Generation X

 

 

#1

The last generation

 di Sergio Gambitt

 

 

Una settimana fa.

Massachusets Academy, Boston.

Dappertutto ci sono operai che, sotto la supervisione di Tom Corsi e Sean Cassidy,  stanno caricando diversi oggetti su camion per trasferirli a Westchester. Tra le casse delle attrezzature dell’infermeria ne spicca una particolarmente grossa, costituita da un grosso parallelepipedo di legno. Dentro di essa giace in sospensione statica il corpo di Emplate. Gli operai lo caricano rudemente sul camion, e Tom e Sean si scambiano un’occhiata preoccupata. Poi Tom dice:

“Li accompagno, non si sa mai.”

Sean annuisce e Tom sale sul camion, che immediatamente parte.

Il viaggio procede tranquillo, finché l’autista non scorge un corpo disteso sull’asfalto e frena bruscamente. Tom scende dal camion e va a controllare. E’ una ragazza dai lunghi capelli rossi, che giace svenuta a faccia in giù. Tom le dà qualche colpetto, poi le prende la spalla e delicatamente la gira. Appena la vede in faccia quasi trasale: la ragazza ha gli occhi di un rosso fiammante!

“Mio cavaliere! Vieni a dare un bel bacio alla tua dama!!” e detto questo la ragazza mette una mano dietro la nuca di Tom e lo spinge contro di sé con forza, premendo le proprie labbra contro le sue. L’uomo comincia a sentire un caldo intollerabile…cerca di dimenarsi ma la stretta della ragazza è troppo forte, mentre sente che le proprie forze lo abbandonano sempre di più. Grosse gocce di sudore cominciano a colargli lungo la faccia e alzando gli occhi al cielo sviene.

“Mmm…sei rovente mio eroe, ma non quanto Hotgirl!”

Contemporaneamente vicino al camion si materializzano Benda e Bulwark, che neutralizzano l’autista e gli operai. In pochi secondi il camion è alla loro mercé. In un guizzo di luce compare anche D.O.A. che fa cenno a Bulwark di aprire il camion. Bulwark distrugge il portello posteriore, e tira fuori la cassa in cui si trova Emplate. Poi la scoperchia e D.O.A. collega il suo minicomputer portatile alla camera statica, aprendola. Emplate si risveglia ed esce fuori frastornato:

“Dove…dove sono?”

“Tra amici…sir” risponde D.O.A. ghignando.

 

Oggi.

Primo mattino

Quartier Generale dei Fantastici 4

Qualcuno bussa alla porta. Susan Storm va ad aprire la porta, indirizzando meccanicamente un “Chi è?” assonnato al citofono. Con la coda dell’occhio sbircia nel videocitofono e rimane di stucco: alla porta degli F4 stanno bussando il Dottor Destino e Wizard! Istintivamente preme il pulsante dell’allarme e attiva il suo campo di forza invisibile. Quindi apre di scatto la porta e si trova di fronte…Banshee che tiene per le orecchie Artie e Pulce e dice imbarazzato:

“Scusali, da quando hanno gli induttori d’immagine è impossibile stargli dietro…” e poi, vedendo l’espressione ancora attonita della Donna Invisibile, “…potremmo…ehm…entrare?”

 

Westchester.

Chamber e Skin sono nel parco della scuola. Spirali di energia psionica circondano il corpo del primo mutante, mentre il secondo guarda interessato le fluttuazioni di energia che vanno dilatandosi sempre più. Improvvisamente Chamber si illumina intensamente e richiama in sé tutta l’energia. Immediatamente dopo la emette tutta in un’unica scarica rivolta ad un grosso albero davanti a lui. L’albero risplende per un istante e poi esplode in minutissimi frammenti di segatura, che scendono giù sui due ragazzi come neve gialla.

“Hey! Jono uno, Madre Natura zero! E’ uno sfogo isolato o devo chiamare Greenpeace?”

*Volevo solo dimostrare a me stesso di saper fare qualcosa di speciale con questi poteri. Ero stufo del fatto che Ev li sapesse usare meglio di me.*

“Ah si? E da quando in qua distruggere un albero è speciale?! Hai distrutto anche oggetti più grandi e resistenti!”

*Ma mai così. Ho concentrato l’energia non in un solo colpo, ma in una miriade di scariche a livello microscopico, che hanno separato le singole molecole l’una dall’altra in modo tale da disintegrare l’albero* poi Jono si gira verso Angelo e lo guarda con uno sguardo seccato *E per cosa dovrei sfogarmi poi?*

Angelo alza gli occhi al cielo e impreca: “Madre de Dios, ma chi mi ha eletto psicologo personale di questo testone?!” poi torna a guardare Jono e dice “Forse perché adesso che non c’è più la minaccia di Tristan e che Paige è libera sei combattuto tra il tentare di riconquistarla e quello stupido orgoglio per cui sei qua fuori con l’unico ispanico grigio al mondo piuttosto che essere dentro con lei!!”

*Ma che idiozie! Con Paige ormai è finita! Se ha preferito quello spocchioso miliardario a me non vedo perché dovrei farmi avanti ancora una volta!*

“Forse perché eri stato tu il primo a farti indietro quando ti eri reso conto che la faccenda si stava facendo troppo seria” dice Angelo tornando verso la scuola “Riflettici.”

Jono resta fuori con lo sguardo fisso a terra, al centro di una grossa spirale di polvere gialla.

 

Quartier Generale dei Fantastici Quattro.

Banshee è in cucina e sta prendendo un caffè assieme a Sue Storm e a Reed Richards.

“Mi scuso ancora per lo scherzo di prima…i ragazzini a volte sono imprevedibili, e loro non sono certo ragazzi normali…”

Reed sorride e dice:

“Non preoccuparti Sean, so bene quanto deve essere difficile occuparsi di tutti loro. Ma vedo che comunque state facendo un ottimo lavoro. Franklin era entusiasta del periodo passato assieme ad Artie e Pulce.”

“Ed è proprio di questo che vi volevo parlare. Ultimamente l’Istituto Xavier è tornato alle sue antiche funzioni: rendere in grado i giovani mutanti di capire e gestire i propri poteri. Abbiamo corsi per tutte le età, e pensavamo che forse anche a Franklin sarebbe piaciuto parteciparvi. Del resto è un mutante anche lui, uno dei più potenti. E’ necessario non solo che qualcuno gli insegni a sfruttare al meglio il suo potere, ma anche che qualcuno lo sorvegli giorno per giorno. Affidandolo all’Istituto Xavier non avreste più questa grossa responsabilità su di voi…”

“Una responsabilità che ho deciso di prendere il giorno in cui ho detto sì sull’altare” lo interrompe Susan. Poi, parlando con dolce determinazione, aggiunge “Sono convinta che un bambino debba crescere con i suoi genitori. Per quanto impegnati essi siano devono sempre trovare il tempo per il proprio figlio: per accudirlo e per istruirlo sulla vita. Inoltre voglio che Franklin viva una vita più normale possibile, e mi spaventa il fatto che in futuro riesca a legare solo con persone dotate di poteri come lui. Non credo che sarebbe una buona idea iscriverlo alla scuola Xavier, ma ti ringrazio lo stesso per l’invito.”

“E terremo presente la tua proposta ogni volta che ci servirà un posto sicuro in cui lasciare Franklin” aggiunge Reed.

“Mi fa piacere” dice Sean, e poi, guardando le volute del suo caffè che stanno diventando sempre più ampie e viola impreca “Ma che…!” ma non finisce la frase a causa del fumo, che ha già occupato tutta la stanza. Pochi istanti dopo Sean e Reed giacciono svenuti a terra. L’unica ancora in piedi è Sue, che è riuscita ad innalzare un campo di forza al primo segno di pericolo. Tuttavia quel poco gas che ha respirato le ha prodotto qualche istante di disorientamento, di cui approfitta una figura simile ad una mummia che è comparsa dal fumo.

“ ’ove credi di andare, bella?” e prima che la Donna Invisibile possa reagire la mummia apre due piccoli dischi di teletrasporto davanti al campo invisibile, in cui infila le braccia. Queste ricompaiono dall’altro lato del campo di forza, strangolando Susan Storm fino a farla svenire. Accanto a lui il fumo si materializza in Vincente, che dice, rivolto ad una figura nell’ombra, “Che ne facciamo ora di questi?”

“Vincente, Murmur, voi legate i due Fantastici Quattro in modo tale che non possano usare i loro poteri” la figura esce dall’ombra…è Emplate! “D.O.A. tu occupati di Mr. Cassidy. Portalo al faro ed immobilizzalo, giusto nel caso mi venisse fame più tardi...”

 

Palestra dei Fantastici Quattro.

La Cosa sta sollevando un paio di grossi pesi metallici, quando dalle sue spalle giunge una voce:

“Sempre lì a fare lo sbruffone su quanto sei forte eh?”

E poi un’altra, dal forte accento tedesco: “Ora lo vedremo!”

Un pugno colpisce Ben alle spalle e lo scaraventa all’altro lato della palestra. La Cosa si rialza e vede Benda e Bulwark avvicinarsi minacciosi. Prova a colpire Bulwark ma questo assorbe il colpo senza mostrare il minimo danno, mentre Benda spara un raggio ottico al fianco destro della Cosa, lasciato scoperto nell’attacco a Bulwark. Ben cade nuovamente, ma stavolta trova molto più difficile rialzarsi.

“Forse ti sei battuto alla pari con Hulk,” dice Benda, “ma contro due come noi non hai la minima possibilità”

E detto questo lo colpiscono all’unisono con due diretti, atterrandolo definitivamente.

 

Stanza privata della Torcia Umana.

Johnny sta facendo un po’ di zapping in TV. Girando per i canali trova Baywatch e decide di lasciare per qualche minuto, quando dalla porta retrostante la televisione esce Hotgirl, con due occhialetti rotondi rossi che le coprono gli occhi. Con fare provocante, la ragazza gli dice:

“Sempre così voi uomini. Sempre a guardare le playmate mentre sotto il vostro naso passano donne infinitamente migliori. E tu? Sei pronto a cogliere l’occasione?”

“Puoi scommetterci rossa, sono tutto un bollore!”

Hotgirl abbassa gli occhialetti e gli occhi le si accendono di un rosso brillante, mentre dice:

“Oh, non sai nemmeno quanto…”

Johnny sente il proprio calore corporeo crescere, ma dopo i primi attimi di panico si infiamma neutralizzando il potere della ragazza.

“Mi sa che hai trovato la persona sbagliata per provare questo trucchetto…”

“E’ per questo che ha portato me…” dice una roca voce femminile dietro di lui, e subito dopo dei tentacoli metallici circondano il collo di Johnny, togliendogli il respiro. In breve anche lui è a terra esanime.

“Dovevi solo distrarlo…avrei dovuto attaccarlo io…erano queste le istruzioni…” la seconda ragazza avanza verso la luce. E’ vestita completamente di nero, anche sul viso che è coperto da una maschera alla cui sommità spuntano due corna. Dai polsi escono due fruste metalliche, una delle quali ancora circonda il collo della Torcia.

“Rilassati Sheva, impara a goderti la vita. Mi stavo solo divertendo! Dovresti imparare anche tu a farlo.”

Sheva guarda Hotgirl con odio dalle scure fessure per gli occhi, poi dice:

“Andiamo…Emplate ci sta aspettando…”

 

In cucina adesso ci sono tutti gli F4 svenuti e legati e la banda di Emplate al completo. “Ottimo lavoro miei adepti. Abbiamo ciò per cui siamo venuti.”

D.O.A. si avvicina ad Emplate: “E i piccoli, sir?”

“Andranno bene per uno spuntino. Ora andate, penserò io a loro.”

D.O.A. annuisce e dopo aver digitato qualcosa sul suo minicomputer scompare assieme al resto della squadra. Emplate avanza minaccioso e con un sorriso maligno dice:

“Ucci, ucci…sento odor di mutantucci…”

 

Westchester.

Jubilee ha appena ricevuto il biglietto con il numero della stanza a cui è stata assegnata, ed è al settimo cielo perché è la stessa che aveva quando abitava all’Istituto Xavier. Raggiante di felicità raggiunge la camera, ma prima di entrare nota subito che qualcuno l’ha preceduta. Sul pavimento ci sono della valigie aperte, e vestiti e biancheria femminile sono adagiati con ordine sul letto, mentre una ragazza ne sistema altri nell’armadio. Un altro passo e la curiosità di Jube si trasforma in orrore: la ragazza è Monet St Croix, la sua più odiata compagna di squadra!

“Hey, Miss Perfezione! Hai toppato finalmente! Questa è la mia stanza!!”

Monet si gira e lancia appena uno sguardo a Jubilee. Poi con aria di sufficienza, senza smettere di riporre i vestiti nell’armadio, dice:

“Ancora una volta hai dimostrato la tua inettitudine, Lee. Alle elementari non ti hanno insegnato a leggere i  numeri?”

Jube, su tutte le furie, blocca il braccio di Monet e guardandola fissa negli occhi dice:

“Ti do tre secondi…”

Monet ricambia lo sguardo duro, poi risponde:

“Sei così ansiosa di prenderle di nuovo, Lee?”

“Problemi?”

Le due ragazze si girano di scatto verso la direzione da cui è venuta l’ultima domanda. Ororo è appoggiata all’uscio da non si sa quanto tempo, e osserva con disapprovazione la tensione evidente tra le due.

Jubilee è la prima a parlare:

“Ci deve essere stato un errore, a quanto pare siamo state assegnate alla stessa stanza” e poi, lanciando un’occhiataccia verso Monet, aggiunge “La MIA stanza…”

“Non c’è stato nessun errore” replica Ororo, e nel dirlo scosta la porta d’ingresso alla stanza quel tanto che basta per lasciare intravedere una brandina. Le due ragazze capiscono tutto nello stesso momento. Si guardano in faccia inebetite ed impallidiscono.

“Ora vi lascio, credo che abbiate molto di cui discutere”

“Ma…ma…”

“Niente ma,” risponde Ororo uscendo “vi farà bene passare un po’ di tempo assieme…” e poi, con un sorrisetto sulle labbra “…compagne.”

 

Quartier generale dei Fantastici Quattro.

Franklin, Artie e Pulce stanno giocherellando con una palla blu, mentre si scambiano le proprie esperienze di vita, non del tutto ordinarie.

“…e poi c’è Logan. E’ il più basso di tutti, peloso e puzza di sigaro. Bobbino ci ha detto che quando è arrabbiato gli escono artigli dalle mani e comincia a sbatterli in aria e a gridare parole senza senso finché non arriva Fenice e lo fa calmare…” mentre Pulce parla, Artie proietta delle immagini in rapida successione di una caricatura di Wolverine che fa a pezzi un coniglietto bianco “Ti dico un segreto” dice Artie portando la mano accanto alla bocca e avvicinandosi all’orecchio di Franklin “A Logan piace Fenice, ma Bobbino ha detto che lei non lo vorrà nemmeno quando arriverà l’Apocalisse…!”

I tre ragazzini cominciano a ridacchiare sotto i baffi, come se condividessero chissà quale segreto che rende così speciale la loro amicizia. Poi Franklin dice:

“Anche al mio zio Ben piace una ragazza. Ma lei preferisce quella brutta copia di un Oscar di Silver Surfer, per questo è andata con lui. Secondo me zio Ben doveva dare il fatto suo a Surfer, così si vedeva chi era il più forte. Zio Ben è il più forte di tutti, quando c’è lui non ho paura di niente.”

“E’ per questo che adesso devi cominciare ad avere terrore, ragazzino!”

I tre si voltano e vedono sull’uscio Emplate, che protende verso di loro le bocche fameliche sulle palme delle sue mani.

“E’ il mostro mangiamutanti!” grida Pulce, e istintivamente usa il suo potere mutante per spegnere quello di Emplate. Il mostro urla e si piega in due, e questo dà il tempo ai ragazzi di scappare nel corridoio. Quando Emplate si rialza non ha più le bocche sulle mani, ma conserva ancora l’aspetto orribile di prima.

“Così volete il gioco pesante, eh mocciosi? Bene, l’avrete!”

Emplate torna nel corridoio e vede che Artie, Pulce e Franklin sono rimasti bloccati alla fine di esso. In pochi istanti è su di loro e con gli artigli lancia un fendente alla testa di Pulce. L’immagine del ragazzo si dissolve immediatamente davanti a lui, e contemporaneamente tre corpicini sbucano dal nulla e spingono Emplate nella palestra. Quindi Franklin chiude ermeticamente la porta e avvia la sequenza di riconoscimento e abbattimento intrusi della stanza.

-ANALISI BIOFIRMA IN STANZA <PALESTRA> ATTIVATA…BIOFIRMA MUTANTE NON IDENTIFICATA…PROCEDERE CON L’ELIMINAZIONE-

Dagli angoli della palestra fuoriescono laser che cominciano a bersagliare Emplate. Al di fuori della stanza i tre mutanti si danno il cinque.

“Grande Artie!” grida Franklin entusiasta “Quell’ologramma sembrava davvero noi!”

Ma la gioia dura per poco. Dopo qualche minuto infatti qualcosa comincia a spingere la porta della palestra. Le artigliate di Emplate lasciano profondi solchi nel metallo della porta e con uno schianto definitivo questa è a terra. Dal fumo della palestra esce il mostro, con i vestiti a brandelli ma con la pelle sottostante intatta.

“Ora sono DAVVERO arrabbiato!!”

Spaventati i tre ragazzini tornano nella stanza di Franklin. Emplate implacabile li insegue, riuscendo a bloccarli contro un muro.

“Vi avrei lasciato vivere dopo essermi cibato, piccoli mostriciattoli, ma adesso credo proprio che state per lasciare questo mondo.”

“No!” grida Franklin “Ancora non hanno conosciuto il mio amico!”

“Chi?!” chiede Pulce, mentre Artie proietta un grosso punto interrogativo rosso.

“Mr. Palla!”

Artie e Pulce guardano confusi Franklin, ma si accorgono immediatamente che questo sta sorridendo ed indicando con gli occhi la palla blu con cui stavano giocando prima. Anche Emplate, incuriosito, si volta per osservare l’oggetto dell’attenzione dei ragazzi.

