Men Universe 65 e 66.
[4] tutto narrato su X Men Universe 50.
[5] non preoccupatevi, non si riferisce a Sean Cassidy ma
all’attrice Sean Young, con cui Guido flirtava ai tempi della grande X Factor
di Peter David.
[6] ovvero l’epica Guerra dei Mondi.
Riguardo all'apparizione di Guido
Carosella, beh, questa storia è situata prima di X-Legion #1, in cui
Forzuto si trova nella villa californiana di Lila Cheney; infatti, Gen-X #6 è ambientato
ancora durante il recupero di Lila Cheney dall'infezione della Covata (vedi i
primi numeri di Incredibili X-Men MarvelIT!), periodo in cui,
evidentemente, Guido aspettava a Villa Xavier la guarigione della sua abituale
datrice di lavoro (tornata a casa, quindi, dietro le quinte tra questo episodio
ed X-Legion #1).
Note dell’autore: e con questa storia si può finalmente dire concluso il primo ciclo di Generation X. Dal mio punto di vista, sono state fatte molte cose. Lo stesso riproporre Emplate come primo villain della serie è un omaggio alle storie di Lobdell, al cui periodo le atmosfere della mia serie vogliono rifarsi. Per far ciò non ci sono andato giù né troppo seriamente né con troppo umorismo (bisogna ricordare che il gruppo è fatto da ragazzi, che devono pensare e parlare come ragazzi) senza ignorare nemmeno quei piccoli momenti di introspezione delicati e per niente forzati che lo scrittore ci ha abituati a leggere.
In questo primo ciclo, ho innanzitutto presentato i personaggi, che sono i veri protagonisti della serie e meritano ognuno di essi un approfondimento accurato. Come seconda cosa, oltre a definire una volta per tutte la minaccia di Emplate e dei suoi succubi, ho introdotto un team nuovo di zecca, ovvero Mutant Fight, sebbene tre di loro siano ‘ispirati’ a personaggi già apparsi (due di loro anche mooolto famosi), che funge da passaggio dall’era di Lobdell alla miaJ. Inoltre... tenete bene a mente tutti i dettagli, perché molti di essi verranno ripresi negli episodi successivi!
Come al solito, per commenti, suggerimenti o insulti l’indirizzo è: gambittolo@hotmail.com