 Un bambino ha bisogno di amici. Non solo di guide come possono essere i genitori o i maestri, o di modelli di vita come zii e cugini più grandi. Il fattore essenziale per un bambino è avere attorno dei coetanei, con cui parlare dei propri interessi e condividere la grande magia del crescere insieme. Quando non si ha questa possibilità, non di rado succede che il bambino sublima questo bisogno con degli amici immaginari, frutto del suo stesso subconscio ma fatti in modo tale da risultare esterni alla sua stessa coscienza. Ma cosa può succedere quando il bambino possiede il potere inconscio di alterare la realtà?

La palla comincia a cambiare. Dai fianchi e dal basso cominciano a fuoriuscire delle piccole appendici, mentre su una facciata si vanno delineando due occhioni e una gran bocca sorridente. In breve la palla è diventata una specie di Pac Man blu che, con una vocina da cartone animato grida ad Emplate:

“Ehy mostro, lascia stare i miei amici!!” e prima che Emplate possa reagire Mr. Palla si ricompatta e comincia a bersagliarlo da tutte le direzioni, ad una velocità tale da sfuggire ai suoi artigli. I ragazzini scappano di nuovo dalla stanza, lasciando Emplate alle prese con Mr. Palla per qualche minuto. Poi, così come era apparso, Mr. Palla ritorna un semplice pallone. Nello stesso momento però in stanza irrompono i Fantastici Quattro, con Artie, Pulce e Franklin al seguito.

“Vediamo cosa sai fare quando non colpisci alle spalle, vigliacco!” grida Reed Richards.

“Sarà per un’altra volta…D.O.A.!”

Il servitore di Emplate compare in un lampo abbagliante e teleporta via il suo padrone.

Reed guarda Artie, Pulce e Franklin e dice:

“Ma come avete fatto a bloccarlo qui tutti soli?”

I tre si scambiano un’occhiata ridendo, poi Franklin risponde:

“Mi ha aiutato uno spiritello blu”

 

 

Note:  Tom Corsi è stato allenatore di Generation X per un bel periodo. I membri del gruppo di Emplate sono comparsi quasi tutti su Wiz 21, tranne Benda (comparso su X Men Universe 64) e Hotgirl e Sheva che sono di mia creazione.

 

 

#2

Biopsia di un’adolescenza

di Sergio Gambitt

 

 

Xavier Institute.

Everett, Angelo e Adam Berman, altresì conosciuto come Primal, stanno discutendo nel parco della villa.

“...non sto tentando di giustificare quel che è successo," sta dicendo Everett "dico solo che un errore può capitare a tutti.”

“A causa di quell'errore quattro mutanti sono morti, Ev, senza contare che Paige per ora è sul tavolo operatorio e non si sa se la cura dall'infezione della Covata avrà effetto oppure no.” ribatte un Angelo Espinosa piuttosto irritato.

“Ma chi avrebbe potuto sapere che Lila Cheney fosse stata infettata? Gli alieni della Covata possono mantenere le sembianze dei corpi che occupano e a prima vista non si può stabilire chi sia stato infettato o meno...”

“Ma è proprio questo il punto!” sbotta Angelo “Viviamo nell'Istituto Xavier, nella base stessa degli X Men, e molti dei loro nemici sanno di questo posto. Senza un adeguato sistema di sicurezza cosa impedisce a Mystica, o a Sinistro, di introdursi di nascosto?!”

“Bhe, sì, hai ragione...” risponde Everett in difficoltà, poi si volta verso Adam e gli chiede “E tu, come la pensi?”

“Io...” risponde il ragazzo, un po' a disagio “...io non conoscevo gli altri, ad alcuni di loro non ho neanche avuto il tempo di rivolgere la parola. Certo, mi spiace, ma se la Covata agisce così non c'erano molti modi di prevedere questo disastro. Piuttosto...” e qui la voce si fa più decisa “...piuttosto mi è sembrato che le loro morti siano state abbastanza inutili. Cioè, il modo per guarirli dall'infezione c'era. Se solo fossero stati un po' meno precipitosi nel gestire la faccenda...”

“Ecco!” esclama Angelo “Se Paige è viva lo dobbiamo solo ad un gigantesco colpo de trasero! Ero con gli X Men durante questa faccenda, e posso dire che fin dall'inizio sono stati troppo frettolosi nel gestirla. E pensare che quando ho provato a farglielo notare quel vecchio cabron di Cable mi ha zittito malamente! Dovevano lavorare, loro, ed ecco quel che è successo!”

“Sei ingiusto, Angelo...” dice solo Everett.

“No, sono loro a dichiararsi X Men. Sono loro quelli che non ci ritengono abbastanza in gamba per risolvere i nostri problemi. Hanno voluto loro questa responsabilità, e ora ne subiscono le conseguenze!”

“Sono sicuro che stiano soffrendo più di quanto immagini...”

“Peccato che il loro rammarico non riporterà in vita gli altri.” dice secco Angelo, concludendo il discorso. I tre continuano a passeggiare in silenzio per un po', poi un grido li fa voltare verso la villa.

“Ragazzi!” Jubilee è ad una finestra a sbracciarsi per attirare la loro attenzione “Venite presto! Cassidy è stato rapito!”

I tre si guardano in faccia, poi Adam rompe il silenzio:

“Ma è sempre così movimentato da queste parti?”

 

Sala mensa dello Xavier Institute.

Attorno ad un tavolo rettangolare sono seduti, procedendo in senso orario, Adam, Angelo, Jubilee, Everett (a capotavola), Monet e Jono. Jubilee ha appena finito di raccontare come Sean Cassidy, ex tutore di Generation X, sia scomparso.

“Prima Paige e adesso Sean...sicuri che l'Istituto Xavier non sia stato costruito sopra un cimitero indiano?” dice con tono sarcastico Angelo.

“No, ma nel parco c'è un portale dimensionale per un mondo popolato da demoni, se t'interessa.” risponde Monet. Poi, ignorando l’esasperato “Ah! Perfetto!” di Angelo, continua “Comunque se Emplate si è limitato a rapire Mr. Cassidy avrà sicuramente qualcosa in mente.”

“Brava cervellona!” risponde Jubilee “Ci sei arrivata da sola o hai frugato nel mio cassetto della biancheria?!”

“Ti assicuro che non ne avrei alcun interesse, Lee. Non mi piacciono gli abiti troppo stretti...”

Jube incassa il colpo trattenendo a stento la rabbia. Quindi, ignorando la bella algerina, dice:

“Oggi ho incontrato Artie e Pulce. Mi hanno dato questo...” Jubilee si guarda intorno con circospezione per qualche attimo, per assicurarsi che non ci siano altri nella stanza, poi tira fuori un biglietto e lo poggia sul tavolo. Everett lo prende e lo legge ad alta voce:

“Ho il vostro capo. Se lo volete rivedere vivo presentatevi domani a mezzanotte al faro di Dellys. E portate con voi Penance.”

Monet prende il biglietto e, dopo averlo guardato per un istante, dice:

“La scrittura è sicuramente la sua, e Dellys è la località marittima algerina in cui passavamo le vacanze quando eravamo piccoli. Ed è anche lì che mio fratello riuscì ad aprire il primo portale mistico per altre dimensioni.”

Il silenzio cala tra i ragazzi, finché Jubilee non pone la fatidica domanda:

“Allora...che facciamo?”

“Bhe...mi sembra logico darlo agli X Men e...” fa per dire Everett, ma viene interrotto da Angelo.

“...e stare a guardare un altro massacro. Mi spiace ma non mi fido molto dei loro metodi. E a quanto pare nemmeno Artie e Pulce...”

“Sono d’accordo.” interviene Monet “Del resto abbiamo più volte dimostrato di essere in grado di sconfiggere mio fratello e i suoi mutanti. Possiamo rifarlo.”

*Senza contare che Mr. Cassidy darebbe anche la propria vita per noi.* continua Jonothon *Glielo dobbiamo.*

“E' vero.” dice Jubilee “E poi siamo una squadra, e ogni squadra che si rispetti pensa ai propri membri!”

Tutti si girano verso Everett.

“Se la mettete così...” dice il giovane mutante “...bhe, siamo una squadra, no?”

“A proposito di squadre,” interviene Angelo “io non vengo.”

I ragazzi si voltano verso di lui, sbalorditi dalle sue parole.

“C'è bisogno di qualcuno che vada con Paige a Muir,” continua Angelo “che sia con lei quando si risveglia per tranquillizzarla. Andrò io.”

Tutti annuiscono in segno di approvazione. Angelo guarda Jono e scorge una silenziosa approvazione nei suoi occhi, mentre all'interno della sua mente risuona un sussurrato *Grazie*.

“Ok, ora che abbiamo deciso resta il problema del viaggio.” dice Jubilee “Cosa diciamo agli altri? E come arriviamo in Algeria?”

*Possiamo chiedere un permesso per andare in città una sera.* dice telepaticamente Jono *Ma non saprei proprio come arrivare fino in Africa*

“Potrei pagarvi i biglietti aerei se non avete i soldi, non sarebbe un problema per me.” risponde Monet.

“Riecco l'arrogante riccona che crede che tutti gli altri siano dei poveracci senza risorse perché non possiedono denaro!” scatta Jubilee.

“Ragazze...” tenta di calmarle Everett.

“Veramente volevo solo essere gentile, ma non credo che nelle strade in cui sei cresciuta ti abbiano insegnato in concetto di gentilezza...” risponde Monet.

“Di sicuro ho imparato a cavarmela da sola anche con poco! E a non credere che tutti siano inferiori solo perché ho ricevuto la prima carta di credito al mio dodicesimo compleanno!”

“Ragazze...” ci riprova Everett, senza risultato.

“Io almeno l'ho festeggiato a casa il mio compleanno, e non avevo bisogno di rubare in un grande magazzino per potermi sentire importante!”

“Ragazze...”

“Zitto!” urlano all'unisono Jubilee e Monet in direzione di Everett.

“Ma io so come raggiungere l'Algeria...” dice con un filo di voce il giovane mutante.

*Smettetela voi due.* tuona Jono direttamente nelle loro menti, poi, rivolto ad Everett *Cosa hai in mente?*

“Vi ricordate Gaia? Se ne andò qualche tempo fa con la sua astronave per poter visitare l’universo. Bene, quel che non sapete è che quando partì mi lasciò questo ciondolo.” Everett mostra agli altri un oggettino metallico a forma di goccia, poi con uno scatto lo apre in due facciate: sulla prima c'è una foto di Gaia, mentre sull'altra un piccolo pulsante “Premendo questo bottone posso chiamarla, in qualsiasi parte dello spazio si trovi. Me lo ha dato nel caso ci fosse stata la necessità di contattarla.”

Sia Jubilee che Monet lanciano un'occhiata di gelosia prima verso la mutante che sorride dalla foto, e poi l'una verso l'altra.

*Ottimo, chiamala e chiedile se domani può venire con noi.* dice Jono *Ci sono altre domande?*

Adam, che fino ad adesso era stato zitto, alza timidamente la mano.

*Sì?*

“State davvero progettando di contattare con un aggeggio piccolo quanto quel ciondolo una ragazza la cui astronave potrebbe essere anche ai confini del cosmo per raggiungere un mutante malvagio in un'altra dimensione?”

*Sì*

“Oh, non me lo perderò per niente al mondo!”

 

Interludio

Notte.

Times Square, New York.

Sette figure avvolte nell’ombra scrutano l’entrata della metropolitana.

“Il posto è questo.” dice la prima, con tono autoritario “Fire-fly, manda le tue sfere a perlustrare la zona. Traveller, Flamebird, andate a prendere la donna.” un disco luminoso si apre alle sue spalle e due figure vi scompaiono dentro “Fra poco avremo la nostra vendetta!”

 

Il giorno dopo.

In un boschetto vicino Westchester atterra una piccola astronave. Il portello si apre e facendosi strada tra i fumi e le luci dell'atterraggio esce una ragazza dai capelli viola in un costume attillato fucsia.

“Salve ragazzi!” esordisce Gaia “Da quanto tempo!”

“Sempre troppo...” risponde Synch, chiaramente colpito dall'aspetto della giovane mutante “Ti trovo in splendida forma!”

Jubilee e Monet sbuffano all'unisono, e la prima esclama:

“Sì, sì...lieti di rivederti...come stai...ecc...ecc...Vogliamo saltare i convenevoli e procedere con le cose importanti?”

Gaia rimane un po' interdetta per quelle parole, ma poi, interpretandole come dettate dalla preoccupazione per il loro capo, sfodera di nuovo il suo splendido sorriso e dice:

“Ma certo! Accomodatevi su Krylok One”

“Hai dato un nome alla tua astronave?” le chiede Synch.

“Sì, Krylok era il nome del mio pianeta prima che venisse distrutto per costringermi ad attivare l'Amalgamatore Cosmico. E'...un modo per non dimenticare”

“Capisco...” risponde Synch, ormai a pochi centimetri dal viso di Gaia “...affascinante.”

“Okkeeeeeeiii!! Avete sentito il pilota no?! Tutti a bordo!!”

Le parole di Jubilee danno una scossa a Synch, che entra nell'astronave nascondendo a stento un certo imbarazzo. Dopo di lui salgono Jubilee, Monet, Chamber (vestiti con l'uniforme rossa originale per evitare che gli X Men si accorgessero della mancanza delle uniformi ufficiali dagli armadietti), Penance, e per ultimo Primal, profondamente affascinato dalla tecnologia aliena della nave.

“Ti piace il mio umile mezzo di trasporto?” gli chiede Gaia, sempre sorridendo.

“E'...è incredibile!” risponde Primal “Mi piacerebbe avere l'occasione di studiarla a fondo, prima o poi...”

“A tua disposizione, mutante del mistero!” ribatte Gaia, sistemandosi al posto di guida “E complimenti per l'abbigliamento!”

Primal si guarda dall'alto in basso. Indossa solamente un gilet aperto sul davanti e dei pantaloncini aderenti rossi.

“Oh questi...” risponde un po' imbarazzato Primal “...me li ha prestati Angelo, visto che mi servono abiti piuttosto elastici per le mie trasformazioni in rettile. A proposito, mi chiamo Ad...cioè Primal!” e poi, pentendosi di quella impulsiva diffidenza “Ma tu puoi anche chiamarmi Adam.”

“Ok! Allora Adam, ti consiglio di sederti e allacciarti bene le cinture, a meno che tu non abbia anche i poteri di Angelo.” dice Gaia, mentre Synch si siede nel posto da copilota e i motori cominciano a rombare “3...2...1...partenza!”

L'astronave si alza in volo e sfreccia verso l'Oceano Atlantico.

 

Durante il viaggio le parole sono poche.

-Gaia diventa più bella ogni volta che la vedo, sta pensando Everett, chissà cosa avrà fatto in tutto questo tempo. Che posti avrà visto, con chi sarà stata...Se solo potessi leggerle la mente...

-Dieci minuti che sono con loro e già mi sento fuori posto, pensa Gaia, è inutile, sono rimasta troppo tempo fuori dal mondo per potermi trovare bene con gli altri. Ho provato ad essere estroversa e socievole, ma come mai non riesco a trovare il coraggio di dire qualcosa per rompere questo fastidioso silenzio? Se solo ci fosse qualcuno in grado di capirmi... Qualcuno che si trovi nella mia stessa situazione, e che provi il mio stesso disagio a stare con gli altri. Qualcuno come...Jonothon?! La mia telepatia non è abbastanza forte da sapere cosa pensa, ma avverto una forte preoccupazione proveniente da lui. Proverò a parlargli, prima o poi...

-Dio, spero che Paige si rimetta in fretta, pensa Jono, so di non poter fare niente per aiutarla ora come ora, ma questa attesa mi distrugge. Tutta questa vicenda mi ha costretto ad affrontare per la prima volta i miei sentimenti per lei, e non sopporterei di perderla ora che sono deciso a chiarirmi. Sono già troppi i misteri all'interno del gruppo. Per esempio, chi è questa nuova Penance? Da quando le gemelle di Monet sono uscite dal suo corpo si è trasformata da gattino in tigre, e chi può dire che prima o poi non ci si rivolga contro? Del resto, non sappiamo niente di lei. Le sue difese psichiche hanno contrastato perfino i poteri della Regina Bianca, quindi che speranze ho io di sapere cosa pensa?

E che speranza volete che abbia io, povero narratore senza stipendio? Basti dire che non è Jono l'unico ad essere preccupato per Penance...

-Questa faccenda mi puzza, pensa Monet, fin dalle prime volte Emplate è sembrato interessato più alla cattura di Penance che a nutrirsi del nostro DNA mutante. Sarà solo per il potere che assimila quando si nutre di lei, o c'è un interesse più profondo? Dovrò costringerlo a dirmi la verità stavolt.…oh, ma guarda come Everett sta facendo gli occhi dolci a quella ossigenata di Gaia. Idiota. Pensare che potrebbe avere me...

In quel momento il suo sguardo si incrocia con quello di Jubilee, seduta davanti a lei e occupata come lei a fissare Everett. Monet si affretta a voltarsi da un'altra parte, e Jubilee risponde con una smorfia.

-Sì, sì, miss. perfettina, pensa Jube, fai pure finta che non mi sia accorta di come guardi Ev ultimamente! Credi che il mondo ti debba tutto perché sei bella, ricca ed intelligente, ma ti brucia il fatto che Ev guardi un'altra al posto tuo! Sarei quasi contenta...se non fosse che anche a me dà fastidio. Cioè, non è per Gaia, non ho motivo per avercela con lei (o sì?), è solo che Ev è il solito stupido, sempre pronto ad aiutare gli altri ma un vero zuccone quando si tratta di capire i sentimenti altrui. Sigh...assolutamente adorabile... Capisco come mai ci sia così tanta concorrenza. Magari...Adam è libero! Potrei indirizzarlo verso le altre. Mmm, Jube Hari parte all'attacco! Da come parlava con Gaia prima sembrava esserci un certo feeling. Sono sicura che stia pensando a lei in questo momento!

-Anni e anni di studio e bastava sfruttare uno stupido fattore X nel DNA per poter ammirare questa avanzatissima tecnologia, pensa Adam, e pensare che nemmeno volevo iscrivermi alla scuola Xavier! Cavolo, qui la Scienza ha fatto passi da gigante! La fisica e la tecnica sono unite in maniera così perfetta da farmi vergognare per essermi vantato della mia <cultura> in tutti questi anni. Tutto ciò è...stupendo!

“Ragazzi basta stare a rimuginare, siamo arrivati!” dice con un sorriso un po' forzato Gaia “Tutti a terra!”

 

I sette mutanti scendono dall’astronave. Una tonda luna piena illumina la notte algerina, e fa risaltare il faro ormai in disuso da anni, che ancora domina testardo il mare sottostante.

“Sono le 23.54” dice Synch, avvicinandosi come tutti alla torre vecchia ma ancora imponente. La prima a raggiungerla è Monet.

“Quando avevo cinque anni scappai dalla nostra casa di villeggiatura, non molto lontana da qui, per esplorare questo posto. Riuscii ad aprire la porta e cominciai a salire le scale vecchie e pericolanti. Arrivata a metà un gradino cedette, e in un attimo mi ritrovai a precipitare nel vuoto. Sembra assurdo, ma sul momento non capii cosa stavo rischiando. Sentii solo una forte presa sul mio braccio e poi mi ritrovai di nuovo sui gradini, tra le braccia di mio fratello Marius. Si era accorto della mia assenza, e mi aveva raggiunto nel posto in cui sapeva che sarei andata. E quando le prime lacrime cominciarono a bagnare i miei occhi, mi ricordo solo che mi strinse a sé forte forte, sussurrandomi che andava tutto bene per tranquillizzarmi.” Monet abbassa lo sguardo a terra, “Non c’erano poteri allora, non c’erano mutanti, non c’era Emplate. Avevo una famiglia. Era tutto più facile…”

Synch si avvicina a Monet e le poggia un braccio sulle spalle:

“Hai noi adesso. Generation X è la tua famiglia. Sei al sicuro con noi.”

“Grazie…” sussurra Monet, e istintivamente poggia una mano sul faro.

Una luce accecante avvolge Generation X. Quando si attenua tutti si guardano attorno cercando di capire cosa possa essere successo. Il cielo sembra più o meno lo stesso di prima, ma al posto del faro è comparso un gigantesco castello medievale avvolto nella nebbia. La prima a riprendersi dal teletrasporto è Penance. Si alza in piedi e comincia a fiutare l’aria, come se avesse sentito qualcosa, poi scatta verso il fianco del castello e si perde nella foschia. Senza pensarci due volte Chamber grida:

*La seguo io!* e corre nella direzione in cui è scomparsa.

I restanti cinque mutanti rimangono davanti al portone del castello.

“E ora?” dice timidamente Primal.

“Bhe, penso che dovremmo entrare, no?” risponde altrettanto timidamente Gaia.

“Certo!” erompe Jubilee, avanzando verso la porta e prendendo in mano il grosso anello di ferro ad essa attaccato “Come se bastasse avvicinarsi alla porta e sbattere questo per aprir…”

La porta si apre.

“Brava Jube!” dice sorridendo Synch.

“Oh…ehm…come vedi i miei scoppiettanti fuochi artificiali non sono la mia unica risorsa!” risponde la ragazza.

“Già, c’è anche una forte dose di fortuna a quanto pare.” aggiunge Monet sarcastica, mentre si introduce nel castello “Allora, entrate?”

“Se fossi stata con gli X Men avresti capito che molto spesso la fortuna è un fattore determinante!” risponde Jubilee entrando nel castello, seguita dagli altri “Senza contare che…” un suo piede poggia su una pietra del pavimento e si sente un impercettibile <clack> “…non hai proprio l’esperienza per…”

“Shhh!” la zittisce Monet, e poi, rivolta agli altri “Avete sentito?”

Tutti scuotono il capo perplessi, ma capiscono quando improvvisamente la porta alle loro spalle si chiude di botto. Subito dopo il pavimento sotto i loro piedi si apre e loro rotolano in una botola, che li risputa in un ampio salone illuminato solo da candele.

“Vedo che avete ricevuto il mio invito a cena.”

Ad aver parlato è Emplate. Alle sue spalle sono schierati Bulwark, Benda, Vincente e Sheva.

“Metto il servizio buono, sir?” chiede D.O.A., di fianco al malvagio mutante.

“Oh, sì certo!” risponde Emplate guardando famelico i ragazzi “Stasera la specialità della casa è: pasticcio mutante!”

 

 

 

Note: la prima parte del racconto è ambientata subito dopo GIXM #3 MIT, mentre la seconda parte si colloca in contemporanea con GIXM #4 MIT.

 

 

#3

3,2,1... Azione!

di Sergio Gambitt

 

 

 

Mura. Scale, corridoi, ogni tanto una vecchia porta di legno massiccio che con un concerto di scricchiolii introduce in piccole e spoglie stanze. E poi pietre, ragnatele ed una buona dose di polvere a coprire tutto, così spessa da far sprofondare per qualche centimetro ad ogni passo i piedi di Jonothon Starsmore, alias Chamber, membro in carica di Generation X e attualmente volontario per ritrovare Penance, l’enigmatica mutante scappata verso il castello di Emplate subito dopo esservi stata teleportata assieme al resto della squadra. Ma in tutti i corridoi e le scale che Chamber ha percorso finora non solo non ha trovato anima viva, ma teme anche di essersi…

“Perso, tesoro?”

Chamber si gira nella direzione da cui proviene la voce. Una ragazza rossa e molto poco vestita è appoggiata ad un muro in maniera decisamente provocante.

*Chi sei?*

“Uff, ma non sapete dire altro voi uomini? Diciamo solo che sono…la tua più bollente fantasia!” e detto questo i suoi occhi diventano rossi ed i vestiti di Chamber cominciano a prendere fuoco. Jono li osserva per qualche istante, poi risponde:

*Mi spiace, non sento il calore. Provane un’altra*

Sul volto di Hotgirl si diffonde un’espressione di sorpresa, sostituita immediatamente dopo dallo stesso sorriso malizioso di prima.

“E perché dovrei voler far del male ad un fustacchione bello e potente come te?” dice avvicinandosi a Chamber “Sai cosa potremmo fare noi due uniti? Nessuno potrà resisterci! Basta solo che tu lo voglia…”la sua mano poggia delicatamente sul suo petto “So che mi desideri, l’ho saputo dal primo istante in cui mi hai vista. Smetti di mentire a te stesso. Devi solo dirmi di sì…”

Chamber osserva la ragazza a lungo, poi risponde:

*Va bene…*

Il sorriso di Hotgirl si allarga ancora di più. La sua mano scivola sul petto, sull’addome, in direzione dell’inguine. Le sue dita slacciano la cintura ed aprono il primo bottone dei suoi jeans neri. Poi la mano si insinua dentro, scivolando lentamente verso…

“Cosa c’è, non sei felice di vedermi?!”

Jono abbassa lo sguardo pieno di tristezza, poi sussurra psionicamente:

*Lo sapevo…*

Quindi esplode in una scarica psionica che scaraventa la ragazza contro il muro, tramortendola. Infine semplicemente resta lì, al centro del corridoio, solo.

 

“Ridacci Sean, mostro!!!”

Jubilee, la prima ad essersi ripresa dalla caduta in una botola preparata da Emplate, si trova di fronte al malvagio mutante e ai suoi adepti, mentre alle sue spalle il resto di Generation X si sta rialzando.

“L’antipasto protesta, sir” dice D.O.A. con un ghigno malefico.

“No, no, niente antipasto. Quella è roba indigesta, l’ho già assaggiata una volta.[1]” replica Emplate.

Per tutta risposta Jubilee si prepara a lanciare i suoi fuochi d’artificio, ma viene distratta da qualcosa che sfreccia velocemente al suo fianco diretta verso Emplate.

“Sono stanca dei tuoi giochi perversi, Marius! Tutto questo dovrà finire stasera!!”

L’attacco volante di Monet viene respinto da un potente raggio ottico di Benda, che le fa perdere la concentrazione abbastanza da farla schiantare per terra.

“Quante volte devo ripeterti che Marius è morto, <sorellina>? Ora c’è solo Emplate!”

“Ed è per questo che Generation X non avrà alcun riguardo nell’infilarti le tue minacce lì dove non batte il sole!” grida Jubilee.

“Sicura di non stare esagerando con i termini, Jubes?” dice un Synch imbarazzato, accanto al quale si sono schierati anche Gaia e Primal.

“Ho tutto sotto controllo Ev. I criminali sono intimiditi da un comportamento così spavaldo.” risponde a bassa voce Jubilee.

“Attaccateli!” grida Emplate al resto dei suoi adepti. Synch guarda Jubilee, poi si prepara ad affrontare i mutanti di Emplate.

Benda, Bulwark e Vincente si presentano innanzi a Jubilee, Synch, Gaia ed M, ripresasi dal disastroso atterraggio di prima.

“Ev, sincronizzati con me e facciamo saltare in aria questi idioti!” grida Jubilee.

“Serve vera potenza, non inutili petardi!” ribatte M “Sincronizzati con me!!”

Senza alcun preavviso dal terreno sbucano fuori due enormi mani di pietra, che si richiudono ermeticamente su Vincente, intrappolandolo. Jube ed M si girano stupite e vedono Everett, mano nella mano con Gaia, che si sforza di controllare e reindirizzare l’enorme potere della mutante. Le due ragazze si scambiano un’occhiata piena d’ira, poi si voltano verso i loro avversari. Una devastante raffica di fuochi d’artificio fa volare via l’imponente figura di Bulwark, mentre un potente pugno di M sistema Benda.

 

Contemporaneamente.

 

Sheva è di fronte a Primal, studiandolo. Improvvisamente estrae i due tentacoli metallici dai polsi e si lancia all’attacco. Nello stesso tempo Primal assume la sua forma rettile e blocca con le mani entrambi i tentacoli. Senza mostrare alcuna esitazione la sua attaccante rotea in aria e piazza un calcio in faccia al giovane mutante. Quindi atterra e con i piedi si dà la spinta per un nuovo attacco volante, che Primal non riesce a bloccare. Due costole si incrinano sotto la forza delle fruste di Sheva. Il mutante grida e si volta pieno d’ira verso la sua avversaria. Il suo aspetto imponente, il suo volto rettile dominato da due occhi iniettati di sangue, spaventerebbero anche il soldato più esperto, ma a Sheva sembrano non fare nessun effetto.

“Dilettante…” dice solo con la sua voce fastidiosamente roca, e con un salto è di nuovo su di lui. Primal, dominato da una rabbia cieca, sferra due fendenti micidiali, che però Sheva riesce ad evitare facilmente. Approfittando del suo furore, la malvagia mutante lo colpisce ripetutamente con i suoi tentacoli. Infine uno di questi gli circonda il collo, e lo costringe ad inginocchiarsi davanti alla proprietaria. Con la coda dell’occhio Primal nota di sfuggita una piccola incisione sul tentacolo che gli circonda il collo. C’è scritto Arma X.

“Emplate…ha detto che…possiamo nutrirci di voi…” dice alzando il palmo della mano libera, in cui una bocca famelica si apre e si chiude pregustando il pasto. Primal sembra essere spacciato, quando un corpo esanime viene scagliato su Sheva, che perde la presa su Adam e va a sbattere contro il muro. Tossendo per il tentativo di strangolamento, Primal porta lo sguardo prima verso Sheva, sdraiata sotto il corpo pieno di tagli di Murmur, poi verso il suo salvatore. O la sua salvatrice. Penance infatti si trova accovacciata sopra un gargoyle che fuoriesce da un muro. Scruta nervosamente la stanza e, una volta individuato Emplate, si scaglia verso di lui con rabbia animale. Questi la vede arrivare, e ha solo il tempo di alzare un braccio come difesa prima che lei sia sopra di lui.

“Y-Yvette…cosa stai facendo?…” chiede pieno di terrore Emplate.

Gli artigli di Penance sfiorano il suo volto, come se volessero accarezzarlo. Questo dà ad Emplate l’occasione per calmare la sua assalitrice.

“Io…io ti amo ancora...”

Al sentire queste parole una nuova e più inarrestabile furia si impadronisce di Penance. Alza violentemente una mano sopra il volto di Emplate, ma prima di poterla calare questi grida:

“D.O.A.! Libera la preda!”

“Sì, sir.” risponde D.O.A., e una raffica sonica colpisce in pieno petto Penance, scagliandola contro un muro. Subito dopo un Banshee corrotto dal potere di Emplate volge la sua attenzione al resto di Generation X. La prima ad attaccare è M, ma sbatte violentemente contro il muro sonico eretto da Banshee. Subito dopo le mura della stanza diventano come plastilina nelle mani di Synch e Gaia. Spuntoni di roccia emergenti dalle pareti tentano di colpire ed imprigionare il nuovo avversario, che però con la grazia di un angelo li schiva facilmente. Arrivato a distanza di tiro lancia un urlo sonico verso i due, così potente da sgretolare il muro che hanno eretto a loro difesa e tramortirli. A questo punto Banshee sente dei fischi provenire dalle sue spalle, e una volta giratosi viene accecato dai plasmodi di Jubilee, sparati direttamente nei suoi occhi. L’uomo perde il controllo del volo e crolla a terra con un gran botto. Poi silenzio.

“Oddio, oddio, oddio, non sei morto, vero?!?” dice Jubilee correndo verso Banshee “No, no, avrai solo un paio di costole rotte. Una gamba magari! Così quando torni sano e salvo a casa con noi potrai fare delle meravigliose gare di corsa in carrozzella con il prof. X!” Jubilee è sul corpo di Banshee “Sei ancora vivo, vero?”

“Per tua sfortuna, sì!” e con un pugno atterra la ragazza. Poi torna in piedi e la alza per il collo.

“Non potete sconfiggermi. So come combattete. Non avete alcuna speranza di rimanere vivi con me!”

“Loro no, ma magari io si!” esclama Primal, autocompiacendosi subito dopo per la battuta ad effetto proprio nel bel mezzo di una battaglia. Con una mano ferisce il braccio di Banshee che teneva Jubilee, mentre con l’altra gli piazza un pugno nell’addome. Sean cade a terra, e guardando con odio il nuovo arrivato dice:

“Non sarà certo un novellino a battermi!” ed emette un suono a bassa intensità che agendo direttamente sul cervello lo fa svenire. Infine si erge vittorioso sul suo corpo e, osservando gli altri membri di Generation X tramortiti ai suoi piedi, lancia un lugubre ululato di vittoria verso il soffitto.

 

“Andrà tutto bene.”

E’ questa la frase che Angelo Espinosa sta ripetendo da tutto il pomeriggio, stringendo fra le sue mani grigie quella bianca di Paige Guthrie, ancora sotto l’effetto dell’anestesia dopo il lungo intervento chirurgico per liberarla dall’infezione della Covata. Ma la cosa che spaventa di più il giovane mutante ispanico è il non sapere se sta dicendo queste parole per rassicurare la sua amica o per sé stesso. Gli ultimi avvenimenti infatti lo hanno portato a riflettere seriamente sul suo posto all’interno di Generation X. Quando aveva deciso di iscriversi alla Massachusetts Academy si era detto che era una soluzione temporanea, che sarebbe rimasto solo finché non avesse imparato a controllare i propri poteri. Poi però aveva legato con gli altri ragazzi e aveva scelto di continuare a far parte della squadra. Aveva perfino cominciato a rispettare Sean Cassidy ed Emma Frost, i suoi <insegnanti>. Proprio lui che aveva sempre avuto problemi nell’accettare il fatto che altri potessero comandarlo! Adesso invece con il trasferimento di Generation X allo Xavier Institute le cose si erano fatte improvvisamente serie. Non si studiava più solo per controllare i propri poteri, stavolta si studiava per diventare X Men. E gli insegnanti non erano più quelli che aveva imparato a conoscere e di cui era riuscito a fidarsi dopo tutto il tempo passato con loro. Adesso avrebbero dovuto sottostare agli ordini di quegli estranei le cui gesta grandiose venivano raccontate tra i corridoi della Massachusetts Academy con stupore ed incredulità, quegli stessi senza i quali il mondo avrebbe rischiato di finire una marea di volte. Con tipi come questi, ovviamente, le aspettative sarebbero cresciute a dismisura. E Angelo non era esattamente certo di poterle reggere.

Forse Generation X non era più il posto per lui.

“Andrà tutto bene.”

“Bhe…mi sa che lassù ti hanno accontento anche solo per farti stare zitto…”

“Paige! Sei sveglia! Grazie a Dio!” esclama Angelo abbracciando la ragazza.

“Sì, e le mie ferite ringrazieranno te se eviti di spingere così forte…” risponde Paige con una piccola smorfia di dolore.

“Scusa, scusa, ma…sono così felice! La cura era sperimentale e…”

“Shh…sono viva, e questo basta per il momento…” risponde Paige con un sorriso sulle labbra “Ma.…sei rimasto tutto questo tempo con me?”

“Sì, bhe, c’era bisogno di qualcuno che vegliasse su di te mentre gli altri erano fuori…”

“Fuori dove?”

“Oh, a salvare Banshee da Emplate e i suoi mutanti. Ordinaria routine. Immagino che al momento stiano già tornando tutti sani e salvi…”

 

Banshee si erge vittorioso sopra i corpi esanimi dei membri di Generation X.

Troppo occupato a godersi la vittoria, si accorge troppo tardi del nuovo arrivato nel salone di Emplate. Una scarica psionica lo colpisce alle spalle. Quando si gira per vedere chi è l’avversario, scorge la figura di Chamber avanzare tra il fumo lasciato dalla raffica, una sagoma nera con un piccolo sole splendente all’altezza della bocca.

*Lasciali andare* dice solo.

“Dovrai passare sul mio cadavere!” grida un Banshee corrotto dal potere di Emplate.

*Con piacere* e un’altra scarica parte in direzione dell’ex capo di Generation X, che la evita alzandosi in volo. Subito dopo lancia un urlo al soffitto sopra Chamber, che crolla sul giovane mutante, seppellendolo. Qualche istante di calma, poi il cumulo esplode e un Chamber ancora più tenebroso ne fuoriesce.

“Dovevo ricordarmi che ci vuole di più per farti fuori,” dice Banshee “non sarò di nuovo così gentile!”

*Non vedo l’ora* risponde Chamber, senza alcuna espressione in volto. Banshee prende fiato e concentra tutto il suo potere in un unico urlo sonico, di devastante potenza. A sua volta Chamber lancia una scarica psionica con quanta più forza può. L’impatto tra le due forse causa un’immane esplosione, che per un istante illumina a giorno l’oscuro salone. Jubilee, Synch, Gaia, M e Primal si risvegliano appena in tempo per ripararsi dietro una colonna, e quando l’esplosione è cessata vengono fuori per soccorrere i due sfidanti. Da una parte c’è Chamber, sdraiato a terra ma in procinto di risvegliarsi. Dall’altra Banshee, svenuto e libero dall’influsso di Emplate. Nello stesso tempo granelli di polvere cominciano a scendere giù dal soffitto.

“Sta crollando tutto!” grida Gaia “Usciamo!!”

Primal prende in braccio Banshee, Synch aiuta Chamber ad alzarsi, Gaia trasporta con i suoi poteri il cilindro di pietra in cui lei e Synch avevano rinchiuso Vincente, mentre Jubilee recupera il corpo svenuto di Penance.

*Seguitemi, conosco l’uscita* dice psionicamente Chamber, e in breve sono tutti fuori. A metà percorso però Jubilee si accorge che qualcosa non và.

“Dov’è M? Non è uscita con noi!”

Synch scuote la testa perplesso:

“Pensavo ci avesse preceduti!”

“Pensa tu a portar fuori Penance, io la vado a cercare!”

“Ma, Jubilee!!” ma prima di poter fare qualcosa la ragazza è di nuovo dentro al castello, e a Synch non rimane altra scelta che portare in salvo Penance.

 

Sassi, pietre e polvere continuano a venir giù da un soffitto che minaccia di crollare da un momento all’altro. M vola non senza qualche problema tra questo inferno di sabbia, cercando di evitare i massi più grossi e distruggendo con i pugni quelli più piccoli. Dall’altro lato della stanza Emplate osserva divertito questa scena.

“Marius! Comportati da uomo per una volta nella tua vita e affrontami direttamente, senza inganni!” grida M.

“Allora non vuoi sentire…Marius non esiste più. Col senno di poi potrei dire che Marius non è mai esistito…”

“E il ragazzo che quando ero piccola si prendeva cura di me? Che mi portava a cavalcare nel maneggio di famiglia e mi medicava quando mi facevo male?! Non mi convincerai mai che era tutta una messinscena!”

“Non lo era, ma questo è successo prima che divenissi pienamente me. Io DOVEVO essere Emplate, era scritto nel mio DNA quando sono nato, e niente avrebbe potuto cambiarlo!”

“E questo giustifica i tuoi crimini?!”

“Monet, io ho bisogno di nutrirmi di altri mutanti per vivere, che loro lo vogliano o no. Marius non ne sarebbe mai stato capace, Emplate sì. E’ per questo che nel mio DNA c’era scritto che avrei dovuto diventarlo. Per sopravvivere.”

“Quel che vedo io è invece una persona troppo vigliacca per affrontare sé stessa! Certo, convincendoti di questo riesci a dormire bene la notte, ma la verità verrà a galla prima o poi, Marius, e dovrai fare i conti con Emplate. E’ fin troppo facile nascondersi dietro un io malvagio, piuttosto che riconoscere i propri limiti e cercare di adoperarsi giorno dopo giorno per superarli.”

“In questo modo almeno riesco a dare un senso alla morte di mamma…[2]” sussurra Emplate “Ma ora basta, questa discussione mi ha stancato! D.O.A.!”

Il piccolo servo di Emplate aziona il suo telecomando e teleporta il suo capo e il resto della banda via da lì. Tentando il tutto per tutto Monet vola verso il fratello, ma lo raggiunge subito dopo che è scomparso, andandosi a schiantare contro il muro retrostante. Mentre ancora sta tentando di riprendersi per la botta, vede con la coda dell’occhio una grossa colonna che le sta cadendo velocemente sopra.

“Attenta!” grida una Jubilee comparsa dal nulla, che senza pensare si getta su Monet e la sposta dalla traiettoria della colonna. Le ragazze rotolano per qualche metro, poi si fermano, l’una nelle braccia dell’altra. Quando si accorgono di ciò si staccano abbastanza frettolosamente, e Jubilee dice:

“Sono tutti fuori ad aspettare te che fai l’eroina…andiamo.”

Monet prende tra le sue braccia Jubilee e vola verso l’uscita.

“Lee…” tenta di dire la bella algerina.

“Sì?” dice Jubilee già sulle difensive.

“Bhe…ecco…grazie.”

Le due ragazze tornano fuori senza dire altro, ma questa volta il silenzio non è pesante.

 

Fuori.

Gaia sta digitando su un minicomputer da polso delle istruzioni in rapida successione, ma sembra senza risultato.

“Maledizione! Non riesco a richiamare Krylok One! Non sembra riconoscere nessuno dei comandi che gli do!”

*Deve essere perché non siamo più nella stessa dimensione di prima,* suggerisce Chamber *magari il segnale non riesce ad arrivare alla navetta.*

“E cosa possiamo fare per raggiungerla?” chiede Gaia.

“Ci vorrebbe una specie di…ponte?” risponde Synch, non molto certo delle proprie parole “Qualcosa che appartenga sia a questa che all’altra dimensione…”

“E dove lo troviamo?! Emplate e i suoi sono scappati!” ribatte Gaia.

“Bhe magari…” prova a dire timidamente Primal, e una volta accortosi che gli altri lo stanno ascoltando continua “…magari potremmo usare Penance come ponte. Cioè ho letto il suo file e a quanto pare ha passato molto tempo in compagnia di Emplate, molto probabilmente in questo posto. Senza contare che appena arrivati lei ha sembrato riconoscere il castello.”

*Sì, è una buona idea, ma è tramortita per ora, e anche da sveglia non potrebbe aiutarci molto* risponde Chamber.

“Allora è necessario che lo faccia tu al posto suo.” dice Primal a Chamber “Penetra nella sua mente e stabilisci un contatto tra il minicomputer di Gaia, Penance e la navetta.”

*Nemmeno Emma Frost è riuscita ad entrare nella sua mente per più di qualche secondo, che speranze vuoi che abbia io?* risponde Chamber.

“Synch può amplificare i tuoi poteri. Inoltre Penance è svenuta, la sua mente dovrebbe essere più accessibile…no?”

I ragazzi guardano Primal per qualche istante, poi Synch dice:

“A me sembra un’ottima idea, possiamo tentare.”

*Ok, andiamo allora* risponde Chamber avvicinandosi a Penance e appoggiandogli entrambe le mani sulla testa. In un attimo l’ambiente circostante diventa brillante di energia psionica, mentre Jono tenta di entrare nella mente della misteriosa mutante. Accanto a lui anche Synch attiva la sua aurea, amplificando i poteri di Chamber.

*Sono…dentro!* dice il giovane mutante reggendo a malapena lo sforzo, mentre frammenti della memoria di Penance passano senza controllo nella sua mente. Primal fa un cenno a Gaia, che invia un messaggio alla navetta madre. Tutti vengono avvolti da un flash, e in un istante la navetta è davanti a loro.

“Tutti a bordo, si torna a casa!” dice Gaia salendo per prima. Il resto di Generation X, comprese M e Jubilee che sono appena tornate, sale sulla navicella, che con un altro balzo dimensionale è di nuovo in Algeria. Gaia, Synch e Chamber esultano e corrono a complimentarsi con Primal, il cui rossore sulle guance si nota anche sotto lo spesso strato di pelle verde della sua forma rettile. Jubilee e Monet si scambiano un’occhiata perplessa, poi la prima esclama:

“Ci siamo perse qualcosa?!”

 

 

 

Note:

[1] Come visto su Wiz 21 (ah, bei tempi…), in cui Jubilee faceva infuriare Emplate così tanto da indurlo a nutrirsi di lei e ad assorbirne i poteri, che però risultarono così instabili da causare una gigantesca esplosione che liberò i membri di Generation X precedentemente intrappolati dal malvagio mutante.

[2] La madre di Emplate e Monet fu uccisa da Emplate stesso inavvertitamente il giorno in cui i suoi poteri si manifestarono per la prima volta.

 

 

 

#4

Spaghetti e alieni!

(GdM tie-in)

di Sergio Gambitt

 

 

Algeria.

Un varco dimensionale luminoso si apre nel limpido cielo nordafricano. Da esso ne esce una piccola navicella rossa, a bordo della quale si trova un improvvisato gruppo di Generation X composto da Jubilee, M, Synch, Gaia, Chamber, Penance e Primal. A questi si aggiunge il loro insegnante Sean Cassidy, altresì conosciuto come Banshee, che giace svenuto in uno dei sedili posteriori accanto un cilindro di pietra contenente il mutante chiamato Vincente[1].

“Casa dolce casa!” esclama Jubilee “E’ incredibile come passare qualche ora in un’altra realtà ti faccia sentire la mancanza della tua piccola, tranquilla dimensione.”

In quel momento una gigantesca Sentinella sfreccia davanti alla Krylok One, l’astronave di Gaia, e comincia ad attaccarla con colpi concussivi emessi dai palmi delle mani.

“Ma che…!” impreca Monet, mentre Gaia reagisce repentinamente e inizia a schivare i raggi della Sentinella.

“Qualcuno ha un’idea di quel che sta succedendo?!” grida Synch aggrappandosi come può al sedile per non cadere all’indietro.

“Quel puzzone di Bastion deve essere tornato alla ribalta!” gli risponde Jube, “Bene, ho un conto in sospeso con lui!”

“Bastion?” dice Primal “Ma non era morto?”

*La morte è un concetto molto relativo di questi tempi* ribatte Chamber, senza scomporsi più di tanto per le azzardate manovre di Gaia.

“Bhe, qualunque cosa sia, ora lo scopriremo. Tenetevi forte!” dice la ragazza dai capelli fucsia, portando l’astronave dietro la testa della Sentinella e sparandole un congegno a ventosa magnetica collegato con un filo alla navicella. Una volta attaccatosi alla Sentinella una scarica elettrica percorre tutto il filo e sugli schermi della Krylok One cominciano a scorrere una marea di dati.

“Vediamo…” dice Gaia osservandoli per qualche istante, poi la sua faccia assume un tono preoccupato “Ragazzi, qui dice che sono state programmate per respingere un’invasione aliena su scala planetaria.”

“Una che?!” esclama Jubilee.

“Bhe, questo spiegherebbe almeno perché ci ha attaccati.” dice Monet “In fondo la nave di Gaia è aliena.”

“Oh, meraviglioso! Manchiamo un paio di giorni e il mondo va in rovina!” ribatte Jubilee.

“Non hai un modo per saperne di più?” chiede Synch a Gaia.

“Il più semplice di tutti!” risponde lei con un sorriso, poi alza la testa e dice a voce forte e chiara “Krylok One, scan televisivo su frequenze satellitari. Cambio di canale ogni dieci secondi.”

Uno schermo si accende mostrando una giornalista piuttosto preoccupata che commenta l’atterraggio di dischi volanti argentei da sopra un elicottero[2]. Dopo dieci secondi il televisore passa ad un altro canale, in cui si presenta una scena piuttosto simile, e poi ad un altro, e ad un altro ancora.

“Prende tutti i canali satellitari?” dice Synch.

“Sì.” Risponde Gaia.

“Proprio tutti?” fa eco Primal.

“Sì, perché?”

In quel momento la tv passa ad un nuovo canale. Una donna bionda, procace e molto poco vestita sta guardando con fare provocante la telecamera mentre le sue mani accarezzano posti innominabili in un fumetto destinato ad un pubblico giovane. Dopo dieci secondi la tv cambia di nuovo canale, ricominciando a mostrare telegiornali.

“TORNA INDIETRO!” dicono all’unisono Primal e Synch.

Uomini, pensa Monet. Poi si concentra sul TG, la cui giornalista sta parlando in lingua italiana:

“A quanto pare c’è stata una fuga di notizie,” dice M “e il mondo si è preparato all’invasione aliena. A tutte le zone della Terra è stata assegnata una copertura superumana, ma sembra che l’Italia ne sia rimasta priva.”

“Parli anche Italiano adesso?” dice Jubilee un po’ scettica.

“E anche il tedesco e lo spagnolo, se proprio vuoi saperlo.”

“Ragazze…” le rabbonisce Synch. Poi, rivolto agli altri, “Siamo in zona, possiamo andare a dare un’occhiata per vedere come se la cavano, ed intervenire se è il caso.”

Tutti, Penance compresa, annuiscono. Chamber copre con una mano l’altra stretta in un pugno e si scrocchia le dita. Quindi dice psionicamente:

*Avevo proprio voglia di spaccare qualcosa*

 

Los Angeles.

Nel quartiere ispanico, il Barrio, è stata indetta un’assemblea eccezionale tra tutte le bande della città. A presiederla, una ragazza con uno strano tatuaggio su un occhio, conosciuta da tutti come Tores.

“Non c’è bisogno che vi dica perché siete qui. Sicuramente avete tutti sentito alla radio o alla televisione dell’invasione, o avete visto in aria quegli schifosi dischi che si avvicinano sempre di più. Non possiamo permetterlo! Los Angeles è la nostra città, e la difenderemo come difenderemmo un fratello della banda. Quegli sporchi alieni non ci avranno senza lottare!”

All’improvviso l’invasione scatta, e nella sala è lo scompiglio. Tores e i suoi cercano come possono di calmare i presenti, ma quando ci stanno per riuscire attorno all’intera città compare una gigantesca cupola di vetro[3].

Madre de Dios!”  esclama uno dei teppisti “Siamo prigionieri con loro!!”

“No Carlos,” ribatte Tores con sguardo duro “Loro sono prigionieri con noi!”

 

Dieci minuti dopo.

Krylock One sta sorvolando il tratto di mare in cui è situata l’isoletta di Ustica. Ad un tratto appaiono due caccia italiani e cominciano a bombardare la navicella.

“Ci risiamo…” dice Gaia, e prende a schivare i loro razzi, che però continuano a seguire la navicella in tutti i suoi movimenti.

“Sono missili a ricerca automatica.” dice Synch “Li hanno programmati per seguire la fonte di calore più vicina.”

“Ah, allora è semplice.” replica Gaia, e preme un pulsante della consolle. Un alone rosso si diffonde tutt’attorno la nave. Come se avessero perso il loro bersaglio, i missili cadono in picchiata ed esplodono una volta a contatto con l’acqua del Mar Mediterraneo.

“Ci ho schermati al calore e ai radar,” dice Gaia sorridendo ad Everett “e per buona misura…” Il suo dito preme un altro pulsante. Un cupo rumore si diffonde in tutta la navetta, e lo specchio anteriore si scurisce un po’.

“Ecco, ora siamo schermati anche all’occhio umano!” dice Gaia.

“Vuoi dire che siamo invisibili?” ribatte Jubilee, abbastanza colpita.

“Già!”

Jube si blocca un attimo, poi con un gigantesco sorriso esclama:

“Crepa di invidia, Wonder Sventola!”

 

Hawaii.

L’invasione è appena scattata. I tripodi scendono giù con violenza e colpiscono ogni abitazione e veicolo che incontrano, senza alcuna pietà. All’interno di una casa, rannicchiata nel punto più nascosto della cantina, una ragazza con un occhio azzurro e l’altro castano si sta nascondendo dai marziani. All’improvviso cominciano a bussare violentemente alla porta.

“Vi prego, fateci entrare!” dice una voce di donna terrorizzata “C’è il mio bambino con me, non riusciremo ad arrivare a casa in tempo!!”

La ragazza resta immobile.

“Vi prego, aiutateci!!”

La ragazza cerca di non ascoltare le urla della donna, accompagnate dal pianto dirotto del bimbo.

“Vi prego, vi…!”

La voce della donna si interrompe di colpo, e con essa quella del bambino. Cordelia Frost seppellisce la testa tra le ginocchia tentando di ignorare quel silenzio, più pesante di mille grida.

 

Roma.

Lo spazio aereo sopra la città è vuoto, tranne per occasionali giri di pattugliamento di aerei militari. Ma a guardar bene c’è un punto che manda strani bagliori, pur sembrando vuoto alla semplice vista. Il punto procede dritto davanti a sé velocemente, evitando le traiettorie degli aerei, e giunto nei pressi della zona storica della città comincia ad abbassarsi di quota, fino a raggiungere il suolo. Una porta metallica si apre dal nulla, rivelando l’interno di una navicella pieno di ragazzi vestiti con massicce tute rosse. Una di loro scende in strada e si guarda intorno piuttosto stupita.

“Non avrei mai creduto di poter vedere Roma vuota.” dice Monet, “Non ci sono nemmeno giapponesi…”

“Devono essere tutti chiusi in casa ad attendere l’invasione.” gli fa eco Synch, che osserva la desolazione della città accanto ad M “Qui non è mai venuto nessun Onslaught o Galactus a minacciare la popolazione. Non devono essere abituati a cose di questo genere…”

“Uh,” dice Primal scendendo dall’astronave “credete che avremo il tempo di fare un giro? Ho sempre desiderato visitare Roma.”

“Bhe, chiedilo a loro.” risponde Jubilee indicando il cielo, che si sta riempiendo sempre più di dischi alieni in rapida discesa.

*Andiamo a dare loro il benvenuto* dice psionicamente Chamber, guardandoli con rabbia.

“Bhe dai, magari l’esercito italiano riesce a sconfiggerli anche da solo.” risponde Primal. I primi caccia si lanciano contro i tripodi, ma in pochi istanti di loro non è rimasto che una carcassa fiammeggiante che precipita contro i tetti delle abitazioni  “O magari no…”

Monet guarda Synch e dice:

“Ev, in volo. Andiamo a prendere quegli aerei prima che causino qualche danno.” e decolla. Synch guarda gli altri alzando le spalle, poi si sincronizza con i poteri di M e la segue.

“Ok, piano d’azione!” dice Jubilee “Chamber e Gaia, andate lassù e cercate di abbatterne il più possibile. Io, Primal e Penance penseremo a quelli che arrivano quaggiù. Resteremo in contatto telepatico.”

Tutti annuiscono, quindi Jono e Gaia salgono sulla navicella e prendono il volo.

 

M e Synch:

Everett è occupato a recuperare i relitti degli aerei distrutti, mentre M si lancia a tutta birra verso i tripodi, trapassandoli da parte a parte e facendoli esplodere in aria.

“M?” dice Synch “Non credi di essere un po’ troppo aggressiva?”

“Non meno…uff!” e con un pugno distrugge la cabina di comando di un tripode “di quanto…mmf” e tira fuori i due alieni facendo cozzare violentemente le teste fra di loro “potrebbero esserlo loro!” e scaraventa il disco alieno contro altri due, che esplodono nell’aria “Qualcosa da dire?!”

“Uh…no no.” risponde Synch all’espressione dura sul viso di Monet “Solo, non allontanarti troppo, o non potrò restare sincronizzato con i tuoi poteri.”

M si gira nuovamente ad affrontare un nuovo disco alieno. Prende la rincorsa e con un pugno gigantesco lo scaraventa giù verso la città. Come un gigantesco freebee il disco rotea nell’aria fino ad andarsi a schiantare sulla cupola di San Pietro, restando conficcato lì per metà.

“Ooops!” dice Monet, e l’attimo di distrazione permette ad un raggio di colpirla in pieno. M comincia a precipitare verso il suolo.

“Uh oh…” dice Synch, e un attimo dopo ha perso i poteri e sta cadendo giù.

 

Contea Mayo, Irlanda.

Tre figure si stanno opponendo con tutte le loro forze ai tripodi marziani. Quello che sembra essere il capo sta gridando al cielo:

“Non avrete questa terra, mi sentite?! L’Irlanda ha conquistato la sua indipendenza con guerre troppo lunghe per poter cedere la propria libertà a dei ripugnanti alieni!! Tornatevene da dove siete venuti!!”

Accanto a lui un omone imponente, vestito con una tuta metallica rossa e con una grossa cupola in testa dice all’altro uomo:

“Non sprecare il fiato, Tom. Questi ammassi di lardo marrone capiscono solo la violenza.” e si lancia con forza straordinaria verso il cielo, abbattendo una mezza dozzina di dischi.

“Il Fenomeno ha fatto il suo lavoro.” dice Black Tom Cassidy ad un ragazzo alle sue spalle “Ora tocca a noi!” e corre in una foresta. Aggrappandosi a due alberi imponenti raccoglie quanta più energia può e la trasforma in una bioscarica di potenza devastante, che abbatte gran parte dei tripodi che volavano sopra di lui. Quindi, esausto, grida al ragazzo:

“Fa come ti ho insegnato, Mondo!”

Il ragazzo sprofonda nel terreno, fondendosi con esso. Arrivato a circa dieci metri di profondità comincia ad espandere la sua mente e il suo corpo nel tentativo di raggiungere ogni punto dell’Irlanda. Nell’intera isola cominciano a fuoriuscire spuntoni di roccia dal terreno, che distruggono ogni disco trapassandolo da parte a parte. Anche oggi, l’Irlanda ha ribadito la propria autonomia.

 

L’asfalto delle strade di Roma si fa sempre più vicino per una Monet semi-svenuta a causa di un raggio marziano. E’ un urlo telepatico che la fa risvegliare un attimo prima che tocchi il suolo, ed M fa solo in tempo a raddrizzare la traiettoria prima di schiantarsi sull’asfalto lasciando su di esso una scia lunga circa dieci metri. Cos’è…cos’è stato?, pensa Monet tentando di riprendersi. Era un avvertimento telepatico del tutto inaspettato, ma stranamente familiare. Mentre sta cercando di capire chi possa averla salvata, la sua attenzione viene catturata da un negozio di elettrodomestici di fianco a lei, nelle cui vetrine vari televisori accesi mostrano su ogni rete un omino basso e calvo che parla da un leggio ad una folla di giornalisti sotto di lui:

“…l’Italia vuole la pace,” sta dicendo con voce melensa “per questo è necessario che porti guerra agli alieni! Certo, il governo statunitense ha rifiutato il nostro appoggio militare, ma dobbiamo impegnarci ugualmente a combattere i marziani, perché la loro è una razza inferiore, e noi…!” un improvviso rumore causa scompiglio nell’aula. La telecamera si gira verso il luogo da cui è venuto il rumore. Tra il fumo e il caos generale si vede una breccia in un muro e dei grossi marziani marroni che stanno entrando sparando raggi a chiunque si muova. Poi un flash diretto verso la telecamera, e la trasmissione si interrompe.

Bhe, pensa Monet, non tutto il male vien per nuocere…

“MONEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEET!!!!!!!!!!!!” l’urlo di Synch la costringe a tornare a pensare all’invasione. Immediatamente si alza e prende il volo. Raggiunge Everett poco prima che si schianti per terra, e prendendolo per le ascelle lo riporta in alto.

“Gentile ad esserti fatta viva, M…” dice Synch tirando un sospiro di sollievo. Monet guarda in alto esasperata e pensa:

Uomini…

 

Chamber e Gaia:

La Krylok One ha raggiunto la quota delle altre navi. Con uno scatto, dalla base della navicella escono due proiettori a concussione Shi-ArmyTM  che cominciano a far fuoco sulle navi aliene. Un paio vengono abbattute facilmente, ma le altre schivano facilmente i raggi successivi.

“Nnng,” dice Gaia, evidentemente sottoposta ad un notevole sforzo “hanno una rete telepatica piuttosto potente, non posso prevedere le loro mosse. E sembrano essersi adattati al mio schema di combattimento.”

Chamber resta a guardare per un po’ i tripodi, poi dice nella mente di Gaia:

*Ci penso io. Tu tenta solo di mantenere dritta la nave* e si avvia verso l’uscita. Gaia non fa in tempo a fermarlo che è fuori, sul tetto della Krylok One.

*Questa nave è dotata di schermi psionici?* fa risuonare Chamber nella mente della giovane mutante, mentre il forte vento gli scompiglia i capelli.

*Sì certo, ma…*

*Attivali*

Gaia, perplessa, attiva gli schermi della nave quel tanto che basta da difenderla da forti attacchi e contemporaneamente da mantenere il contatto telepatico con Jono.

*Fatto!*

Chamber annuisce e comincia a risucchiare tutti i residui psionici dei dintorni per caricarsi. Quindi dalla sua bocca esplode una bolla di energia gialla, che si espande rapidamente inglobando l’intera navicella fino a raggiungere il diametro di circa venti metri. L’energia psionica comincia a fluttuare con un rumore sinistro tutt’intorno a lui.

*Cosa…?* fa per dire Gaia, ma Chamber la interrompe:

*E’ una bolla sensoriale disturbante. Mi permette di accorgermi di qualsiasi cosa passi attraverso di essa, da qualunque direzione provenga. Inoltre confonde i telepati quel tanto che basta da prenderli alla sprovvista e…* una navicella penetra all’interno della bolla esattamente alle spalle di Chamber. Questo si gira fulmineamente e con una scarica psionica la manda in frantumi.

*…e distruggerli* conclude il mutante. Altri tripodi cominciano ad avvicinarsi, ma vengono tutti distrutti da Chamber e dai raggi di Gaia nel momento in cui penetrano la bolla. Improvvisamente però quattro tripodi entrano contemporaneamente nella bolla. Uno di essi viene immediatamente fermato da un raggio concussivo di Gaia, e altri due da altrettanti colpi psionici di Chamber. L’ultimo però si fionda sul giovane mutante, fermamente intenzionato a neutralizzarlo. A pochi metri da Jono però il tripode comincia a tremare, e con un’esplosione bianca si dissolve nell’aria. Al suo posto, una cascata di polvere bianca sommerge Chamber.

*Ma che…?!* impreca il mutante, ed è la voce psichica di Gaia a rispondergli:

*Stava per ucciderti, così l’ho trasformata in Cloruro di Sodio*

*Hai trasformato un’intera astronave aliena in sale?!* esclama Jono sbalordito. La voce psichica di Gaia gli risponde piuttosto perplessa:

*Preferivi dello zucchero?*

 

Jubilee, Primal e Penance:

Da quando è cominciata l’invasione Penance è schizzata con furia animale contro gli alieni marroni che venivano giù sulle piattaforme volanti. Arrampicandosi sui palazzi grazie ai suoi affilati artigli si scaglia su ognuna di esse e ne trucida l’occupante, per poi passare ad un’altra piattaforma e massacrare un altro marziano, in una spirale di violenza sempre più grande. Sembra quasi che stia sfogando adesso anni e anni di frustrazioni e di sofferenze sui “poveri” alieni che le capitano a tiro. Dal canto loro, nemmeno Jubilee e Primal si stanno trattenendo. La prima usa i suoi fuochi d’artificio per disorientare i marziani e farli schiantare a terra, mentre il secondo tenta come può di schivare i raggi e portare a segno qualche buona artigliata.

“Jube?” chiede Primal togliendosi dalla traiettoria di un raggio “Come fate a mantenere il sangue freddo in una situazione simile?!”

“Siamo la MTV generation, Adam!” risponde Jubes scagliando i suoi plasmodi contro gli alieni stupiti “Siamo insensibili a questo tipo di cose, ormai!”

“Oh” risponde Primal piazzando un calcio in faccia all’alieno che gli stava sparando. All’improvviso uno di loro cala velocemente su di lui con la sua piattaforma. Primal ha solo il tempo di lanciarsi in aria, ma l’alieno lo intercetta e lo colpisce violentemente con un tentacolo. All’ultimo istante Adam riesce ad aggrapparsi con un artiglio alla piattaforma e vi sale sopra, mentre l’alieno la porta sempre più in alto. In preda ad una rabbia feroce alza la mano e la conficca nel petto del marziano, che con un paio di rantoli si accascia inerte. La piattaforma comincia a perdere potenza, e Primal perde l’equilibrio e cade giù, verso morte certa. Penance, non molto lontana da lì, lo nota con la coda dell’occhio, e saltando da una piattaforma ad un'altra riesce a raggiungerlo poco prima che tocchi terra. Subito prima dell’impatto lo abbraccia, stando attenta a non ferirlo con le sue dita affilate. Entrambi crollano violentemente sull’asfalto, su cui si aprono numerose crepe. Primal si alza barcollando e guardandosi intorno stenta a credere chi lo abbia salvato.

“Uh…Penance…graz…” ma l’enigmatica mutante scatta nuovamente verso gli alieni lasciandolo lì da solo. Primal si guarda le mani e nota il nero sangue del marziano. L’ho…l’ho ucciso?, pensa. Poi la consapevolezza lo raggiunge, ed un sorriso si apre sulla sua bocca:

“Figo!” dice.

Jubilee intanto se la sta vedendo con tutti gli alieni che sono così stupidi da capitare sulla sua traiettoria. I suoi fuochi d’artificio sono sempre più forti, sempre più potenti, ma questo non basta a fermare l’avanzata inarrestabile di una miriade di marziani.

“E così credevate di poter venire qui a fare i vostri porci comodi, e vi aspettavate che vi avremmo ceduto tranquillamente il nostro pianeta?! Bhe, siete cascati male! Preparatevi ad una accoglienza in pieno stile Generation X!!” e spara un plasmoide dritto dritto nel volto di un marziano, che esplode in pieno schizzando sangue nero ovunque. Jubes guarda la scena ed esclama:

“Eeeyuch, che orrore! Siete quasi peggio degli schifoidi[4]!!”

L’attimo di distrazione però permette ad un marziano di raggiungerla e di colpirla con un tentacolo. Jubilee cade a terra tra molteplici carcasse aliene.

“Ohhhh, questo non lo dovevi fare…” dice pulendosi con il dorso della mano il sangue nero dal viso. Poi si rialza e comincia a caricare l’energia nei palmi delle mani unite davanti a sé. Un fischio si fa sempre più intenso, e quello che prima era un piccolo bagliore tra le sue mani deflagra con un boato terrificante. L’esplosione si alza per almeno una ventina di metri nel cielo, ardendo vivi tutti i marziani che si trovano nel suo raggio d’azione. Il cielo torna di nuovo limpido, ma in pochi attimi si riempie ancora una volta di marziani.

No, così non va, pensa Jubilee ansimando pesantemente per lo sforzo appena compiuto. Mentre recupera le forze, scruta attentamente i marziani e il loro modo di comportarsi fra di loro. Forse ha un’idea.

*Gaia!* urla telepaticamente alla mutante con cui ha stretto un legame telepatico.

*Ehy, Jube, non c’è bisogno che urli così!* risponde Gaia.

*Sì, sì, ripasserò l’etichetta telepatica dopo! Ora ascoltami: riusciresti a collegarmi ai cervelli dei marziani?! Vorrei scambiarvi quattro paroline.*

*Con tutti loro?! Credo proprio che sia impossibile per me. Inoltre le loro difese psichiche me lo impedirebbero…*

*Difese psichiche?*

*Sì, sono telepati di basso livello. Usano la telepatia per comunicare da quanto sono riuscita a percepire.*

Jubilee si ferma a pensare all’ultima frase. Forse non è proprio un male…

*Ok, Gaia, cambio di programma. Guarda nella mia mente il mio piano. Pensi si possa fare?*

*Io…uh…posso provarci! Almeno con uno penso di riuscirci.*

*Ok, chiama gli altri allora!*

Il richiamo telepatico raggiunge M e Synch ancora in volo, che scendono verso il punto in cui si sta riparando Jubilee. Primal sente nella propria testa la voce di Gaia e facendo cenno a Penance di seguirla si avvicina agli altri. Gli ultimi ad arrivare sono Chamber e Gaia, sulla sua astronave.

“Ok, Synch ed M con me, gli altri sulla navicella con Gaia!” dice Jubilee, “Non c’è un attimo da perdere!”

Tutti restano un po’ perplessi, ma l’espressione rassicurante sul volto di Gaia li convince a muoversi. La Krylok One riparte verso il cielo, in direzione dei tripodi. A terra Jubilee si rivolge a Monet:

“Ok, M, ti vanti tanto dei tuoi poteri. Oggi dovrai dimostrare quello che dici. Voglio che tu stabilisca un contatto telepatico con tutta la gente di questa città…”

“Ma è un’impresa che va oltre le mie possibilità!”

“Fammi finire. Non devi captare tutti i loro pensieri, ma particolari emozioni. Paura, angoscia e sofferenza andranno benissimo. Inoltre Synch può sincronizzarsi con te e aiutarti a controllare il flusso. Everett!”

“Sì?”

“Il tuo compito, oltre ad aiutare Monet, sarà di stabilire un collegamento telepatico tra lei e Gaia. Dovrai mandarle tutto il flusso psichico catturato da Monet più…un mio piccolo incentivo.” conclude la ragazza “Pensate di farcela?”

Monet e Synch si guardano con un’espressione interrogativa. Cosa ha in mente?

 

Su.

“Il nostro compito è quello di entrare dentro un tripode e bloccare un alieno!” dice Gaia facendo sfrecciare Krylok One nel limpido cielo romano “Quando saremo in posizione io, Chamber e Penance scenderemo su un loro tripode, mentre a Primal andrà il compito di controllare la navetta e di impedire agli altri tripodi di farci saltare in aria!”

“I-Io?” dice titubante Adam.

“Sì, ho visto come osservi Krylok One da quando sei a bordo. Probabilmente non vedi l’ora di far volare questo gioiellino!”

“Ma io…non la so portare!”

“Hai visto quanto basta per sapere le basi...” risponde Gaia avvicinandosi a lui “Quanto al resto…” le sue dita poggiano sulla fronte di Adam. Con un flash telepatico le informazioni su come pilotare la navicella si scaricano nella sua psiche.

“Oh…whoa!” esclama Primal portando una mano alla fronte.

“Ok, bello, hai superato lo scritto.” dice Gaia sorridendo “E’ ora di passare alla prova di guida!” e lo porta davanti ai comandi. Adam li osserva per qualche secondo disorientato, poi improvvisamente sa cosa fare. Preme alcuni pulsanti e la navicella si avvicina ad un tripode schivando tutti i suoi raggi. Adam sorride verso Gaia, e lei ricambia il sorriso. Quindi la ragazza dice:

“Ok, tutti giù!” e buttandosi dalla porta della navetta atterra sul tripode assieme a Penance e Chamber.

“Penance?” dice indicando il metallo ai loro piedi. La mutante intuisce al volo e con un paio di artigliate ha creato uno squarcio abbastanza grande da far entrare gli altri due.

“Ricorda, ce ne serve uno vivo!” grida Gaia mentre la misteriosa mutante massacra uno dei due marziani.

*Ci serve per cosa?* chiede Chamber *Cosa avete in mente tu e Jubilee?*

“Gli alieni comunicano telepaticamente, quindi quel che pensa uno viene automaticamente trasmesso agli altri. Se riusciamo a convincere uno di loro ad andarsene, probabilmente lo faranno anche gli altri.” risponde Gaia avvicinandosi ad un marziano ancora vivo, ma immobile davanti all’espressione minacciosa di Penance “Il tuo compito, Jono, è di collegarti alla loro rete telepatica e vedere se li abbiamo convinti o no.”

Chamber annuisce e osserva Gaia abbassarsi sull’alieno.

*Qui siamo pronti, Jubilee. Ora sta a voi!*

*Ricevuto, Gaia!* risponde Jubes telepaticamente, e poi, a voce alta “Ok, M, Synch, al lavoro!”

Monet si concentra ed espande la propria mente a sfiorare tutte quelle dei romani. La paura è una delle sensazioni predominanti, quindi non è difficile per la bella algerina riuscire a concentrarla in una sorta di traccia telepatica collettiva da inviare a Synch. A sua volta questo rimanda il messaggio a Gaia, che comincia a bombardare la psiche del marziano con queste sensazioni. Sotto intanto Jubilee sta raccogliendo tutto il proprio coraggio per fare quel che deve fare. Ok, tocca a te adesso cocca:

“Ma guarda che nazione di codardi! Arrivano degli alieni per conquistare il loro bel Paese, e loro se ne stanno tutti chiusi in casa senza far niente per impedirlo! La verità è che sono dei buoni a nulla!! Come schiavi non durerebbero cinque secondi, senza contare che in questo Paese i problemi spuntano come funghi! La disoccupazione e l’analfabetismo sono a livelli altissimi! Il sistema scolastico non funziona e quando si riesce a raggiungere un accordo soddisfacente arriva un ministro dal nulla e vuole cambiare di nuovo le carte in tavola!”

*Niente da fare, Jubes,* dice psionicamente Chamber *non li stai convincendo*

“Uhm…la gente qui è orribile! Quelli che hanno i soldi spadroneggiano su tutto e tutti e usano i media per manovrare l’opinione pubblica e acquistare ancora più potere! Gli italiani sono solo una massa di gente mediocre che va dove tira il vento, e si fa incantare da promesse che non verranno mai esaudite! E nonostante sia già successo in passato continuano a ricadere nell’errore! Continuano a credere a faccioni ringiovaniti artificialmente che sorridono benevoli da giganteschi cartelloni posti ad ogni angolo, sotto i quali campeggiano gli slogan più idioti che la mente umana è mai riuscita a concepire! E non si ribellano neanche dopo le innumerevoli gaffe che questi politici fanno fare loro in sede internazionale!”

*Non ci siamo ancora, Jube, credo anzi che il tuo discorso li abbia interessati ancora di più. Si sentono affini a questi politici, credo…*

Ok, cambiamo tattica, pensa Jubilee.

“E la malasanità! Gli ospedali sono sporchi e sovraffollati, il personale è fatto da incompetenti raccomandati!! Ogni anno migliaia di italiani muoiono nelle corsie perché non c’è posto per un ricovero! E intanto le infezioni crescono! L’immondizia non viene raccolta e si accumula agli angoli delle strade, e le discariche abusive ormai non si contano più!!”

*Sembra succedere qualcosa. Continua su questa strada, Jube*

“La sporcizia è ovunque e i netturbini se ne fregano! I sindaci non hanno né il denaro né l’interesse di ripulire tutto, così impegnati come sono a fare i loro porci comodi! E così la spazzatura resta dov’è a marcire, e ogni giorno nuovi ceppi di virus si creano da quelli vecchi! Ogni cassonetto abbandonato è un focolaio di infezioni! Ogni discarica in disuso abbonda di batteri che infestano tutte le zone circostanti! A intervalli regolari epidemie di febbre attaccano il Paese, ogni anno di virus diverso e sempre più letale!”

I tripodi marziani interrompono la loro discesa e restano immobili nell’aria.

“E a nessuno sembra importare! Fumare è una specie di status symbol, e anche chi ha scelto di non toccare le sigarette ha i polmoni neri a causa dello smog e del fumo passivo! Tutti buttano cicche, cartaccie e rifiuti vari per terra! Per loro la raccolta differenziata è una strana usanza di pochi eccentrici!! La verità è che gli italiani vivono nella sporcizia, e a loro va bene così! Questa nazione non si dovrebbe chiamare Italia, ma Sudicilandia!!!”

I tripodi cominciano a salire di nuovo verso il cielo, in direzione di obiettivi più consoni alle loro esigenze. Penseranno poi al pezzo di terra a forma di stivale che si estende nel centro del Mar Mediterraneo.

“Ha…ha funzionato?” dice Jubilee, abbastanza stupita.

*Sì, sei stata grande!* risponde nella sua testa la voce entusiasta di Gaia.

“Oh, bhe,” dice Jubes sorridendo spavalda a M e Synch “ne dubitavate?”

 

Più tardi, sull’astronave, ognuno si complimenta per l’ottimo lavoro svolto. Ad un tratto dal retro proviene un rumore. Tutti si girano e vedono Sean Cassidy che si sta alzando dal sedile su cui era sdraiato, massaggiandosi il collo dolorante.

“Ragazzi…” tenta di dire mentre si riprende “Cosa è successo?”

“Nell’ordine: uno scontro con Emplate e i suoi mutanti in un’altra dimensione, il salvataggio del nostro ex capo che voleva farci fuori tutti a causa dell’influsso del suddetto fratellino di Monet e un’invasione marziana sventata brillantemente dalla sottoscritta!” esclama Jubilee con un largo sorriso sulla bocca.

“Brillantemente, eh? Miss. <Sudicilandia>…” risponde Monet. Tutti scattano a ridere all’espressione leggermente contrariata di Jubilee. Poi però la ragazza riprende il sorriso e dice alzando le spalle:

“Bhe, nessuno è perfetto!”

 

 

 

Note:

[1] Disorientati? Andate a leggere Generation X 3!

[2] Come potete vedere sullo speciale Powerless –piccola pubblicità (non tanto) occulta-!

[3] E’ successo nel tie-in di Capitan Marvel.

[4] Ovvero gli alieni della Covata.

 

 

#5

 

Xavier Institute.

Jubilee, Synch, Monet, Skin, Chamber e Primal si trovano davanti alla scrivania del preside della Scuola per Giovani Dotati, che li guarda trattenendo a stento la rabbia:

 

“Siete tutti in punizione!”

di Sergio Gambitt

   

“Ma…” fa per interromperlo Jubilee, quando Charles Xavier continua.

“Niente ma! Avete occultato la richiesta di riscatto di Emplate, siete partiti senza alcun permesso -e non si è ancora capito bene con che mezzo- per una rischiosa missione di salvataggio in una dimensione da cui potevate anche non fare ritorno, e non paghi di ciò vi siete anche fermati ad affrontare i marziani nei cieli italiani! [1]

“Con tutto il rispetto, signore.” interviene Monet “La nostra missione è stata un completo successo. Non solo abbiamo liberato Sean Cassidy, abbiamo anche recuperato uno dei succubi di mio fratello, da cui potremo ricavare preziose informazioni su come agisce il suo potere. Inoltre siamo riusciti a salvare un’intera nazione dagli attacchi dei marziani, senza alcuno spargimento inutile di sangue.” e terminando lancia un’occhiata pregna di significati all’indirizzo di Xavier.

“Quello che avete fatto…” ribatte il più potente telepate del mondo “…è stato solo mettere a rischio le vostre vite e quelle di chiunque tenga a voi. Come pensavate che ci sentissimo sapendo che in piena guerra molti di voi risultavano dispersi?! So che siete in grado di cavarvela in molte situazioni estreme, so che ormai avete raggiunto una certa abilità nell’uso dei vostri poteri mutanti, ma vi facevo più responsabili! Ammetto che siete riusciti a gestire nel migliore dei modi una situazione…difficile, ma non vi è nemmeno passato per la testa che tutti quelli che vi volevano bene potevano essere in pena per voi? Non basta il potere per essere chiamati eroi. Ci vuole sacrificio, umiltà, responsabilità. E voi avete dimostrato di non avere queste qualità.”

Queste parole scuotono vigorosamente i giovani mutanti. I loro pensieri sono così forti da risaltare come dei fari nella stanza per un telepate del calibro del professor Xavier. Jubilee è confusa, da un lato ama e rispetta Xavier e gli X Men, ma dall’altro è fortemente convinta della validità delle ultime scelte del gruppo. Everett non lo sta nemmeno ascoltando, da quando ha saputo come è stato risolto il conflitto con i marziani non riesce a togliersi dalla mente il dubbio che l’uomo che ha davanti, per quanto grande sia, possa essere in parte responsabile della scelta finale[2]. Monet è semplicemente indifferente, sa cosa è giusto e cosa no, e non le servono pareri altrui per giudicare le proprie azioni. Adam è mortificato, è arrivato da pochissimo allo Xavier Institute e già ha preso la prima ramanzina da uno degli uomini che più lo ha influenzato nella vita con i suoi trattati scientifici. Jono è il più accondiscente, capisce le motivazioni del professor Xavier e, per quanto questo possa nuocergli, sa che a volte certe decisioni vanno prese. Angelo è furioso, non ne ha passate così tante con gli altri per poi farsi mettere sotto da un <preside> che non riconosce come tale. Xavier tira un lungo sospiro, è finito il tempo delle parole. Se la barriera che i ragazzi hanno posto davanti a sé non riesce ad essere scalfita dai suoi consigli, forse è il momento di passare ai fatti.

“Non volevo arrivare a tanto, ma a quanto pare sono costretto. I vostri permessi d’uscita sono revocati per una settimana, e stasera accompagnerete il professor McCoy in una ricognizione nelle fogne. Lo scorterete in quel che resta della base sotterranea della Bestia Nera[3].”

“Di nuovo nelle fogne?! Eyuuch…!” esclama Jubilee con una smorfia.

“Non può costringerci a farlo!” esplode Skin.

“Sono il preside di questa scuola, e finché sarete studenti qui sono tenuto a prendere provvedimenti disciplinari ogni volta ritengo sia necessario.”

I due restano a fronteggiarsi in silenzio per qualche secondo. L’atteggiamento di questo ragazzo è intollerabile, pensa Xavier. Nonostante la sua lunga permanenza alla Massachusets Academy non ha imparato un briciolo di disciplina. E tutti i segreti sul suo passato… Ha fatto ricerche sul suo conto e ha scoperto che Angelo Espinoza risulta effettivamente morto, con tanto di cadavere e tomba a provarlo. Tutto questo potrebbe finire per danneggiare anche gli altri. Non può permetterlo.

Con un piccolo sforzo la mente di Charles Xavier si insinua non percepita in quella di Angelo Espinoza. Scavando oltre il suo recente senso di inadeguatezza e il dolore provocato dalla sua particolare mutazione, penetra in profondità, fino a raggiungere un’immagine, un pensiero, che sembra aver segnato la vita del giovane mutante. A terra il corpo di un uomo ispanico di circa trent’anni, vestito con una canottiera bianca e dei larghi pantaloni militari. Al centro del suo petto, un foro di proiettile da cui zampilla copioso sangue. Più vicino, la canna di una pistola fumante. Ha appena sparato. A reggerla, delle dita…grigie?

*Ça suffit!*

L’urlo psionico di Monet interrompe la scansione. Xavier si volta verso di lei, che ricambia il suo sguardo con un’espressione dura. Quanto è davvero potente?

“Se permette,” dice la bella algerina “vorrei parlarle. In privato.” e con un veloce sguardo indica gli altri ragazzi. Xavier annuisce, poi, rivolto agli altri:

“Andate pure a prepararvi voi, partirete alle 7.”

Tutti escono dalla stanza, meno Monet.

“Mi dica pure, miss St. Croix.”

“Volevo chiederle se potrei essere esonerata dalla…missione di ricognizione di stasera. Avrei altri impegni…”

“Lei comprende bene, miss St. Croix, che mantenere questo atteggiamento misterioso non farà bene alla sua posizione all’interno di questa scuola, vero?”

“Le dirò quello che posso dirle, professor Xavier. Quello che posso…[4]

 

Più tardi.

Nella vasta rete fognaria di New York City, Henry McCoy, nelle sembianze della sempre amabile Bestia, sta scortando sei giovani studenti della scuola Xavier verso la direzione in cui a detta loro si troverebbe la base della Bestia Nera. I primi due in ordine di vicinanza sono Angelo e…Paige Guthrie?

“Non riesco ancora a capire perché hai deciso di venire anche tu…” sta borbottando il primo.

“Faccio anche io parte del gruppo, e se fossi stata nelle condizioni di andare a salvare Sean non avrei esitato un attimo.” risponde a bassa voce la seconda.

“Sì, ma questo non ti obbliga a subire una punizione che avresti potuto benissimo evitare. Nessuno ti avrebbe biasimata.”

“Lo so, lo so. Il fatto è che anche se tutti gli <adulti> alla scuola Xavier tentano di convincerci del contrario, sono convinta che Generation X esisterà finché ognuno di noi continuerà a badare all’altro, finché sapremo che in ogni caso ci difenderemo a vicenda, finché noi stessi vorremo che esista. Questa è una cosa che non possono toglierci. E in quanto membro di Generation X, ho sentito il dovere di partecipare alla ricognizione. Inoltre…volevo sdebitarmi con te per essermi stato vicino mentre ero in convalescenza…”

Angelo guarda Paige con ammirazione. Quelle semplici parole bastano a dissipare tutti i suoi dubbi sul restare o meno allo Xavier Institute. Non per imparare ad usare i propri poteri, non lo è mai stato. E’ sempre rimasto per avere un posto da poter chiamare casa. Per essere parte di qualcosa.

“Bhe, non ragionate poi così male, voi topoline di campagna…”

 

Più indietro, Jubilee sta discutendo piuttosto animatamente con Primal.

“…ed è anche una telepate! Cioè, non solo è una ragazza in gamba e in grado di cavarsela in ogni situazione, ma è anche una delle mutanti più potenti che abbia mai conosciuto! E poi guarda la sua astronave! Sai quanto potrebbe insegnarci sull’universo in una sola giornata?!”

“Ehm…” risponde un po’ imbarazzato Adam, “…sì, non c’è dubbio che Gaia sia una ragazza eccezionale, ma…”

“Eccezionale?! Eccezionale?!!” lo interrompe Jubilee “Quella ragazza è almeno…almeno…cosmica!” e ricomincia a tesserne le lodi. Adam cala la testa sulla mano. Cosa ho fatto di male per meritarmi questo?, pensa.

 

Ancora più dietro Everett sta usando la propria aura sincronica per imitare i poteri di Jono e parlargli telepaticamente senza essere scoperti.

*…un genocidio! Con una sola bomba hanno massacrato un’intera razza, ti rendi conto?! Potevano esserci marziani pacifisti, o madri con i loro bambini, o vegetariani su quel pianeta, per quanto ne sapevano. E loro non ci hanno pensato due volte e hanno fatto fuori tutti!*

*Già…* risponde distrattamente Jonothon Starsmore.

*Ehy, ma mi stai ascoltando?*

*Uh…sì, certo*

*Pensi ancora a Paige, vero?*

*Vuoi scherzare?*

*Se ti manca così tanto perché non provi almeno a parlarle? A volte basta poco…*

*Io…non me lo posso permettere. Subito dopo l’attacco della Covata credevo che il fatto che fosse sopravvissuta fosse un segno, un modo per dirmi che forse tra noi poteva ancora funzionare. Poi però, al castello di Emplate, è successa una cosa… Mi ha fatto capire che non sono un ragazzo normale, che non potrò mai esserlo, e che non potrò mai garantirle una relazione stabile. E’ meglio così, per entrambi.*

A queste parole Everett risponde solo con il silenzio, che si carica di tristezza e del sapore agrodolce delle occasioni perse.

 

Qualche metro più avanti la Bestia sta riflettendo tra sé e sé sulle mezze frasi degli studenti captate attraverso i suoi sensi ipersviluppati. Beata gioventù, pensa, così sicuri di sé e delle proprie abilità da credere di essere pronti per ogni eventualità. Eravamo anche noi così alla loro età?, si chiede Hank McCoy. Poi sorridendo si dà mentalmente la risposta. Sì, lo eravamo.

Quindi arrivato ad un bivio si gira e dice:

“Ok, ragazzi, ora mostratemi come raggiungere il laboratorio della mia brutta copia malvagia!”

“Da questa parte” dice Paige incamminandosi in uno scuro condotto fognario. Tutti le vanno dietro. Alle loro spalle, non vista, arriva una piccola sfera di luce, che comincia a seguirli.

 

Qualche ora prima.

Trish Tilby, accompagnata dal suo cameraman Nick, è appena arrivata al suo appartamento di Manhattan. Entrambi mostrano ancora i segni delle loro recenti disavventure[6]. La gamba della giornalista è totalmente ingessata, come il braccio del ragazzo, mentre cerotti e medicazioni fanno capolino da ogni parte del corpo. Fortunatamente però la loro degenza non è durata molto. Con gli ospedali pieni di lavoro in seguito alla guerra con i marziani erano stati dimessi non appena operati, e così erano potuti subito tornare a New York. E, a dir la verità, Trish non vedeva l’ora di distendersi sul proprio letto e di farsi una dormita di almeno un paio di giorni.

“Bhe,” dice lei raggiungendo una porta “sono arrivata. Grazie per avermi accompagnata.”

“Oh, dovere Trish.” risponde Nick con un sorriso imbarazzato.

“Ora penso proprio che mi godrò il mio meritato riposo. Ci si vede in studio.”

“Ok,” risponde lui allontanandosi “a presto allora!”

Trish lo saluta prima che salga sull’ascensore, poi tira fuori la chiave e la infila nel buco della serratura. Bravo ragazzo, pensa girandola e aprendo la porta. Lo spettacolo che le si presenta la lascia a bocca aperta. Il suo appartamento è stato messo sottosopra. Mobili ribaltati, ante degli armadi spalancate con il contenuto rovesciato per terra, piatti e tazzine in pezzi che ricoprono il pavimento. Trish è così sorpresa da non accorgersi delle due figure dietro di lei.

“Finalmente…” dice una di esse, e alza una mano che si illumina di cupo rosso. La giornalista non fa in tempo a girarsi che un caldo intenso la assale, facendole mancare l’aria. Dopo pochi istanti crolla a terra svenuta. Viene raccolta dalle forti braccia del responsabile dell’attacco, mentre l’altra figura apre un portale dorato alle loro spalle. Quindi i tre scompaiono al suo interno.

 

“Ecco, siamo arrivati” dice Paige indicando l’ampia zona che un tempo ospitava un avanzatissimo laboratorio. Ora invece l’acqua ne ha allagato gran parte, e i macchinari spuntano fuori da essa come grossi scheletri di dinosauri, corrosi dall’aria mefitica delle fogne. Tutti entrano attraverso le spesse porte metalliche poste all’ingresso, per sparpagliarsi con cautela all’interno della stanza. Per quanto vedano come il laboratorio sia in decadenza, il ricordo delle torture a cui la Bestia Nera li aveva sottoposti è ancora fresco in loro. All’improvviso le porte d’acciaio si richiudono con un boato. Tutti si girano da quella parte, ma una voce dalla direzione opposta li fa nuovamente voltare.

“Hank McCoy, sei accusato di omicidio di primo grado, come ti dichiari?”

Ad aver parlato è un ragazzo che dimostra non più di 16 anni, alto, magro e vestito con una tuta azzurra che gli copre anche la parte superiore del viso fino ai capelli, che sono ritti sopra la fronte nonostante la loro lunghezza. Alle sue spalle una ragazza almeno ventenne, in un aderente costume bianco con una maschera appuntita che le copre il viso. Da essa scivola giù una lunga treccia bionda. In mano tiene un bastone bo, con cui tiene alzato il volto imbavagliato ed impaurito di…Trish Tilby!

“Trish!” grida la Bestia, e senza pensare si scaglia nella sua direzione.

“Scratch!” urla il ragazzo, e dal nulla compare un ragazzino vestito solo con un perizoma e degli stivali, mentre il resto del corpo è cosparso da tatuaggi e decorazioni tipici degli indios amazzonici. Intercetta la Bestia al volo e lo colpisce con i suoi artigli affilati. Hank tenta di contrattaccare, ma le sue unghia non riescono a scalfire la pelle del suo assalitore. Contemporaneamente da quattro lati diversi compaiono altrettanti ragazzi, tutti vestiti con tute simili ma di colore diverso. Il primo, un ragazzo biondo in una tuta celeste, muove velocemente il braccio, e l’onda d’urto prodotta si propaga fino a raggiungere Husk e Skin, che colti di sorpresa ne vengono travolti. Quando Paige si rialza, è il volto stesso della rabbia.

“E così vuoi la guerra! Ti accontenterò!” e sbucciandosi in una forma demantoide si lancia verso l’assalitore. Questo sta per scagliare un’altra onda d’urto, quando si accorge di avere le gambe attorcigliate da qualcosa. Si abbassa e vede…un tentacolo grigio? Skin tira con forza e il ragazzo crolla a terra. Subito dopo Husk è sopra di lui, sfiorando il suo volto con i propri artigli. Quando lo vede bene in faccia però, la sorpresa si diffonde sul suo volto.

“Gregor?! [6]

“Ci conosciamo?” dice il mutante sotto di lei, colpito almeno quanto Paige, poi un’energia bianca comincia a scorrergli nelle mani “Comunque per te sono Shockwave!” e colpisce con i palmi delle mani Husk, che viene scagliata su Skin, prima di atterrare nelle pozzanghere della stanza.

Nello stesso tempo una ragazza dal costume giallo e con una maschera che le copre interamente la faccia si è avvicinata a Jubilee.

“E tu cosa sai fare?!” dice Jubes facendo crepitare i propri fuochi d’artificio tutt’attorno a sé, pronta a qualsiasi attacco frontale. La ragazza non risponde. Solo, dalle fessure degli occhi, brilla una scintilla. Due sfere luminose attaccano alle spalle Jubilee, che riesce ad evitarle in tempo con due piroette. Contemporaneamente però una terza le arriva davanti, troppo veloce per essere evitata. Jubes viene colpita alla mascella e cade a terra. Quando si rialza le sue mani crepitano di energia.

“Ti piace giocare sporco, eh? Bhe, vediamo che succede quando anche gli altri cominciano con i colpi bassi!” e scaglia i suoi fuochi artificiali contro la ragazza. Istantaneamente le tre sfere si dispongono a triangolo davanti a lei, e assorbono in sé tutta la potenza dei plasmodi di Jubilee. Immediatamente dopo rilasciano l’energia accumulata sottoforma di una luce intensissima, che prende in pieno la giovane mutante. Non diventa cieca solo grazie al visore che porta sempre con sé, ma il colpo è abbastanza potente da farla crollare nell’acqua. Fire-Fly rimane per un istante ad osservare la sua avversaria sconfitta. Dalla maschera non trapela nessuna delle molteplici sensazioni contrastanti che sta provando.

Più in là Primal e Synch stanno affrontando un altro assalitore, che li bersaglia con una balestra restando avvolto nell’ombra.

“Fatti vedere!” dice Primal distruggendo le frecce con gli artigli della sua forma rettile. Con una lentezza studiata, questo esce dall’ombra. E’ una ragazza orientale, vestita con una aderentissima e scollatissima tuta viola, bellissima.

“Se proprio insisti…” dice guardandolo intensamente negli occhi. Adam sente qualcosa dentro di sé cambiare. Una ragazza così bella non può essere cattiva, sicuramente lei è dalla sua parte. E forse i suoi veri nemici sono quelli che finora gli sono stati vicini.

“Sì,” dice la ragazza accarezzandogli il petto con le dita “non è me che devi combattere… Su, fammi contenta e sconfiggilo per me.” aggiunge indicando Synch. Primal si volta ringhiando verso Everett.

“A-Adam…?” tenta di dire questo, ma Primal lo attacca in preda ad una furia cieca. Everett si sincronizza immediatamente con il suo potere, e comincia a crescere fino a raggiungere le sembianze del suo sfidante, anche se di color marrone. I due iniziano a lottare fra di loro, mentre Tease osserva compiaciuta il suo operato dalle retrovie.

Intanto lì vicino Chamber sta studiando il ragazzo che gli si è parato davanti. Ha gli occhi infiammati di un rosso vermiglio, così come le mani. Dalle spalle, due larghe ali di energia rossa si schiudono nel laboratorio. Senza alcun preavviso il ragazzo spicca il volo e attacca lanciando una raffica rossa contro Chamber.

*Calore?* dice questo psionicamente *Spiacente, ci hanno già provato* e risponde alla raffica con la sua energia psionica, che colpisce l’assalitore a mezz’aria e lo fa cadere. Da lì vicino la ragazza che teneva Trish guarda il suo capo, il quale le dà un tacito assenso per andare ad aiutare il compagno. Un disco luminoso si apre alle sue spalle, e lei vi scivola dentro. Compare alle spalle di Jono, sfruttando l’inerzia del teletrasporto per colpirlo con un calcio volante. Chamber cade a terra, ma fa in tempo a contraccambiare al colpo con una raffica psichica. La ragazza viene scagliata indietro, ma con una piroetta atterra in piedi sul pavimento del laboratorio. Lancia un’occhiata al ragazzo con le ali, ed immediatamente entrambi sanno cosa fare. Un disco giallo si apre sotto i piedi di Jono, che vi cade dentro e ricompare proprio davanti all’altro ragazzo. Questo concentra tutto il proprio potere nelle mani, e lo scarica con un solo colpo nel petto di Chamber. L’esplosione di energia conseguente illumina a giorno quella parte della stanza. Quando la luce torna normale, Flamebird e Traveller guardano soddisfatti il corpo del giovane mutante riverso nell’acqua.

A questo punto il capo degli assalitori grida:

“Via con il piano B!”

Tutti gli altri si ritirano dalla battaglia, lasciando Generation X e la Bestia nelle pozzanghere del laboratorio, confusi per l’improvviso cambiamento. Hank McCoy si volta verso il loro capo. Si trova sospeso ad un paio di metri dal suolo, mentre energia elettrica crepita attorno a sé copiosa. Hank guarda i propri piedi, a mollo nell’acqua, e poi di nuovo il ragazzo. Oh no, pensa, ma non ha il tempo di reagire perché la scarica elettrica emessa dal ragazzo avvolge in un attimo tutto il laboratorio, tramortendo i membri di Generation X e il loro insegnante.

“Immobilizzateli!” dice il ragazzo. Traveller tira fuori delle catene da un portale e risponde:

“Sì, Charge.”

Bene, pensa lui. Non si aspettava di trovare il bersaglio in compagnia di un gruppo di mutanti come loro, ma doveva ammettere che il fatto che lui fosse venuto nelle fogne gli aveva semplificato notevolmente il suo compito. Certo, anche questi mutanti sembravano in gamba, ma certamente non all’altezza di… Mutant Fight!

 

 

 

Note:

[1] praticamente un piccolo riassunto di quanto accaduto nei numeri 1/4 di Generation X.

[2] vedi Guerra dei Mondi #2.

[3] nel crossover tra Generation X e X Man, su X Men Universe 58 e 59.

[4] vi ricorda niente questo piccolo scambio di parole?

[5] che conoscereste se aveste letto Powerless, lo speciale di GdM.

[6] chi si ricorda ancora di X Men Deluxe 13 alzi la mano!

 

 

#6

Sotto accusa

di Sergio Gambitt

 

 

Caldo. Un caldo insopportabile ti opprime, mentre muovi gli occhi su e giù per la stanza cercando di capire dove ti trovi. Le mura sono fatte di sporchi sassi legati l’uno all’altro da calcestruzzo screpolato in più punti. Ragnatele e polvere si accumulano negli angoli, mentre ciuffi di paglia ricoprono il pavimento. Tenti di muoverti, ma le tue mani sono bloccate da catene. Istintivamente apri la bocca per chiedere aiuto, ma da essa non esce alcun suono. E poi…da quando in qua hai una bocca?! E gli artigli rossi che fuoriescono dalle dita di mani e piedi…

All’improvviso la porta della tua cella si spalanca, e roteando un bolas nell’aria entra una figura minuta, un aborigeno che avanza levitando a gambe incrociate e tenendo gli occhi chiusi. Ma quello è…Gateway?!

Non fai in tempo a realizzare cosa sta succedendo che un vortice di energia bianca ti risucchia, e tu precipiti verso un prato verde che si avvicina velocemente. Più vicino, sempre più vicino, sempre più…

Chamber spalanca gli occhi nella fredda aria della fogna. Attorno a sé i suoi compagni, tutti imprigionati da spesse catene d’acciaio. Più in alto, su quello che sembra una specie di podio, si trovano la Bestia e Trish Tilby, legati a due alti pali al centro dei quali si trova Traveller. Davanti a loro invece Charge aspetta paziente che Hank McCoy si riprenda dalla scossa elettrica con cui lo aveva tramortito[1]. Shockwave, Fire-Fly, Tease, Scratch e Flamebird sono sparsi nella stanza dietro ognuno dei ragazzi di Generation X, attenti ad impedire loro mosse azzardate. Ma per Jonothon Starsmore ora come ora sarebbe troppo difficile agire. E’ ancora troppo scosso per la visione. La bocca, le mani artigliate, la prigionia, niente di questo gli apparteneva. A meno che…non si trattasse di un ricordo non suo…

In quel momento la Bestia comincia a muovere lentamente la testa, dicendo debolmente:

“Qualcuno fermi la stanza, per amor del…” poi vede Trish accanto a sé ed esclama “Trishy! Dimmi che tutto questo è solo un nuovo gioco erotico con cui volevi farmi una sorpresa…!”

La giornalista alza gli occhi al cielo esasperata. Non solo in quella settimana ha quasi rischiato di morire per colpa dei marziani, non solo non appena tornata a casa è stata rapita da degli sconosciuti che l’accusavano di omicidio, ma deve anche fare i conti con un fidanzato con un fin troppo spiccato senso dell’umorismo…

“Se avete finito voi due…” dice Charge “…possiamo cominciare con il processo.”

“Processo?!” esclamano all’unisono la Bestia e molti dei ragazzi di Generation X.

“Hank McCoy, o meglio Bestia, e Trish Tilby,” continua lui ignorandoli “siete entrambi accusati di omicidio di primo grado.”

Charge si gode la sorpresa negli occhi di tutti i presenti, poi dice ad alta voce:

“Portate la prova!”

“Certo, Chuckye!” esclama Shockwave avanzando con un pipistrello meccanico tra le mani. Charge lo fulmina con un’occhiata, poi quasi gli strappa il pipistrello dalle mani. Quindi armeggia con qualche pulsante e punta i suoi occhi verso una parete della stanza, su cui vengono proiettate delle immagini leggermente disturbate. All’inizio si intravede una caverna piena di robot dalle sembianze animali. Al centro di esse, quattro figure di spalle. La prima è una ragazzina bionda e vestita con un costume di pelle animale. Poi un ragazzo dai capelli castani in una tuta nera e grigia. Quindi una donna dai lunghi capelli castani vestita con un’attillata tuta viola. Infine un altro ragazzo dai lunghi capelli bianchi e dentro un costume fucsia e viola scuro.

“Ehy, ma quelli sono Gambit, Joseph e Ro…!” esclama Jubilee.

“Silenzio!” urla Charge e Fire-Fly mette una mano davanti alla bocca di una Jubilee infuriata. Quindi la registrazione va avanti. Dall’oscurità emerge un robot aggraziato, che parla con la voce flautata di Tata.

“Sono stata buona…” sta dicendo, mentre il suo corpo meccanico muta e si ingrandisce “…gentile…paziente… Ma voi volevate giocare, e ora…il gioco è finito!”

Nessuna delle quattro figure reagisce. Sembrano aspettare il momento in cui Tata sferrerà il suo mortale attacco.

“Buonanotte…” comincia a dire questa, ma viene interrotta da un colpo alla testa proveniente dalle sue spalle.

“X Men…Zzzztt…impossibile…” prende a dire in pieno malfunzionamento “…stupidi… bambini… Zzzzt… ritardate… l’inevitabile… Zzzztt… la prova è… Zzzztt… appena iniziata” e la sua testa cade per terra. Subito dopo due dei quattro si alzano in volo, mentre un altro lancia un oggetto caricato di energia rossa verso il luogo da cui prima Tata li minacciava. Lì adesso vi è la giornalista Trish Tilby, che tiene in mano un’asta metallica.

“Trish?!” esclama il ragazzo che aveva lanciato l’oggetto luminoso.

“Ci crediate o no, ero io il braccio. Ed ecco qua la mente.” e dalle sue spalle compare la pelliccia blu della sempre amabile Bestia. Quindi la registrazione si interrompe.[2] Charge si volta verso Hank McCoy, come aspettandosi qualche commento, ma dalla sua bocca esce solo un confuso:

“Non…non capisco dove volete andare a parare…”

“Non capisci?! NON CAPISCI?!” urla Charge concentrando in un pugno quanta più energia elettrica può e avvicinandola al volto della Bestia “Tata ci ha raccolti quando tutti gli atri ci avevano abbandonato, o peggio ci volevano morti! Tata ci ha accuditi, ci ha addestrati, ci ha insegnato a cavarcela in un mondo che ci teme e ci odia!! Ci ha cresciuti al sicuro dall’odio degli esseri umani! Per molti di noi era come una seconda madre!! Era…era l’unica a cui interessasse di noi… E a voi due è bastata una stupidissima spranga per mettere definitivamente fine alla sua esistenza e andarvene lasciandola lì a marcire!! No…così è troppo facile. Hank McCoy, Trish Tilby, siete entrambi accusati di omicidio. Come vi dichiarate?”

“Stava…stava minacciando i miei compagni.” comincia a dire la Bestia “Dovevamo fare qualcosa per aiutarli…”

“E poi, voglio dire, è un robot…” continua Trish “Noi non pensavamo…”

“Allora ammettete la vostra colpevolezza, bene.” la interrompe Charge senza neanche prestare ascolto alle sue parole “Il verdetto è: morte!”

A questa dichiarazione Jubilee scatta e morde le dita di Flamebird, che mollano la presa sulla sua bocca.

“Ehy brutto puzzone chi ti dà il diritto di sputare sentenze così!”

“Diritto?” risponde Charge inarcando un sopracciglio “Mi sembra piuttosto semplice. Questi due hanno ucciso a sangue freddo qualcuno che ci stava a cuore. In questo Paese vige la pena di morte per l’omicidio di primo grado. E sono appena stati riconosciuti colpevoli.”

“Omicidio?!? Da quando in qua uccidere un robot è considerato omicidio?!” interviene Angelo Espinoza.

“Tata non era un semplice robot!” scatta Fire-Fly. Sebbene la sua maschera non lasci intravedere il volto, la sua voce risulta rotta da violenti singhiozzi “Era una madre, era un’amica, era…tutto ciò che ci restava…”

“Ma cosa ve lo diciamo a fare?” dice Shockwave avvicinandosi a Fire-Fly ed abbracciandola “Tata ci ha parlato di voi X Men. Un gruppo di mutanti ipocriti che si mettono contro i loro stessi simili in favore di un mondo che li farebbe volentieri tutti fuori. Non capirete mai il dolore di perdere qualcuno di così importante…”

“I miei genitori…” risponde Jubilee con uno sguardo glaciale negli occhi “…sono stati assassinati quando ero ancora una ragazzina. Ho portato dentro di me il dolore a lungo, non riuscivo a dare un senso alla loro morte. Finché, non ho scoperto chi era l’assassino. Sono partita immediatamente per affrontarlo. Durante il viaggio pensavo alle innumerevoli torture a cui lo avrei sottoposto. Doveva sperimentare sulla sua pelle il male che mi aveva provocato in tutti questi anni. Doveva pagare. Ma dopo averlo affrontato e sconfitto, mentre si trovava davanti a me supplicando la mia pietà, mi sono resa conto che anche i miei genitori avrebbero potuto trovarsi nella sua stessa situazione. E mi sono detta che non volevo diventare come i loro carnefici.[3] Se lasci prendere alla morte il controllo, nella tua vita non ci sarà altro che essa.”

Il silenzio si diffonde all’interno dell’ex laboratorio della Bestia Nera, finché una voce dalla vaga intonazione metallica e se possibile anche più dura di quella di Jubilee lo rompe.

“Belle parole, ragazzina, ma solo parole.” dice Traveller “Il fatto che tu non sia riuscita a vendicarti dell’omicidio dei tuoi genitori dimostra che sei una debole, e nel posto da cui io vengo i deboli facevano una brutta fine. Quel che cerchiamo è giustizia, e giustizia avremo.” e punta due affilatissimi stiletti alle gole della Bestia e di Trish Tilby. Sta per tagliar loro la gola, quando un forte rumore accompagnato da un’intensa luce e da un grido quasi animale la blocca.

 

Cinque minuti fa.

Everett Thomas è sveglio già da un po’, ma tiene gli occhi chiusi e il capo chino per non farlo capire alla ragazza alle sue spalle, la giovane mutante che lo ha precedentemente sconfitto e che risponde al nome di Tease. Tenendo fede al suo nome di battaglia, Synch comincia a sincronizzare la sua aura mutante con i poteri della bella orientale, per scoprire come volgerli a proprio favore. Un aspetto secondario del suo potere è infatti una innata conoscenza dei poteri dei mutanti con cui si sincronizza, talvolta perfino più profonda di quella del possessore stesso. Ed è per questo che una volta sincronizzatosi con la ragazza, Synch apre di scatto gli occhi e immediatamente è consapevole di stare emanando nell’aria…

“…ferormoni?!” si lascia scappare.

“Si, mio bel mutante.” dice Tease calandosi su di lui e sfiorandogli il collo con un coltello “E funzionano solo con i ragazzi, quindi ti sarei grata se la smettessi con il tuo patetico tentativo di rubarmeli e ti comportassi da schiavo ubbidiente.”

“S-Sì…” dice Synch mentre il suo sguardo si perde nel vuoto. Poco più in là, Flamebird osserva i due con un’espressione imperscrutabile.

Nello stesso tempo Jonothon Starsmore sta cercando un modo per liberarsi. Quei maledetti ragazzi hanno pensato proprio a tutto, considera tra sé e sè, mi hanno incatenato in modo tale da non poter direzionare i miei colpi psionici in altra direzione che di fronte a me. E se lo facessi, colpirei in pieno Primal. Senza l’energia psionica sono praticamente inerme. La mia telepatia non è potentissima, ma forse può bastare per…

*Adam!*

“Cosa…?” sussurra questo risvegliandosi dal sonno <indotto> dalla scarica elettrica di Charge.

*Sono Jono. Non parlare. Sono davanti a te*

Primal alza il volto rettiliforme quel tanto che basta per poter scorgere Chamber senza far capire a Scratch, il mutante incaricato di sorvegliarlo, che si è risvegliato.

*Oh, sì ti vedo*

*Ascoltami bene, non c’è un attimo da perdere. Dobbiamo liberarci da queste catene, ma ci hanno legato in modo tale da neutralizzare i nostri poteri. Qualche idea?*

Adam si guarda intorno. Flamebird sorveglia attentamente Jubilee, le cui mani sono comunque strette da catene che le impediscono di usare i suoi plasmoidi. Shockwave e Fire-Fly sono alle spalle di Husk e Skin, i cui poteri sono inutili in questo frangente. Tease minaccia Synch con un coltello, mentre ad occuparsi di Chamber e di sè stesso è il taciturno Scratch, in piedi alle sue spalle. Con qualche mossettina Primal tenta di liberarsi dalle catene, ma si accorge subito che sono troppo strette per la sua forma rettile. Però…

*Jono, quando te lo dico libera una tua scarica*

*Ma così rischio di ucciderti!*

*Fidati di me!*

Jono annuisce, e comincia a concentrare energia psionica nel punto in cui un tempo aveva la bocca. Quindi torna a guardare Primal.

*Ora!* grida questo psionicamente e dalla bocca di Chamber parte un potente raggio luminoso. Nello stesso tempo Primal torna nella sua forma umana, e grazie al rimpicciolimento delle sue dimensioni riesce a liberarsi dalle catene quel tanto che basta per potersi abbassare e schivare il colpo, che invece prende in pieno uno stupito Scratch e lo scaraventa nell’oscurità. Subito dopo Adam si libera del tutto delle sue catene e torna in forma rettile. Quindi si volta a guardare il resto dei membri di Mutant Fight. Lo guardano tutti minacciosi.

“Uh oh…” dice, subito prima che Charge gridi:

“Prendetelo!”

Flamebird si alza in volo nella sua direzione, mentre Fire-Fly e Shockwave avanzano minacciosi. Adam comincia ad evitare agilmente le raffiche dei tre, avvicinandosi a Jubilee quel tanto che basta da afferrare le sue catene.

“E ora cosa hai intenzione di fare, bestione?” chiede lei con uno sguardo preoccupato.

“Ehm…scusami Jubes ma è a fin di bene…” e la scaraventa contro Tease.

“Adaaaaaaaaaaaaaaaaaaam!!!!” grida Jubilee poco prima di centrare in pieno la ragazza e di crollare accanto a Synch.

“Ciao Jube, che piacere vederti…” dice questo sincronizzandosi con i suoi poteri. Subito dopo un’esplosione di fuochi d’artificio li avvolge ed entrambi sono liberi.

“Questa me la paghi Adam!” grida Jubilee all’indirizzo di Primal “Subito dopo averle suonate a questi buffoni, ovviamente!” e la sala comincia a riempirsi di plasmodi. Una raffica di Jubilee colpisce Traveller, mentre Synch fa esplodere i lucchetti che legano Husk e Skin. La prima si strappa la pelle e al di sotto di essa compare una sostanza elastica, con cui rimbalza addosso a Shockwave allontanandolo da Primal, mentre dal corpo del secondo cominciano a fuoriuscire innumerevoli tentacoli grigi che colpiscono come fruste Fire-Fly. Synch intanto sta bersagliando Charge con dei plasmoidi, quando sente un rumore alle sue spalle e girandosi resta qausi sbalordito da quello che vede. Flamebird è sospeso in aria per mezzo delle sue imponenti ali di fuoco, e energia vermiglia fluttua attorno a lui conferendogli un’aria allo stesso tempo maestosa e sinistra. Everett non riesce a muovere un muscolo, quasi ipnotizzato da quell’apparizione che più tardi si renderà conto di avere inconsciamente associato al modo in cui aveva sempre immaginato gli angeli. Dal canto suo, lo sguardo minaccioso di Flamebird non fa presagire niente di buono, ed è per questo che Synch si stupisce quando questo apre la bocca e dice:

“Vai.”

Synch annuisce, e comincia ad allontanarsi chiedendosi nello stesso tempo perché mai un avversario che avrebbe potuto facilmente ucciderlo lo abbia invece lasciato andare indenne.

 

Contemporaneamente.

 

Primal si avvicina a Jono e scruta le sue catene, poi grida:

“Paige vieni qui, non ce la faccio a liberarlo da solo!”

Husk si blocca in piena battaglia e dice sbalordita:

“I-Io?!”

“Ho detto qualcosa di male?” risponde Adam notando gli sguardi imbarazzati di Paige e Jono. I due ragazzi si guardano negli occhi, ed è Paige a rispondere:

“No, è…la cosa più logica.” e mutando in acciaio si avvicina a Chamber. Primal però non ha il tempo di valutare il resto della situazione che da un angolo buio compare Scratch, il quale lo assale ringhiando con furia animale. Adam sfodera i suoi artigli e gli graffia l’addome, ma il liquido che esce dalla ferita non sembra essere sangue. E’ più denso, e verde, e una volta a contatto con la sua spessa pelle da rettile comincia a sfrigolare e ad emanare fumo.

“Aaaaaaaaargh!” urla in preda al dolore, e si getta in una pozzanghera per bagnare la ferita “Questo è…è acido,” dice girandosi verso il suo assalitore che lo guarda minaccioso “cosa….cosa sei?!”

Per tutta risposta Scratch si lancia nuovamente contro di lui, ma all’ultimo secondo Adam riesce a prenderlo per i capelli, deviandone la traiettoria verso il caposquadra. I due collidono violentemente e cadono a terra. Quando Charge si rialza, i suoi occhi ribollono di energia elettrica.

“Pagherete per questo, ve lo assicuro!”

Di fronte a lui e a Mutant Fight adesso è schierata Generation X al completo, a portavoce della quale si erge una Jubilee che contraccambia lo sguardo di Charge con aria spavalda.

“Oh…che qua dentro qualcuno pagherà per qualcosa è sicuro… Resta da vedere chi sarà!”

 

Intanto all’Istituto Xavier...

Una ragazza entra con circospezione nell’infermeria, e dopo essersi assicurata di essere sola, chiude la porta alle proprie spalle e si avvicina ad un grosso cilindro trasparente, apparentemente vuoto.

“Fatti vedere, so che sei lì.”

All’interno del cilindro chiuso ermeticamente comincia a volteggiare del fumo viola, che in breve assume le sembianze del giovane adepto di Emplate chiamato Vincente.

“Ohhh, devo aggiungere anche la telepatia ai molteplici doni della mutante più perfetta sulla faccia della Terra? E come mai un tale miracolo della natura si abbassa a venire a parlare con noi poveri scherzi della natura?”

Monet ignora volutamente il suo tono derisorio, e tentando di mantenere il controllo risponde:

“I miei <doni> non sono affare tuo, Vincente. E quanto alla seconda domanda, non ho mai detto di essere un miracolo della natura.”

“Non direttamente, è vero, ma hai sempre fatto pesare a tuo fratello il fatto che tu fossi più che perfetta mentre lui con i suoi poteri era riuscito solo ad uccidere vostra madre. E’ quel genere di atteggiamento che può cambiare la vita di una persona…”

“Cosa vorresti insinuare?”

“Niente, niente… Solo…sono stato con Emplate a lungo, e ci parlava spesso di te. Troppo spesso, forse. Forse ha fatto tutto quel che ha fatto solo per sentirsi all’altezza di una sorella egocentrica e presuntuosa, la cocca di papà che ogni giorno lo superava e umiliava in ogni tentativo di raggiungere i suoi livelli.”

“Stai mentendo. Io non ho niente a che fare con le scelte di mio fratello.”

“Ma certo! Se ti fa comodo crederlo fa pure, non sarò io a farti cambiare idea. Però, non ti sei mai chiesta perché dopo che Emplate era divenuto il signore di una dimensione mistica e aveva ottenuto il potere che cercava è tornato da te e ti ha proposto di unirti a lui? E perché nonostante il tuo rifiuto e il tuo scherno non ti avesse semplicemente ucciso ma ti avesse imprigionato nel corpo di Penance, in modo tale che lo seguissi comunque?[4] Certo, potrebbe non significare niente. Ma potrebbe anche significare tutto…”

“Non…non cercare di imbrogliarmi. Le azioni di mio fratello non sono una mia responsabilità…”

“Oh, e cosa ne può sapere la figlia prediletta di un senatore algerino di responsabilità? Parli della responsabilità di trovare un vestito adatto per uscire la sera? O di quella di ricordarti di mettere la benzina nel tuo scooter ultimo modello? No, tu non hai MAI saputo cosa significa la parola responsabilità. Non hai mai saputo cosa significhi vivere in uno sporco sobborgo italiano e dover crescere i tuoi tre fratelli minori da solo, perché tuo padre era in carcere e tua madre era morta in seguito al suo abbandono. Non sai cosa si prova a veder morire uno dopo l’altro i restanti membri della famiglia per una stupidissima malattia, nella più totale indifferenza del resto della città che sputava per terra quando ti vedeva solo perché tuo padre aveva osato pentirsi per ridurre la propria pena in modo tale da venire aiutarti il più presto possibile. Non sai quale sia il dolore di venire a sapere che tuo padre è morto <accidentalmente> in galera, quando sai benissimo che è stato giustiziato per impedirgli di parlare troppo. Oh, no. Non lo sai. Tu sei sempre vissuta nella bambagia, in un posto in cui ti bastava schioccare le dita per ottenere quello che volevi. Non ti è mai importato di altri che non di te stessa. Viziata com’eri non hai mai saputo accorgerti del dolore che causavi a chiunque ti stesse attorno semplicemente ignorandolo e non offrendogli una spalla su cui piangere nel momento in cui aveva bisogno. Puoi convincerti davvero di essere senza colpa, dormirai meglio la notte. Ma dentro di te saprai sempre di essere una arrogante bambina viziata che con la sua indifferenza ha spinto il fratello a diventare quel che è adesso. E’ colpa tua Monet, è sempre stata colpa tua.”

 Monet St. Croix aveva chiesto al Professor Xavier di restare all’Istituto per poter parlare con Vincente. Credeva di fare una buona azione con il suo tentativo di liberarlo dall’influsso del fratello e contemporaneamente di acquisire informazioni sul suo conto in modo tale da poterlo scovare e finalmente sconfiggere. Non si aspettava certo che la discussione si impostasse su questi toni. Non si aspettava di essere messa sotto accusa, non si aspettava di essere incolpata per i molteplici crimini del fratello. Ma soprattutto, non si aspettava che nonostante la propria aria di superiorità, nonostante fosse realmente convinta di essere migliore della maggior parte della gente che aveva intorno, le parole di Vincente l’avessero colpita così profondamente da farle perdere il controllo che da sempre aveva sulle proprie emozioni, facendole stringere una mano a pugno e permettendole di partire in direzione del cilindro di vetro dietro il quale l’adepto del fratello la guardava con odio feroce.

“Eh no, mia cara, se liberi un pericoloso criminale nessuno ti crederà più quando ti vanterai della tua intelligenza…” dice una voce alle sue spalle, mentre un gigantesco pugno blocca a mezz’aria quello di Monet prima che distrugga la prigione di Vincente. Monet si gira e fulmina lo sguardo dell’uomo che l’ha appena bloccata, la rabbia più cieca nei suoi occhi.

“Ehy, ehy, non guardarmi in questo modo! Non sono poi così brutto!!” esclama Guido Carosella ricambiando con un sorriso la furia della ragazza “Lo diceva anche Sean quando uscivamo insieme![5]

Monet sbuffa violentemente, poi con una bracciata si libera della sua mano e scostandolo sgarbatamente esce dalla stanza. Guido si gira verso Vincente, che lo guarda con lo stesso odio con cui lo guardava Monet. Quindi dice:

“Uh, ho per caso interrotto qualcosa?”

 

Fogne di New York.

Ex laboratorio della Bestia Nera.

Due gruppi rivali si stanno fronteggiando, ciascuno cercando di captare le debolezze dell’altro e di individuare il momento giusto per attaccare. La tensione è alle stelle, l’energia di ognuno dei mutanti è quasi tangibile, mentre scaldano i propri poteri come i piloti di Formula 1 fanno con i motori delle auto prima della partenza, quando il semaforo è ancora giallo. E, tra pochi attimi, scatterà il verde.

“Adesso BASTA!” grida una voce dietro tutti, improvvisa come un bazooka che disintegra il semaforo e pone fine alla gara “E’ veramente troppo! Avete parlato, ve le siete suonate, vi siete scambiate le vostre adorabili battutine da battaglia coperte da copyright, ma a tutto c’è un limite!”

“T-Trish? Che hai intenzione di…?” sussurra la Bestia, quando la giornalista lo interrompe bruscamente.

“Mi sono semplicemente stancata di trovarmi tra un mucchio di bambini che a stento capiscono quali sono le cose serie della vita, Hank! Se non l’avete notato, c’è stata una guerra qui fuori.[6] Non è morta solo una persona, o entità meccanica che dir si voglia, ma migliaia, milioni! E credete che chiunque abbia perso qualcuno adesso se ne vada in giro a stanare alieni da trucidare?! Credete che ogni vita abbia perso di senso perché una persona cara è venuta a mancare?! No!!! Si piange, si soffre, si lotta contro il dolore, e alla fine lo si accetta! Non siete i primi che subiscono una perdita simile, e non sarete gli ultimi, ma che mondo sarebbe se la morte portasse solo altra morte?! Quel che avete vissuto vi avrebbe dovuto far capire quanto è preziosa la vita, e quanto sia sbagliato usare il vostro dolore come scusa per diventare anche voi degli assassini! Il mondo non è un bel posto, per nessuno, ma voi siete troppo giovani per abbandonarvi ai suoi compromessi così!”

“Ma…ma voi avete ucciso…” fa per dire Fire-Fly, quando Trish la interrompe.

“Oh, andiamo, sappiamo tutti benissimo che se non l’avessimo fermata, Tata avrebbe fatto fuori Gambit, Rogue e Magne…volevo dire Joseph. Ma quel che inte…”

“Aspetta!” la ferma Charge “Cosa hai detto?!”

“Bhe, che Tata avrebbe ucciso Gambit, Rogue e Joseph se noi…”

“No, non hai detto Joseph, hai detto qualcos’altro prima.”

“Stavo per dire Magneto, ma non sarebbe stato esatto visto che Joseph è solo un suo clone…”

“Un COSA?! E di CHI?!” grida sbalordito Charge, poi, riprendendosi un attimo dalla sorpresa “Io…ho bisogno di riflettere. Traveller, riportaci tutti a casa!”

La ragazza dal volto coperto da una maschera annuisce e una serie di dischi gialli si aprono nella stanza, risucchiando ognuno dei membri di Mutant Fight. L’ultimo rimasto è Charge stesso, che prima di sparire ha il tempo di dire:

“Per questa volta ve la siete cavata, ma presto sentirete di nuovo parlare di Mutant Fight!” ed entra nel disco di Traveller. Quindi…silenzio. Tutti si guardano interdetti negli occhi. Solo Trish pone la domanda che sta frullando nella testa di ognuno.

“Cosa…cosa è successo?”

 

 

 

Note:

[1] nel numero scorso.

[2] …ma se volete sapere come continua non dovete far altro che rileggere X Men 99.

[3] questa la versione “intimistica”di quanto successo nell’annual di Generation X del 1999, pubblicato su X Men Universe 65 e 66.

[4] tutto narrato su X Men Universe 50.

[5] non preoccupatevi, non si riferisce a Sean Cassidy ma all’attrice Sean Young, con cui Guido flirtava ai tempi della grande X Factor di Peter David.

[6] ovvero l’epica Guerra dei Mondi.

Riguardo all'apparizione di Guido Carosella, beh, questa storia è situata prima di X-Legion #1, in cui Forzuto si trova nella villa californiana di Lila Cheney; infatti, Gen-X #6 è ambientato ancora durante il recupero di Lila Cheney dall'infezione della Covata (vedi i primi numeri di Incredibili X-Men MarvelIT!), periodo in cui, evidentemente, Guido aspettava a Villa Xavier la guarigione della sua abituale datrice di lavoro (tornata a casa, quindi, dietro le quinte tra questo episodio ed X-Legion #1).

 

 

Note dell’autore: e con questa storia si può finalmente dire concluso il primo ciclo di Generation X. Dal mio punto di vista, sono state fatte molte cose. Lo stesso riproporre Emplate come primo villain della serie è un omaggio alle storie di Lobdell, al cui periodo le atmosfere della mia serie vogliono rifarsi. Per far ciò non ci sono andato giù né troppo seriamente né con troppo umorismo (bisogna ricordare che il gruppo è fatto da ragazzi, che devono pensare e parlare come ragazzi) senza ignorare nemmeno quei piccoli momenti di introspezione delicati e per niente forzati che lo scrittore ci ha abituati a leggere.

In questo primo ciclo, ho innanzitutto presentato i personaggi, che sono i veri protagonisti della serie e meritano ognuno di essi un approfondimento accurato. Come seconda cosa, oltre a definire una volta per tutte la minaccia di Emplate e dei suoi succubi, ho introdotto un team nuovo di zecca, ovvero Mutant Fight, sebbene tre di loro siano ‘ispirati’ a personaggi già apparsi (due di loro anche mooolto famosi), che funge da passaggio dall’era di Lobdell alla miaJ. Inoltre... tenete bene a mente tutti i dettagli, perché molti di essi verranno ripresi negli episodi successivi!

Come al solito, per commenti, suggerimenti o insulti l’indirizzo è: gambittolo@hotmail.com